Tredici edizioni e il successo di Amici ancora una volta è innegabile.
Per fortuna o purtroppo il programma di Maria De Filippi è stato accolto nelle case di molte famiglie, tra padri disperati per qualche serie tv o partita persa e ragazze/i in ebollizione ormonale per i loro idoli.
Una finale che mi ha lasciata stupita. Non sono amante del programma, lo premetto, seppur grata del fatto che in Italia almeno musicalmente ci sia ancora qualcuno che abbia voglia di investire e scovare giovani talentuosi, facendoli crescere (o almeno provandoci). Il classico Diamo a Cesare quel che è di Cesare. Giovani, ma neanche da impressionare per acerbità. Over 18 under 26 sicuramente, qualcuno con gavetta anche solo di social e festival qua e là (vedi i Dear Jack) qualcuno con un sogno e nessun mezzo per realizzarlo. Sicuramente mamma Maria, mi piace vederla così, nella veste di una madre putativa severa ma allo stesso tempo premurosa con i pargoli del programma, ha allestito uno show degno di nota. Ospiti e super ospiti, Giuliano Peparini che si sbizzarrisce per scenografie e immagini evocate. Tirerei le orecchie alla direzione artistica del Festival di Sanremo e quanto meno gli direi “Hey, tu, guarda dove arriva l’evoluzione?”. Tre giurati, due squadre, giornalisti schierati e si aprono le danze. A tal proposito di Ballo ne so poco, praticamente nulla. Sono una quercia che si muove al vento io, figurati la verde invidia nel guardare Vincenzo fluttuare in una coreografia mentre la versione sexy di Alessandra Amoroso appollaiata su un cubo cantava. Evito il merito o demerito di mettere in sfida un ballerino e una cantante che mi sembra come mescolare pasta e maionese, ad alcuni piace mangiarla così, a me no.
Aprono le danze i Dear Jack featuring Elisa e ridisegnato “L’Anima Vola”. Il gruppo dato per vincitore annunciato si è portato a casa il premio della critica. I Dear Jack sono il primo gruppo nella storia del programma. Nuovi orizzonti dopo lo scorso anno in cui c’era il (presunto, parere puramente personale) rapper Moreno. Sicuramente la strada che si trovano a percorrere dovrà prevedere studio e dedizione ma le basi e un pizzico oltre ci sono. Domani è un altro film è balzata immediatamente nella top 20 e l’album è il più venduto in Italia, sicuramente un motivo ci sarà. Alla produzione Kekko dei Modà e la firma di Piero Romitelli, ex di Amici, lascia un segno (per citarli). Un brano orecchiabile che inevitabilmente ti entra in testa, vuoi per le rime o il groove pop-rock-ammiccante, il gioco è fatto. Aggiungiamo anche che il gruppo è composto da cinque moraccioni, il pezzo in heavy rotation su alcune radio, ed è normale che l’anfiteatro crolli appena il brano viene intonato.
Deborah Iurato ha vinto tutto, prima sfida e podio finale. Lei che con Giorgia febbricitante ha segnato immediatamente il punto sulla questione “voce”. Anche se fuori è inverno scritto dalla Mannoia Nazionale è una veste che la avvolge perfettamente, seppur il sapore forzatamente tra il retrò e il new, tra voce e melodia mi lascia il sapore in bocca del gelato comprato del solito gusto, nel solito bar di Milano. Un’ugola potente tanto che a volte ingrana la quinta quando basterebbe una seconda e ciò che ne consegue sono interpretazioni al rischio di derapata (e qualcuna l’ha messa a segno, si veda alla voce Girl On Fire). Se prima erano in ennemila a ballare il Lalligalli, ieri sera erano in tre da cui poi ne è rimasta una, Deborah Iurato. Ciò che conta sono le carte finali e il pubblico a casa ha decretato che tra i Dear Jack e la mora, la vincitrice fosse proprio la seconda. Lavoro delicato anche per lei che deve imparare a controllare il suo mezzo vocale, che deve crescere, ma vista la giovane età, concediamoglielo, no?
Elena Rebecca Odelli
28 maggio 2014 |