Il laboratorio di Sound and Music Computing del Politecnico di Milano ha da pochissimo aperto i battenti di StudioLab, uno studio di registrazione sperimentale che trasforma radicalmente l’approccio alla registrazione professionale. L’acustica ambientale decide il colore e la qualità finale della registrazione ed è per questo che molti musicisti prediligono l’ambiente che sembra avere “le dimensioni e la forma perfette” per la loro esecuzione impeccabile: all´interno di StudioLab è stata creata una “rendering room attiva”, ovvero una stanza priva di acustica propria, nella quale l’acustica ambientale è prodotta artificialmente in modo olografico tramite una cupola di monitor acustici che circonda l’esecutore e che è in grado di ricreare la sensazione di suonare in una chiesa romanica o in un auditorium.
La ripresa acustica avviene non solo tramite microfoni tradizionali, ma anche tramite microfoni in grado di localizzare e separare i suoni nello spazio o di emulare la presenza di microfoni virtuali. Oltre a una regia tradizionale, è poi possibile slasciare il vecchio metodo che prevede un mix diretto di tracce audio, e adottare un approccio che prevede di posizionare le sorgenti acustiche a piacere nello spazio virtuale, e applicare a queste una riverberazione fedele a un dato disegno CAD dell’ambiente virtuale di cui si vuole riprodurre l’acustica. Tutto questo in tempo reale.
Oltre a strumenti musicali tradizionali (come un pianoforte a coda e un set completo di percussioni), lo StudioLab consente anche di realizzare al computer strumenti musicali virtuali del tutto nuovi. Si assemblano col mouse parti di strumenti immaginari o reali e si suonano con dispositivi di controllo innovativi che captano i movimenti del musicista, li traducono in segnali digitali e li trasmettono al modello matematico di simulazione.
(red)
(29 Luglio 2009) |