Con numeri da paura (più di 11 milioni di spettatori il picco massimo, con un 49,48% di share), e innumerevoli condivisioni sui social, la 66 edizione del Festival di Sanremo è stata senza dubbio un grandissimo successo di pubblico. Tuttavia suona strano, nella marea travolgente di sfottò su Gabriel Garko, di commenti agli abiti della bellissima Madalina Ghenea, o di reazioni divertite alle imitazioni di Virginia Raffaele, che la cosa meno discussa a livello mediatico sia stata proprio la musica, rimasta letteralmente in secondo piano. La cosa è forse naturale, in una rassegna cosi variopinta ed esuberante come il Festival, ma riteniamo che all’aspetto musicale quest’anno spetti un ruolo di tutto rilievo. E’ stata infatti un’edizione decisamente succulenta, con picchi d’eccellenza e abissi incommensurabili, tra nuove scoperte, delusioni e amori ritrovati. Le più grandi sorprese nella sezione giovani, che in molti casi ha regalato molte più soddisfazioni di quella dei big. Di questi ultimi sono stati soprattutto quelli della vecchia guardia a dare spettacolo, mostrando una rinnovata vitalità combinata a un’ottima qualità delle canzoni, mentre complessivamente sottotono sono i più gettonati delle nuove generazioni, spesse volte deludenti rispetto ai loro lavori passati. Insomma una carrellata di musica a 360° che ci sembrava giusto mettere in rilievo. Abbiamo deciso dunque di tirare le somme sui partecipanti e i brani in gara per questo Sanremo 2016.
Nuove proposte
Mahmood, Dimentica: sonorità ipnotiche, timbro di voce caldo e suadente, un’ottima empatia con il pubblico. Voto: 7
Francesco Gabbani, Amen: ha coinvolto tutti con la sua ‘Amen’, travolgendo con un’onda di energia la platea dell’Ariston. Voto: 7,5
Chiara Dello Iacovo: è lei la vincitrice morale della sezione ‘Nuove Proposte’ di quest’anno. Con una grazia non comune ha infatti letteralmente sedotto la critica, meritandosi appieno il premio della Sala Stampa Radio-TV-Web “Lucio Dalla”. Voto: 8,5
Ermal Meta, Odio le favole: ‘Ti manco e non lo so, mi manchi e non lo sai’ è un verso già entrato nella mente di tutti gli amanti del festival. A coronare la sua esibizione una striscia arcobaleno sugli occhi, che (al di là del significato simbolico) rientra un look a metà tra David Bowie e un Renato Zero d’antan. Voto: 8
Miele, Mentre ti parlo: un’esibizione fuori gara la sua di ieri sera, fatta con grandissima dignità, a seguito di quel pasticciaccio brutto consumatosi tra la terza serata e ieri pomeriggio. Anche per la dolce Miele la sconfitta è amara, ma la giovane cantante siciliana sa farsi valere benissimo. Voto: 8
Campioni
Annalisa, Il diluvio universale: leggera, frizzante e assolutamente non banale. Voto: 7
Zero Assoluto, Di me e di te: tremendamente noiosi, stantii, scenicamente trasparenti. In assoluto i peggiori del Festival. Voto: 4
Roccco Hunt, Wake Up: dopo aver vinto due anni fa con la bellissima ‘Nu juorno buono’ la sezione giovani, il rapper salernitano canta quest’anno un pezzo energico, che fa saltare dalle poltrone anche le signore in pelliccia. Voto: 8
Irene Fornaciari, Blu: paga forse il pregiudizio di essere la figlia di un vero grande big, ma non entusiasma davvero Zuccherina con la sua ‘Blu’, un pezzo socialmente impegnato sulle frequenti tragedie del mare. Forse un po’ troppo impegnato per una rassegna spensierata come Sanremo. Voto: 5
Giovanni Caccamo e Deborah Iurato, Via da qui: il canone del canone. Questo duetto sentimentale entra appieno nella categoria ‘ballata sanremese’, un classicone che ricorda tanto il duo Minghi-Mietta e che forse risulta un po’ troppo pedante nell’essere tradizionale. Al di là di questo giudizio, è una tra le papabilissime per il primo premio. Voto: 6
Enrico Ruggeri, Il primo amore non si scorda mai: l’esperienza questa volta paga, e il grande Enrico porta a Sanremo un brano le cui sonorità ricordano molto quelle della new wave anni ’80 dei Decibel. Un tuffo nel passato che tuttavia suona freschissimo e pieno di grinta. Fantastici i synth. Voto: 8
Francesca Michielin, Nessun grado di separazione: una canzone molto radiofonica, fresca e gradevole. Voto: 7
