La federazione dellŽindustria musicale italiana, FIMI, ha accolto positivamente lŽiniziativa della Procura di Cagliari nei confronti di alcuni ISP italiani che non hanno ottemperato al blocco del sito pirata BtJunkie, ordinato dal magistrato qualche mese fa.
"LŽofferta illecita da parte di siti pirata collocati allŽestero, è una spina nel
fianco delle piattaforme legali di musica e va colpita con determinazione, sorprende
la posizione di noti provider di consentire il collegamento ai propri utenti in
contrasto con quanto ordinato dallŽautorità giudiziaria" ha commentato Enzo Mazza,
Presidente di FIMI.
"Riteniamo lŽazione promossa dalla magistratura di Cagliari molto importante - ha
continuato Mazza - per dare un segnale che lŽillegalità non può essere tollerata ne
favorita in alcun modo, soprattutto da parte di aziende che offrono servizi di di
telecomunicazione, il cui ruolo è determinante nel porre fine alle violazioni come
previsto dalla direttiva sul commercio elettronico".
BtJunkie, dopo la chiusura di Pirate Bay, era diventato il sito tracker per bit
torrent più utilizzato in Italia. I file disponibili sulla piattaforma illegale
erano 4 milioni e il 6% degli utilizzatori, quasi 600 mila, provenivano
dallŽItalia. Il nostro Paese risultava essere il secondo al mondo (dopo gli USA)
per percentuale di visitatori. La complessa investigazione tecnico informatica,
condotta dalla Guardia di Finanza, e lŽinnovativo approccio giuridico adottato dalla
Procura di Cagliari, hanno consentito di ottenere un risultato di assoluto rilievo:
Btjunkie ha perso immediatamente oltre il 67% dei suoi utenti, calo destinato ad
aumentare nelle prossime settimane.
(cs)
13 Luglio 2011 |