Mediolanum forum, Milano 24 marzo 2014.
La prima volta che ho visto Elisa avevo poco più che diciotto anni, a Piacenza o provincia non ricordo. Voce inconfondibile, grinta da vendere e quel velo di timidezza ed euforia che si racchiude nei sospiri prima di calcare un palco qualsiasi, che sia la festa della rana o un palazzetto dello sport. La seconda volta che ho visto Elisa è stato ieri sera. Cresciuta io e cresciuta lei, carica di esperienza di vita vera, quella che ti fa maturare e mutare forma. Eppure malgrado un posto enorme quale il forum, la sostanza di Elisa, l’essenza prima che hai scorto anni fa, ti accorgi non essere mai cambiata.
Una semplicità disarmante e un’umiltà fatta di chi il suo lavoro lo apprezza e lo rispetta. Una carriera costruita con fatica e lavoro meticoloso, con il rispetto verso le persone che sin dall’inizio della sua storia, la seguono. È in questa luce che si leggono le tre ore di spettacolo proposte, una scaletta misurata al dettaglio, la dedica a Luca e Valeria fan di vecchia data e la proposta di matrimonio in diretta, gli intermezzi, la gente che ha voglia di emozionarsi ancora una volta attraverso la sua musica, attraverso la sua voce. Si pensa spesso che il pubblico italiano – la critica musicale complice in questo – sia un gruppo di beoni in grado di bersi qualsiasi velleità pseudo artistica. Credo invece che i fan siano molto più razionali e attenti di quanto si creda, che se una famiglia decide di compre un biglietto e portare le figlie a vedere un concerto di Elisa sia perché sa che assisterà a uno spettacolo musicale degno di nota, dove l’accento è posto sulla qualità della musica proposta, sull’essenza profonda delle sensazioni che vengono evocate brano per brano; che se ci sono coppie con occhi lucidi, sia perché hanno ancora voglia di ricordare attraverso i suoi brani, fotogrammi di vita insieme; che se ci sono gruppi di amici è perché hanno ancora una volta il coraggio di divertirsi; che se ci sei anche tu lì, sola, con sguardo attonito e incapacità di proferire parola, sia perché avevi bisogno di emozionarti ancora riscoprendo quel senso di te.
Tre ore di live, una pellicola suonata che mostra il naturale crescere della qualità musicale proposta, con un’unica costante: Elisa è sempre rimasta fedele a se stessa. Quella timida ragazza di Trieste che si mostrava sul palco di Sanremo in punta di piedi, ma che appena iniziava a intonare le prime note di Luce (Tramonti A Nord Est) si trasformava nel suo alter- ego. Le due E di schiena di cui era composto il palco, rappresentano proprio questo, l’anima di Elisa. Un posto per mettersi a nudo semplicemente mostrando ciò che si è senza pizzi, merletti e fuochi artificiali. Dove video, preludi e inserti si ripongono nella giusta misura e contorno. Al centro lei, presenza magnetica sia che imbracci la chitarra, suoni il piano o abbia tra le mani solo il microfono. Una voce inconfondibile, una grinta impagabile e il sorriso stampato sul volto, come quello di chi non da nulla per scontato, neanche se stessa. Come chi ogni volta ha saputo mostrarsi un pizzico di più attraverso la sua musica, rimanendo onesta. A rileggere la scaletta il giorno dopo ti viene spontaneo chiederti come faccia? 33 canzoni, escluse quelle richieste direttamente dal pubblico, senza respiro, affamata di divertirsi e divertire come la prima volta che la vidi, su quel palco minuscolo di Piacenza.
Elena Rebecca Odelli
25 marzo 2014
LA SCALETTA
Non fa niente ormai
Un filo di seta negli abissi
Lontano da qui
Specchio riflesso
Pagina bianca
A modo tuo
L’Anima vola
Labyrinth
Bridge opera butterfly (Solo al piano con vocalist)
Qualcosa che non c’è
Dancing
E scopro cos’è la felicità
Ecco che
Luce
Rainbow
Preludio Django
Ancora qui
Eppure sentire
Heaven out of hell
Elisa alla chitarra esegue brani a richiesta del pubblico
Broken
Ti vorrei sollevare
Una poesia anche per te
Rock your soul
Prayer
Maledetto labirinto
Stay
Gli ostacoli del cuore
Together
Bis:
It is What It Is
Cure Me |