In seguito all’arresto e alla successiva condanna a un anno e quattro mesi con i benefici della condizionale del bassista dei 99 Posse Massimo Jovine per la detenzione a uso personale di due dosi di eroina, la band ha ritenuto opportuno fare alcune considerazioni.
"La 99 Posse è un gruppo che parla della realtà in cui vive e soprattutto delle sue contraddizioni. Non ne parliamo seduti dal salotto di casa, comodamente seduti sul divano, col distacco di chi fa una speculazione intellettuale a distanza. Parliamo del mondo che ci circonda, quindi anche di noi stessi, delle esperienze che ognuno vive immerso nella realtà di tutti i giorni. In qualche caso le contraddizioni di cui parliamo dal palco sono esattamente le stesse con le quali ci troviamo a convivere. Può succedere e talvolta succede, com’è successo a Massimo qualche sera fa. E non è un caso isolato, per quanto l’uso sociale delle droghe pesanti ci sia ben chiaro, è accaduto che qualche membro del gruppo ne abbia fatto uso. Con questo non vogliamo essere auto assolutori, né ignorare la contraddizione che può esserci fra il nostro ruolo pubblico e i comportamenti privati di qualcuno di noi, passati o presenti che siano. L’uso di sostanze accompagna da sempre la storia dell’umanità, ma sappiamo anche che in una società come la nostra, con le sue ansie, le sue paure socialmente diffuse, le sue incertezze, l’uso può facilmente trasformarsi in abuso e smarrimento di sé. Così come non possiamo ignorare l’utilizzo che il potere storicamente fa di queste sostanze per zittire il dissenso. Non ci troverete mai fra quelli che condannano, perché ognuno è padrone delle proprie scelte e della propria vita, ma nemmeno fra quelli che istigano al consumo di droghe pesanti. Ora però quello che davvero ci interessa è stare vicini a Massimo. Non farne un capo espiatorio per salvaguardare l’immagine pubblica del gruppo, non il musicista col quale dividiamo il palco, ma l’uomo che abbiamo conosciuto e apprezzato in oltre venti anni di fratellanza".
(red)
(03 settembre 2010) |