Unica data italiana per i canadese Simple Plan che suoneranno il 7 aprile al Rolling Stone di Milano (Indipendente eventieproduzioni) Due album. Sette milioni di copie vendute in tutto il mondo. Una manciata di successi quali "I´d Do Anything," "Addicted," "Perfect" e "Welcome to My Life." Una legione di fan a livello mondiale che può testimoniare la potenza di uno dei più aggressivi concerti dal vivo che abbiano mai calcato le scene. A questo punto della loro carriera, sembrerebbe che i Simple Plan si possano sentire soddisfatti. Quindi per il loro terzo album, quello solitamente cruciale, il gruppo avrebbe semplicemente potuto ritornare in studio e rifare quanto aveva finora funzionato così bene, giusto? Non proprio. Ecco a voi "SIMPLE PLAN," non solo un album ma una dichiarazione dell’ambizione artistica e della crescita del quintetto di Montreal. Come è lecito attendersi da una band che aveva intitolato il proprio album di debutto "NO PADS, NO HELMETS...JUST BALLS," questo disco omonimo è un’incursione senza paura e senza rete di protezione nel reame dei fabbricanti di musica, che si appropria di ciò che abbiamo sempre amato di più dei Simple Plan – l’energia sfrenata, le chitarre lancinanti, la sensibilità melodica straripante di ritornelli memorabili – e ci incorpora una manciata di innovativi approcci sonori passati alla band da collaboratori quali Nate "Danja" Hills (Timbaland, Justin Timberlake, Duran Duran, Nelly Furtado), Max Martin (James Blunt, Kelly Clarkson, Avril Lavigne), e Dave Fortman (Evanescence, Mudvayne). La nuova equazione ci consegna 11 canzoni che sono senza dubbio molto Simple Plan ma che suonano come nulla che sia stato finora fatto dalla band, dai loop di sintetizzatori che arrivano a gran passi in apertura del primo singolo, "When I´m Gone," al solido groove dance e dal sapore R&B di "The End," al ritmo in stile hip-hop di "Generation," nonché alla devastante potenza della ballata "I Can Wait Forever". (red) (30 gennaio 2008) |