Elio e le storie Tese, Vincere l’odio: puntualmente, ogni volta, sembra quasi che la band capitanata dal giudice di X Factor si ostini a non voler vincere; che sia una rivalsa contro la storica edizione del ’96, in cui arrivarono secondi con la prima ad honorem ‘La terra dei cachi’? ‘Vincere l’odio’ è una canzone composta da 7 ‘andarelli’ (non ritornelli, perche non si ripetono), molto sperimentale, ma non adatta, per ovvie ragioni, allo stile del Festival. Nessuna critica, perché si comprende che la loro è una scelta fatta consciamente. Per il resto gli Elii sono i re del palcoscenico: supercazzolano tutto e tutti e si presentano alla quarta serata con un volto botulinato che fa sganasciare dalle risate il pubblico. Gli EelST rimangono sempre dei veri big. Voto: 7,5
Patty Pravo, Cieli immensi: ironia della sorte, l’inossidabile Patty arriva immediatamente dopo gli Elii al botulino (coincidenze? Non credo). Per quanto riguarda la sua performance, la Pravo ha il solito atteggiamento inimitabile diva maestosa, ma la sua canzone sa troppo di già sentito. Voto: 6,5
Alessio Bernabei, Noi siamo infinito: si presenta da solista mentre in gara contro di lui ci sono proprio i suoi ex compagni di band. Morale della favola: lui passa, loro in zona rossa. Porta al Festival un brano orecchiabilissimo, pieno di energia, di cui si sente l’ispirazione da musica internazionale. Voto 7,5
Neffa, Sogni e nostalgia: per il camaleontico Neffa il giudizio quest’anno non è proprio positivo. La sua ‘Sogni e nostalgia’ suona monotona, spenta, interminabile all’ascolto. Da un asso della varietà come lui ci aspettavamo di più. Voto: 6-
Valerio Scanu, Finalmente piove: il vincitore del Festival 2010 è sempre sul pezzo, e crediamo sia in lizza per la vittoria. Un brano perfettamente sanremese, anche se per nulla paragonabile a ‘Per tutte le volte che…’. Voto: 7
Dear Jack, Mezzo respiro: stecche a parte, i nuovi Dear Jack non sono poi così male, anche senza Bernabei, e rimangono tra i preferiti dei più giovani. Il voto popolare però non basta e finiscono in zona rossa. Stasera tuttavia saranno probabilmente loro i ripescati. Voto: 7
Noemi, La borsa di una donna: niente da dire, Noemi c’è e si fa sentire. Ha voce, ha carisma ed è simpatica. Nonostante il Tapiro per il presunto plagio testuale tra la sua canzone in gara e un brano che porta la firma di Giorgio Faletti, in questo Festival ha dimostrato di valere davvero come artista, oltre che come presentatrice e showgirl. Sicuramente non sarà lei a vincere, ma il giudizio è senza dubbio positivo. Voto: 7,5
Stadio, Un giorno mi dirai: Curreri e compagni quest’anno hanno stupito tutti. Quando entrano sul palco vengono puntualmente accolti da un’ovazione, ma si mostrano, come loro solito, con estrema umiltà. ‘Un giorno mi dirai’ è un brano sentito, toccante, sincero. In una sola parola meraviglioso. Ci auguriamo che siano loro i vincitori della 66° edizione del Festival. Voto: 9
Arisa, Guardando il cielo: la co-conduttrice della passata edizione di Sanremo ha abbandonato definitivamente il suo look da cartoon-manga giapponese; oggi è decisamente maturata, sia come donna sia come artista, e la canzone in gara ‘Guardando il cielo’ si adatta benissimo alla sua voce fine e cristallina. Unico difetto: la troviamo un po’ estenuante. Voto: 7
Lorenzo Fragola, Infinite Volte: sa tenere la scena e le sue canzoni piacciono infinitamente al pubblico. A noi non fa impazzire. Voto: 6,5
Bluvertigo, Semplicemente: tralasciando il mistero sulla voce (non pervenuta) di Morgan, ‘Semplicemente’ in assoluto non e un brutto brano: è orecchiabile, moderatamente elettronico, e complessivamente piacevole. E una sorta di compromesso tra la sperimentalità del trio e le necessita del Festival. Tuttavia il buon vecchio Morgan sul palco appare ingessato, imbolsito, e forse a causa della scelta (infausta) di un look elegante, oltremodo istituzionalizzato. In poche parole, buoni propositi, pessima scena, e finiscono nella zona rossa. Per rispetto a una band sacra nella storia del rock italiana, speriamo siano loro i ripescati questa sera, ma le speranze sono poche. Voto: 7-
Dolcenera, Ora o mai più: il rock-pop di Dolcenera si smorza in un calorossimo e vibrante R&B. Good Vibes. Voto: 7,5
Clementino, Quando sono lontano: si sa, Sanremo è Sanremo, e quest’anno ha avuto il potere di trasformare un poeta maledetto da periferie napoletane in un guappo che ‘passa scampaniann pe’ Tuleto’. Voto: 5
Testo di Domenico Alfieri
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