Ritorna in tv il Festival di Sanremo e già dalla prima sera ci sarà chi è pronto a immettere sul web, o sul mercato, copie pirata delle canzoni presentate. La Polizia di Stato, insieme a Youtube, sarà al festival con l´iniziativa "Non perdere la bussola" sull´uso responsabile del web.
Oltre a spiegare ai ragazzi come navigare in modo sicuro, difendendo la propria privacy, gli agenti della Polizia Postale concentreranno la loro l´attenzione sulla tutela del diritto d´autore spiegando come usare internet senza violare il copyright e senza adottare comportamenti scorretti e illegali. E proprio al fenomeno della pirateria audiovisiva è dedicato uno speciale sul numero di febbraio della rivista "Poliziamoderna" la rivista ufficiale della Polizia di Stato.
La violazione del diritto d´autore è infatti un reato; lo stabilisce la legge n. 633 del 1941 che tutela le opere dell´ingegno di carattere creativo: dalla letteratura, alla musica, al cinema e al teatro. Ma a dire la verità la pirateria, e cioé la riproduzione illegale di opere protette da copyright, è sempre più diffusa e da molti non è neanche considerata un reato. Secondo un sondaggio dell´istituto demoscopico Ipsos, commissionato lo scorso anno dalla Fapav (Federazione anti pirateria audiovisiva), il fatturato perso, solo dall´industria italiana dell´audiovisivo, a causa della pirateria informatica, è di 530 milioni di euro. Di contro risultano 320 milioni di euro "fatturati" da chi vende copie-pirata dei film. L´approfondimento dedicato al mondo delle riproduzioni, della vendita e dello scaricamento illegale di musica, video e film è uscito sul numero di febbraio di Poliziamoderna, la rivista ufficiale della Polizia di Stato.
Dopo un excursus storico che va dalla produzione dell´Mp3 al peer to peer; dal file sharing fino alla produzione di DivX, la rivista approfondisce gli aspetti legislativi: le legge italiana prevede sanzioni di natura penale ancora più pesanti se il reato è compiuto a fine di lucro.
(red)
(16 febbraio 2010) |