Si avvia alla conclusione questa seconda edizione di The Voice, premiata dagli ascolti (i live hanno veleggiato intorno al 16% di share) e segnata, volenti o nolenti, dal clamore mediatico (e quasi sociologico) creatosi intorno a Suor Cristina Scuccia, considerata ormai da tempo (dalla sua blind?) la “vincitrice annunciata” (persino troppo).
Ma non è questo (ancora) il momento per una fenomenologia della 25enne siciliana (tanto se ne trovano già a tonnellate sui vari media che parlano quasi o solo esclusivamente di lei), ricordando che il 29 luglio ad Assisi dovrà rinnovare i voti di castità, povertà e obbedienza per diventare definitivamente una vera Orsolina (ma ascoltandola parlare, non sembrano esserci dubbi, al riguardo).
Oggi, nello studio 2000 della RAI, dove si tiene il programma, si è tenuto l’incontro stampa con tutti e 4 i finalisti, quindi anche con gli altri tre (meritevoli) ragazzi che mercoledì scorso hanno staccato con Cristina Scuccia il biglietto per la finalissima, prevista per domani, giovedì 5 giugno (e che vedrà ospiti la boyband rock australiana 5 Seconds of Summer e i Clean Bandit).
Un po’ intimoriti, i quattro hanno affrontato la prima conferenza stampa della loro vita, fra speranze, soddisfazioni e tensioni per il futuro.
SUOR CRISTINA:
“ è stata un’esperienza bellissima, stare in un ambiente simile non può che arricchirti. Ho dei superiori alle spalle, per quanto riguarda il futuro, lo affido nelle mani della Provvidenza, poi si vedrà”. Ma credi che il tuo abito abbia influito? “Quando ho cantato alle blind, le quattro poltrone erano girate, hanno ascoltato una voce. Di certo al di fuori, questo messaggio è stato accolto alla grande, non è opera mia ma di qualcuno che sta di sopra. Se i miei superiori dovessero dire di no a un’eventuale carriera discografica, sarò super felice di tornare a cantare per i bambini, all’oratorio”.
Ma tu cosa vorresti? “Continuerò a cantare, qualsiasi scelta prenderanno, ovunque mi sarà possibile”.
Rinunceresti a quello che sei per la musica? “Non rinuncerei mai alla vocazione della mia vita per un disco”.
Sul battage mediatico, dice di essersi “isolata, ho spento la tv, ho abbandonato i social network, per conservare dentro di me il motivo per cui sono qui”.
GIACOMO VOLI:
Il sopravvissuto del “girone di ferro” di Piero Pelù (eliminando, in semifinale, Daria Biancardi); 28 anni, da Coreggio (vi dice qualcosa?), rocker fino al midollo, ha stupito al knock out con Impressioni di settembre, dimostrando di sapersi muovere anche nei pezzi meno “hard” (con la raccomandazione di non strafare). Voce potente e dalla grande estensione, discograficamente parlando molto inquadrato in un genere, ci si chiede se in un programma comunque di stampo “pop” come The Voice quanto possa essere in finale un’arma vincente.
“La cosa più importante di quest’esperienza è stata sicuramente l’amicizia nata con Piero. Condividiamo gli stessi gusti e gli stessi generi musicali”.
In finale, accanto a lui avrebbe voluto vedere Daria Biancardi. “È la persona che stimo di più, per la sua professionalità che traspariva da ogni esibizione. Darò il massimo anche per lei”.
Cos’è per te il rock? “È un concetto molto ampio: erano rock i Beatles così come gli Iron Maiden. Per me è la voglia di fare un po’ di casino, che ti permette di liberare il volume e essere diversi”.
In tanti sono partiti dal rock per poi scendere a patti col pop. “È un problema tutto italiano, in Norvegia e Svezia il metal è pop. Domani col mio pezzo ci sarà l’occasione di sentire il mio inedito, un brano metal rock in italiano”.
TOMMASO PINI:
25 anni, da Firenze. Eclettico e dalla voce estremamente duttile, capace di passare da un registro maschile a quello femminile, è l’alfiere del Pop uscito vincitore dal Team Carrà. A qualcuno ricorda (vocalmente) Mengoni, ad altri Asaf Avidan, altri ancora Mika, poi Prince, John De Leo dei Quintorigo (garantisce Pelù, che lo voleva fortemente nel suo team)... Insomma, tante voci e una capacità re-interpretativa fuori dal comune (riascoltatevi la sua Sweet Dreams proposta ai knock out). Potenziale ancora da esplorare del tutto, da tenere d’occhio, anche a lungo termine.
“Sono entrato a The Voice con un grande blocco emotivo. Grazie a questo percorso, oltre alla crescita artistica, grazie a Raffaella, il mio vocal coach Sergio Dall’Ora e a tutte le persone che ci hanno seguito, credo di avere avuto anche una crescita umana e caratteriale. Ne sono felice”.
“Fra gli italiani, il mio sogno più grande sarebbe duettare con Franco Battiato, che è da sempre uno dei miei miti. Fra gli artisti stranieri che preferisco sopravvissuti (ride, nda), direi Prince e David Bowie”.
Alla domanda se la presenza di Suor Cristina abbia fatto più bene o più male, non ha dubbi. “Sicuramente bene; inizialmente questo clamore intorno a lei poteva sembrare che potesse oscurarci, in realtà abbiamo goduto tutti di una grande visibilità mediatica. Io stesso ho avuto modo di ricevere complimenti e feedback da tutto il mondo, e non so se questo sarebbe successo senza di lei”.
GIORGIA PINO:
L’outsider fra i 3 outsiders di questa finale. La più piccola, 18 anni, pugliese (per la precisione, dalla provincia di Lecce), col suo timbro graffiante ha sconfitto, con gran sorpresa del suo stesso coach Noemi, l’accreditato Stefano Corona. Passata quasi in sordina all’inizio, è cresciuta tanto da guadagnarsi (meritatamente) la finale.
“A me questo programma ha dato molto anche dal punto di vista umano. Ho 18 anni, è stata una bella botta di vita, specialmente per una timida come me! Per ma già essere in finale è una vittoria”
Forse il suo era il team con un finalista ancora tutto da giocarsi, a differenza degli altri. “Il pubblico ha quasi sempre preferito Stefano, quindi in semifinale ho dato il massimo, non avevo nulla da perdere. Forse questo ha giocato a mio favore”. “Una volta terminate le superiori, mi piacerebbe vivere di musica”.
Confermi che questo programma sia migliore e più indicato, rispetto ad altri talent? “Sì, in base a ciò che ho visto lo scorso anno e a quello che sto vivendo ora personalmente. L’aspetto fisico passa in secondo piano, io stessa sono arrivata qui per la mia voce, non sono certo una bellezza canonica”.
All’incontro erano presenti anche i conduttori, Federico Russo e Valentina Correani.
“è stato un lungo viaggio, ci lavoriamo da fine gennaio, questa ricerca ha portato a queste 4 grandi voci. Sono cambiati, sono migliorati e cresciuti, grazie ai coach, auguriamo loro il meglio, da dopodomani si aprirà un capitolo più duro ma anche più bello. Domani presenteranno il loro inedito, sarà una tappa molto importante nella loro carriera”.
Appuntamento quindi alla finale di domani, per ascoltare questi inediti (che ci si augura siano migliori rispetto a quelli dello scorso anno) e per incoronare “la voce” di quest’anno (anche se, a modo loro, la sensazione è che abbiano già vinto tutti e 4).
Andrea Grandi
4 giugno 2014 |