Soddisfazione di FIMI, la federazione di Confindustria che rappresenta le principali aziende discografiche italiane, per il sequestro del sito labaia.net da parte della Procura e della Guardia di Finanza di Bergamo. Il sito italiano, sul quale campeggia ora il banner della GdF, consentiva di accedere al portale illegale svedese Pirate Bay in violazione di quanto recentemente disposto dall´autorità giudiziaria italiana che aveva ordinato il blocco del traffico verso il sito svedese.
Secondo la Corte di Cassazione, ripresa poi dal tribunale del riesame di Bergamo: "Il giudice può disporre il sequestro preventivo del sito web il cui gestore concorra nell’attività penalmente illecita di diffusione nella rete Internet di opere coperte dal diritto d’autore, senza averne diritto, richiedendo contestualmente che i provider del servizio di connessione Internet escludano l’accesso al sito, al limitato fine di precludere l’attività di illecita diffusione di tali opere”.
Con questa motivazione la terza sezione penale della Cassazione il 29 settembre scorso decise di annullare con rinvio, accogliendo il ricorso del procuratore capo di Bergamo, l’ordinanza con cui il tribunale del Riesame della città lombarda aveva annullato il sequestro preventivo disposto dal gip del sito web www.thepiratebay.org. Il gip aveva anche disposto che i fornitori di servizi Internet operanti in Italia inibissero ai loro utenti l’accesso a quell’indirizzo web che, secondo l’accusa, attraverso la tecnica del peer-to-peer a mezzo di file "torrent", metteva in circolazione su Internet opere protette dal diritto d’autore.
(red)
(25 marzo 2010) |