Arrivi così a Carroponte, come chi sa che cosa la serata gli prospetta, come chi sa che la birra che berrà sarà fresca al punto giusto, la temperatura esterna mediamente digeribile con un’umidità non eccessiva, gente né troppa né poca, una scaletta che conosci a memoria, parecchi i chilometri macinati intorno a questo gruppo in passato.
Arrivi così a Carroponte con quell’aria da saccente, quale non sei, ma di chi di loro live ne ha visti parecchi: La Fame di Camilla.
C’era una volta il mainstream si potrebbe intitolare questo breve racconto. Per fortuna ne sarebbe l’happy end. In mezzo questo particolare concerto. Le luci che invadono la struttura circostante rendono una magia unica a coronare la serata, e questo non te l’aspettavi. Tante facce note, parecchi occhi sconosciuti.
Ti guardi convulsamente in giro per capire, per captare e catturare, per sentire. Partono le prime note di Non amarmi così e le voci si uniscono a un Ermal sicuro….il tour va avanti da un anno, i pezzi potrebbero suonarli ad occhi chiusi ormai, eppure la gente risponde ancora.
Da Bari con furore verrebbe da dire, la sincronia perfetta tra Lele, Johnny, Dino e Ermal si respira, si può toccare tra le corde di quelle chitarre, girare per le linee del basso, scivolare sulla voce per convolare sui tom della batteria.
Campi di grano termina e la prima scoperta, il fiocco si scioglie su La stagione di un amore silenzioso. Uno dei brani che andrà a comporre il prossimo album, la voce si scioglie e i suoni la seguono, intorno il silenzio di occhi attenti e vigili. Globuli, Ne doren tende, Quello di cui non parli mai corrono, si inseguono incessantemente.
Buio e Luce, la tanto attesa Buio e Luce che a provare a descrivere il momento, si userebbero solo parole ridondanti. Giuda, secondo inedito di un album che sarà quasi sicuramente degno di nota, e la carta di questo regalo che non ti aspettavi la scarti lentamente.
Come il sole a mezzanotte e L’Ultima notte: la sorpresa,come il giocattolo che hai desiderato per un anno e,finalmente, a Natale arrivava. Lo stesso sapore. 28-03-1957, 039, Storia di una favola, Sperare…sequenziali, uno dietro all’altro, incastonati in una scaletta senza tregua…poche chiacchere con i presenti dal palco e questa è stato il neo di una serata in note…la poca sinergia con il pubblico,la fretta, gli unici antagonisti in questa storia tutta da ricordare.
Ed è così che questo breve racconto finisce, in fretta, con la voglia di voler pregustare un altro live de La Fame di Camilla richiudendo un pezzetto di te tra i flight case, nell’attesa di essere risfoderato sul prossimo palco.
Ricordando la magia di un momento fatto di note e parole.
(Elena Rebecca Odelli)
01 Settembre 2011 |