“Il mondo sul filo” è il nuovo progetto discografico del cantautore Lino Blandizzi, un lavoro che vuole rappresentare la condizione della vita dell’uomo in precario equilibrio, in bilico sul filo sottile e teso dell´esistenza. L’album esprime “essenzialità”, “chiarezza”, “impatto immediato sulla comunicazione”.
In sostanza la forza di dire le cose senza giri di parole, l’urgenza di comunicare in termini appassionati la propria coscienza civile, la sincera volontà di renderla contagiosa, e di diffonderla per creare una sorta di epidemia della consapevolezza di un mondo in declino. Del resto già la copertina scelta per questo suo nuovo album (il quinto, primo per la Clapo/Edel) è emblematica, forte, e non ha bisogno di tante spiegazioni: Blandizzi è abituato a parlare per immagini, buon retaggio di quelle filastrocche pop che cantava ai tempi del suo album “Abbiccì” diventato addirittura strumento pedagogico e scolastico. Dunque un pianeta visto senza sconti, senza indulgenze, dove molto è condannato “senza se e senza ma”, e poco salvato se non l’amore e l’amicizia. “Il mondo scoppia”, “Acqua” (che ha suscitato il plauso di Don Alex Zanotelli impegnato in prima persona contro la privatizzazione del bene più prezioso che abbiamo ), “Vieni donna del Sud” (naturalmente di tutti i “sud” del mondo dove la donna vive la condizione di una dignità del tutto sconosciuta ), “Quelli del calcio” ( una robusta rock ballad per condannare il razzismo e la violenza negli stadi ): come dicevamo gli obiettivi sono chiari e centrati senza furbizia, senza l’ammiccamento retorico con cui sarebbe facile condirli.
Ma Blandizzi la sua strada di cantautore la percorre lungo la ricerca di un linguaggio personale in grado di dosare con sapienza miseria e nobiltà, l’impresentabile modernità con la grandezza della cultura napoletana e delle tradizioni. Non bisogna infatti dimenticare che il Blandizzi che in questo disco apre la track list con “Sono qui”, una sorta di “highway song” che viaggia sul ritmo trascinante di chitarre acustiche liquide e cristalline, o il Blandizzi che duetta con Dirk Hamilton, gloria anni ’70 del folk-blues americano in “Siamo lontani”, è lo stesso Blandizzi che interpreta una appassionata “Vierno vattenne”( in perfetta sintonia con il carattere generale dell’album: “Stu munno è nu viecchio ncopp ‘a ‘na seggia / nun se capisce si dorme o si more” ) grande canzone – l’unica in dialetto - in odore di classico, poesia del giornalista, scrittore e saggista Luigi Compagnone musicata dal nostro. Il quale, a proposito, vanta un album “Blandizzi incontra Sergio Bruni” del 2007 contenente “Ma dov’è”, ufficialmente l’ ultima canzone incisa nel 2001 dal grande maestro e depositario del patrimonio musicale più bello del mondo, con il suo amico e figlio spirituale Lino Blandizzi autore di questa composizione in forma di romanza.
Blandizzi nel suo “Il Mondo sul Filo” esprime il disagio degli uomini di buona volontà e di coscienza, non ha slogan da propagandare, da vendere ha solo il suo entusiasmo talvolta affievolito da una vena di malinconia. Ma la musica è sempre pronta ad intervenire per lenire le ferite causate dalla cosiddetta civiltà. La musica: forse l’unico punto fermo, l’unica verità.
(cs)
27 Settembre 2011 |