Ok, questo è il momento dell´emozione. E se c´è chi come noi comuni mortali compra un cd che non ha e se lo ascolta in raccoglimento in salotto c´è chi, invece, sul palcoscenico ci vive e Michael Jackson lo vuole ricordare davanti a tutti.
Ok, un tributo non è un originale, ma un omaggio. E un omaggio è sempre un pensiero di ammirazione verso qualcun altro. Ma quanto narcisismo, e quanta necessità c´è in queste cover? Billie Jean è una canzone delicata, molto delicata. Forse non tutti sanno che questo è stato il primo "scandalo" di Michael Jackson, accusato da una sua fan (una stalker, come la chiameremmo oggi) di essere il padre dei suoi due figli. La ragazza mandò lettere a Michael arrivando a chiedergli di stare insieme, e davanti al silenzio del suo idolo gli inviò una pistola proponendogli di uccidersi assieme ai bambini. Follia, tanto che la ragazza venne poi ricoverata in una clinica psichiatrica. Michael compose questa canzone, contenuta nell´album "Thriller", immaginando di trovarsi in un ipotetico processo e difendersi davanti alla giuria. Quincy Jones, produttore dell´album, non la voleva; ma Michael insistette, e così ci è arrivata quella che è una delle canzoni più famose e amate di Michael Jackson. Una canzone dove c´è un guizzo disperato accompagnato da un carico di aspettative che solo chi ha il vissuto di Michael Jackson può provare a riproporre.
Queste sono le cover che non avremmo voluto vedere. Sono tributi, certo, e in quanto tali li rispettiamo. Ma Billie Jean is not your cover, ricordatevelo bene.
Forse il peggior lavoro l´hanno fatto loro, i Coldplay. Chris Martin non ha nulla a che vedere con Michael, e allontanarsi tanto dal modello non li salva.
Mina è una grande. Anche qui dimostra classe. Probabilmente la migliore della selezione, anche se esaspera - come da suo stile - il manierismo.
Amanda Palmer, gran voce e gran cuore. Ma non abbastanza, stavolta.
Chris Cornell. Studiatissimo e composto, ma un bel contenitore vuoto. A lui l´attenuante (o l´aggravante?) di averla composta prima del fattaccio, quindi libero da emozioni ed urgenze tributarie.
Peter Doherty: YOU CAUSED A SCENE. Punto.
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