Il medico che soccorse Jimi Hendrix il giorno della sua morte, nel 1970, dichiara ora che è plausibile che il decesso del chitarrista sia stato frutto di omicidio e non di un incidente. John Bannister, che era di turno in ospedale la notte del 18 settembre di quell’anno, riporta ora che l’ipotesi è plausibile, per il quantitativo di vino trovato nei polmoni e nello stomaco di Jimi: “Non era solamente zuppo di vino dalla testa ai piedi, ma stomaco e polmoni ne erano pieni. Avrei giurato che ne avesse mezza bottiglia solo nei capelli, non ho mai visto così tanto vino”. L’affermazione fa seguito a quelle contenute nel libro “Rock Roadie”, scritto dall’ex-roadie James ‘Taffy’ Wright: nel libro Wright sostiene che Mike Jeffery, manager del chitarrista, avrebbe assoldato degli uomini per entrare nella stanza d’albergo di Hendrix e lo avrebbero costretto a ingurgitare un enorme quantitativo di vino e sonniferi. Wright riporta anche che Jeffery gli avrebbe detto che Hendrix valeva di più da morto che da vivo e che ha stipulato un’assicurazione sulla vita del chitarrista per l’ammontare 2 milioni di dollari. Jeffery è poi deceduto pochi mesi dopo in un incidente aereo.
(A.L.)
(23 Luglio 2009) |