MARTEDI’ 15 APRILE 2008 MILANO – MUSICDROME (Ex Transilvania)
MERCOLEDI’ 16 APRILE 2008 RONCADE (TV) - NEW AGE CLUB CIRCOLO ARCI – ingresso riservato soci ARCI (possibilità di tesseramento in loco) Il quinto album dei The Black Lips, il secondo per l´etichetta Vice, si intitola Good Bad, Not Evil. Il titolo si ispira alla canzone delle Shangri-LAs "Walk Right Up To Him (Give Him A Great Big Kiss)". L´album è stato prodotto dalla band nella loro città di Atlanta nello studio The Living Room con l´aiuto dell´amico Ed Rawls, barista del vicino Drunken Unicorn, dietro l´angolo dove lavorano i concittadini Outkast.
I The Black Lips si sono formati quando da ragazzi si ritrovandosi dopo la scuola Cole Alexander (chitarra, voce) e Jared Swilley (basso, voce) hanno arruolato gli amici Joe Bradley (batteria, voce) e Ben Eberbaugh (chitarra).
Dopo essere diventati una delle band underground di cui maggiormente si parlava at Atlanta, ed dopo essere stati banditi da diversi locali per i loro concerti selvaggi, la band ha pubblicato album e 45 giri su varie etichette garage underground come la Bomp e In The Red. Ben Eberaugh è morto per un tragico incidente ma la band ha continuato con Ian St Pe, proveniente da New Orleans. Questi eventi hanno influenzato profondamente la canzone "How Do You Tell A Child That Someone Has Died", una delle più significative di Good Bad, Not Evil.
L´album spazia da pezzi blues sporchi e psichedelici sulla terza guerra santa mondiale, Veni Vidi Vici al pop diretto di Katrina (scritta la notte che la band apprese che l´uragano aveva devastato New Orleans) e Bad Kids (che si basa su esperienze che alcuni membri della band hanno avuto in centri di detenzione di giovani). C´è anche il brano che chiude il disco, la tenera e dolente Transcendental Light, una canzone scritta da Ian sulla scoperta del corpo della madre.
Cole Alexander dice “Per questo album ci siamo ispirati a noi stessi, specialmente i primi due dischi. Hanno veramente cambiato il nostro modo di vedere le cose. Penso che il nostro lavoro trascenda ogni genere e continui ad influenzarci giorno per giorno”. Per noi l´album è una interpretazione personale sui più selvaggi dischi di bands come i peruviani Los Saicos, the Stones, 13th Floor Elevator, e l´esuberanza grezza dei Beatles ai tempi del Cavern. E´ probabilmente il disco più folle e divertente che sentirete quest´anno.
La band è ormai famosa per i suoi show coinvolgenti e sfrenati, vere e proprie feste garage/psychobilly che incanteranno il pubblico italiano. (red) (25/02/08) |