Un concerto che segna la chiusura di un cerchio. Ecco la recensione del concerto
Mediolanum Forum, Assago (Milano), 21 dicembre 2014. E’momento di propositi e liste di
correzioni.Manca poco al 2015. Il Capodanno è quel giorno in cui parecchi i conti, metti un punto e ricominci. Questo è lo spirito che si è respirato all’ultima data di Giorgia del Senza Paura Tour.
Un punto per dire da domani “io non ch’o paura c’ho terrore proprio”, citandola. Giorgia ha scelto Milano per chiudere il cerchio. Un cerchio , come lei stessa ammette, di vent’anni di canzoni con persone che da sempre la seguono e altre per cui è la prima volta. Sono cerchi di vita.
Giorgia non abbia più nulla da dimostrare lei che nel mercato discografico naviga dal 1979 quando uscì il 45 giri Chiamatemi Andrea insieme a Cristina Montefiori. L’ultimo disco con le aperture verso uno stile ellettro-frizzante ne sono la riprova. Un pubblico variegato e composto prende posto segno che la cantante è riuscita a toccare con le armonie della sua voce e dei suoi brani, i timpani di generazioni a trecentossessanta gradi.
Le poltrone nella zona parterre tolgono sempre quell’enfasi propria dei concerti. Il pubblico fatica a scaldarsi anche quando parte la cassa in quattro de La mia stanza. Il palazzetto perde i tratti del teatro, almeno visivamente, e assume i caratteri di una disco night tra luci ad intermittenza del mantello che fascia la cantante romana. Un countdown pixelato conta i secondi su Avrò cura di te e la versione new style di Nessun Dolore di Battisti, vengono eseguite senza esplosioni di mani. Solo al termine di questo brano Giorgia ringrazia e il boato del palazzetto- pieno per la terza volta- risponde.
Un concerto che contrappone lo studio al millimetro di proiezioni ad alta definizione in HD, laser ad alto impatto visivo all’appeal di Giorgia su quel palco, tra la sua personale “guerra allo spiffero”, le battute tutte alla romana, il saluto al figlio Samuel presente in sala e il momento che molti si aspettavano:
l’utilizzo del secondo palco. La signora Todrani passa tra la gente, tra foto e complimenti, tra bambini di nove anni in lacrime per l’emozione. Solo allora i lati B intorpiditi, si levano. A fatica arriva al palchetto dedicando a Milano e al figlio Stano il mio destino che da inizio a un medley dei successi della cantante romana.
Tra standing ovation che ormai si sprecano e un pubblico che ha carburato, si dipana uno show curato al millimetro per installazioni, proiezioni e fotografia. La cura del suono è una cosa che mi stupisce, quanto un regalo di Natale inaspettato. Le versioni dei brani che propone in set list, toccano veramente ogni genere, basti pensare alla reggaetton Tu mi porti su. Giorgia rappresenta una mastercard tra le voci italiane femminili. A volte questa sua virtù canora viene estremizzata e stento a starle dietro quando
tocca note inarrivabili. Perfetta al metronomo per carità, ma spesso il troppo stroppia. Lei che è vent’anni che dimostra il suo valore vocale, non avrebbe bisogno di strafare. Così, esco dal forum con una sensazione o solo un ricordo. Capisco che sì, il concerto di Giorgia p stato un maestoso spettacolo ma è come quando prendo una fetta della mia torta preferita, eseguita a regola d’arte seguendo la ricetta perfettamente. Le papille gustative non rimangono totalmente soddisfatte perché manca quel pizzico di imprevedibilità o solo quel pizzico di imperfezione che, personalmente, mi emoziona.
(Elena Rebecca Odelli)
22 Dicembre 2014 |