C´è stato un tempo, quando ancora sostituivo l´inglese cantato con un sincero lalalalalalalala, in cui imparai a memoria una canzone non italiana in un batter d´occhio. Ne capii le parole (ecco, non al primo né al secondo ma al terzo ascolto) e me ne innamorai come un bimbo si innamora della sua mamma. Ogni ascolto era per me come il giorno prima di una partenza. Verso la fine, ogni "I´ll be there waiting for you" misto al parlato dell´interprete mi provocava un gonfiore negli occhi che mai, negli anni, sono riuscito a spiegare. Come ieri sera, che tutta sta roba l´ho ascoltata dal vivo.. mica sono arrivato alla fine del pezzo senza almeno gli occhi lucidi? Qualcuno avrà già capito che la canzone in questione è Candy e che l´interprete è Paolo Nutini.
Il concerto, organizzato nell´ambito della manifestazione "Ferrara sotto le stelle", si è svolto nella suggestiva cornice di Piazza Castello che quando ci arrivi ed è ancora vuota pensi possa essere inadatta per un concerto di grande portata ma quando poi si riempie capisci che non si poteva scegliere location migliore. Una piazza semi chiusa con il palco di fronte e le stelle di Ferrara in alto che anche loro ieri cadevano dal cielo per il caldo asfissiante.
Ad aprire il live, il pubblico di Ferrara ha assistito a un mini concerto di Levante che, sempre sul pezzo, ha saputo introdurre un attesissimo Paolo Nutini. Su Nutini se ne sono dette tante, vuoi perché spesso arrivava ai concerti stanco e un po´ alticcio, vuoi perché gli haters, soprattutto in Italia, qualcosa da dire ce l´hanno sempre.
Mezz’ora di cambio palco e Paolo entra in scena. Parte con Scream (Funk My Life Up) e il tradizionale indie pop di Levante diventa subito un meraviglioso funky con cenni di soul. Paolo Nutini sul palco non parla di sé, non è quello che tutti definirebbero un animale da palcoscenico, non si lascia andare in mosse teatrali, al massimo alterna un movimento di bacino a un paio di piroette con l´asta del microfono. A parlare di Paolo Nutini, però, sono le sue canzoni. A parlare di Paolo Nutini è la sua voce, forse simile a quella di altri ma, allo stesso tempo tremendamente riconoscibile per quell´estensione elegantemente graffiata che pochi hanno nel panorama musicale contemporaneo.
Per tutto il concerto si è assistito a uno scambio equo di applausi, da e verso il palco. Nutini ha ringraziato più volte il pubblico per l´affetto dimostrato, il pubblico ha ringraziato più volte Nutini cantando i suoi pezzi, anche quelli meno conosciuti. Grande entusiasmo per Better Man, One Day, These Streets e Iron Sky. Ciliegina sulla torta un estratto del monologo del discorso all´umanità di Charlie Chaplin ne Il grande dittatore. Naturalmente non è mancato il solito omaggio all´Italia e questa volta è toccato a Guarda che luna di Fred Buscaglione. A chiudere il concerto Last Request e Candy e vi risparmio il racconto dei miei occhi gonfi. Unica pecca? Non aver cantato i pezzi degli esordi come Rewind e New Shoes. Ma il tempo a Paolo Nutini non manca. Io già me lo vedo l´anno prossimo in un´altra delle magnifiche cornici italiane che lo vedono tutte le volte protagonista di uno spettacolo unico nel suo genere.
Matteo D´Amico
18 luglio 2015