La tua musica visibile e udibile a chi prima di te ha raggiunto troppo presto il cielo poggiando piedi e arte sulle nuvole. Non ti conoscevo di persona, ti ho conosciuto tramite la tua musica.
Non ero tua fan, non sapevo ogni tua nota o parola a memoria, eppure ti conoscevo attraverso le canzoni. Eppure riconoscevo quell’immenso valore che avevi: l’arte di saper parlare alla gente e della gente con parole sincere, con quel dialetto napoletano così difficile da scandire per una lodigiana.
Non ero tua fan eppure ti stimavo come Artista, forse per la tua genuina semplicità di quei pochi grandi che non hanno bisogno di maschere da indossare. Di quei pochi che mettono sorrisi genuini, occhi, umiltà, sincerità e arte a disposizione di tutti. Hai saputo legittimare un genere musicale, ampliandone i confini.
Hai parlato di Napoli ma in fondo non solo di lei, togliendo stereotipi sciapi e ammettendo che siamo tutti italiani, cittadini del mondo più che di un Paese a forma di stivale. Mi piace pensarti lì insieme a Jannacci, Dalla, Califano e Mango. Un patrimonio culturale, il nostro patrimonio musicale così differente eppure ognuno con un mondo, uno stile riconoscibile. Ognuno con una passione e la capacità di raccontare quel nuovo modo di immaginare e disegnare musica.
Mi piace pensarVi così insieme a chi Vi ha preceduto in quell’Olimpo dei pochi capaci di colorare quella materia indefinibile chiamata musica.
Una Jam Session eterna. Un focolaio di artisti che hanno segnato il curriculum da gavetta, furgoni, chilometri. Artisti che di fronte a critiche e porte in faccia hanno saputo lavorare sodo.
Non ti conoscevo Pino Daniele e in un giorno in cui le parole in tuo onore si sprecano, ti dico solo Ciao Pino.
Testo di Elena Rebecca Odelli
(05 Gennaio 2015) |