Ed ecco finalmente che si parla di ciò che conta davvero (o che dovrebbe contare davvero) al Festival della Canzone Italiana: la musica.
Dopo l’ascolto dei 14 brani dei big in gara, si può dire che brani brutti non ci stanno, meritano tutti la sufficienza. L’originalità non è certo la caratteristica che spicca maggiormente, (quasi) tutti brani pop-rock con struttura simile (non aspettatevi rivoluzioni anche dai cosiddetti alternativi, Marlene Kuntz e Chiara Civello).
Brani davvero interessanti sono una manciata, nessuna eccellenza.
ARISA – La Notte
Ballata orecchiabile dal gusto un po´ retro (con pro e contro), dolce e intimista, con intro al piano che ben mette in risalto le ottime qualità vocali di Rosalba. Bel giro d´archi e di chitarra nel finale. Con gli ascolti, però, il brano non guadagna.
Voto: 6+
PIERDAVIDE CARONE & LUCIO DALLA – Nanì
Non immediata, tappeto sonoro (volutamente) minimalista, sembra una stornellata terzinata. Si attende una partenza e un´apertura che non arrivano, anche la partitura d´archi non fondamentale. Testo semplice e immediato, ma è cantautorato un po´ all´acqua di rose (e non bocca di rosa). Mi aspettavo qualcosa di più. Da entrambi. Meglio live con l’orchestra che incisa.
Voto: 6
DOLCENERA – Ci vediamo a casa
Inizio aereo, con gran dispiego di archi; apertura energica e potente, su base rock ed elettronica, come sperimentata con dovizia nel suo ultimo disco. Il tappeto sonoro fagocita in parte la linea melodica, fino al bridge finale di grande impatto, che la voce di Emanuela cavalca senza incertezze.
Voto: 6 ½
GIGI D’ALESSIO / LOREDANA BERTè – Respirare
Inizio quasi funk, per poi virare su un più prevedibile pop-rock; punto di forza, il ritornello martellante, mitigato dall’innesto degli archi. Loredana reagisce ruggendo, con le note (finalmente). Pezzo tamarro e caciarone, ma con grinta e onestà. E, imprevedibilmente, la coppia funziona.
Voto: 6/7
EUGENIO FINARDI – E tu lo chiami Dio
Eugenio nella veste di interprete (il brano è firmato da Roberta Di Lorenzo) se la cava con mestiere. Incisi interessanti, su piano e archi, il refrain un po’ zoppicante e meno evocativo. L’assolo di chitarra si ferma al primo bridge.
Voto: 6 ½
MARLENE KUNTZ – Canzone per un Figlio
Brano non prevedibile (nel senso migliore del termine), con un refrain potente e trascinante, un tappeto sonoro ai confini della psichedelia e bel crescendo finale con la tromba di Roy Paci (che non sarà sull’Ariston).
Il prezzo da pagare per Sanremo non è stato poi così alto.
Unica pecca, un po´ freddo, avvitato su se stesso, introverso.
Voto: 6 ½
CHIARA CIVELLO – Al posto del mondo
Echi di jazz diluiti col pop, ritornello con percussioni interessanti, come l’inserimento della fisarmonica dal bridge. Brano avvolgente e fascinoso (senza risultare snob), voce sicura e pulita.
Voto: 6/7
FRANCESCO RENGA – La tua bellezza
Intro rock su inciso con chitarra e rullo di batteria, per placarsi al secondo giro (ricorda la sruttura di Angelo); melodia in crescendo che esplode nel refrain insieme alla voce, sempre potente e impeccabile. La resa è perfetta, la linea melodica un po’ minimale ma efficace, finale a metà.
Voto: 7 ½
MATIA BAZAR – Sei tu
Silvia insolitamente contenuta fino al ritornello, su un pop d’autore fresco, sensibile e piacevolmente scorrevole (anche se il finale arriva a sorpresa, prima di uno sviluppo completo). Presenza comunque per meriti, non per distintivo.
Voto: 6 ½
NINA ZILLI – Per sempre
Stile (non solo musicale) e classe, midtempo ben strutturato e dal dolce sapore vintage; il suo timbro originale e corposo si apre col brano. Efficace sulla distanza.
Voto: 7+
EMMA – Non è l’inferno
Inciso carico di pathos e quasi recitato, su piano e archi; buon innesto ritmico, refrain un po’ pomposo (difficile non ricordare Arriverà). Grinta, talento, presenza scenica non indifferente.
Più d’impatto, che di consistenza.
Voto: 6 ½
IRENE FORNACIARI – Grande Mistero
Musicalmente immediata, meno nella struttura; fresca e ritmata, pop-rock con mordente; buono il testo di Van De Sfroos, con immagini in contrasto, fra dolcezza e decadenza.
Difficile un piazzamento (il brano non è di grandissimo impatto, globalmente) ma potrebbe aiutarla nella svolta definitiva.
Voto: 7+
SAMUELE BERSANI – Un pallone
Pop swing immediato e divertente, in contrasto col testo; quasi folk nel ritornello, rischio tormentone.
Voto: 7 ½
NOEMI – Sono solo parole
Firma di Fabrizio Moro, e si sente. Atmosfere malinconiche ed emozionanti, su una costruzione in crescendo convincente e coinvolgente, come la resa vocale. Cresce con gli ascolti.Un grido di dolore commovente.
Voto: 7/8.
Andrea Grandi |