“La musica deve nascere per tutti, quando senti che la cosa che hai fatto ha un valore e non hai paura di proporla a un pubblico piuttosto che a un altro”.
Parola di Rosalba Pippa, conosciuta ai più come Arisa, cantante, autrice, scrittrice, attrice, doppiatrice, personaggio televisivo. Una personalità poliedrica ed eclettica, che non ha mai paura di mettersi in gioco, di cambiare (e non solo immagine), di sperimentare.
A partire dall’ormai imminente Festival di Sanremo, dove presenterà Lentamente (il primo che passa) (scritto da Cristina Donà e da lei stessa, musica di Saverio Lanza e Cristina Donà con la produzione artistica dello stesso Saverio Lanza) e Controvento (testo e musica del suo storico autore Giuseppe Anastasi con la produzione artistica di Carlo Rossi), entrambe contenute nel suo quarto album, “Se vedo te”, disponibile dal 20 febbraio e da oggi in preorder su iTunes.
“A Sanremo ci sono andata, ci vado e penso ci andrò ancora – ha dichiarato nel corso di un incontro stampa - è una buona occasione per presentare un progetto musicale. A me piace tutto del Festival, lo adoro, è l’unica settimana in cui mi sento una diva, non me lo togliete! A maggior ragione ora che abbiamo la possibilità di far sentire due brani. Non vedo l’ora di emozionarmi, perché io amo emozionarmi, avere quella sana paura, mi sento viva attraverso le emozioni, anche gli imprevisti”.
Festival che le ha sempre regalato ottime soddisfazioni, dall’esordio vincente fra le Proposte nel 2009 con il tormentone Sincerità, passando per Malamorenò dell’anno successivo e la consacrazione con La notte, seconda ma che ha poi vinto nella gara ai download, aggiudicandosi il triplo disco di platino.
Nella serata Sanremo Club di venerdì 21 febbraio duetterà coi danesi Whomadewho in Cuccurucucu di Battiato: “Quando ho assegnato a X-Factor un loro pezzo ai Frères Chaos – Inside World – mi hanno contattata e siamo diventati amici di musica”.
“Il mio nuovo disco si divide fondamentalmente in due parti: quella più intimista e quella più pop, radiofonica; ci sono brani allegri ma anche molto riflessivi e introspettivi, che tracciano il ritratto di esseri umani e dei loro percorsi di vita. I brani che porto a Sanremo riflettono questa doppia anima musicale: uno è più popolare, semplice, ma sempre di contenuto, mentre l’altro è più raffinato ed elaborato, un passo verso qualcosa meno mainstream. È questa la cosa bella, mettere al servizio la propria popolarità per divulgare qualcosa di più complesso e ricercato. Mi sono resa conto negli ultimi tempi che a volte il mio genere non rifletteva i miei gradimenti e i miei ascolti e ho realizzato che dovevo essere io, in prima persona, promotrice di un certo tipo di musica. Perché mia madre o mia zia non devono sapere chi è Cristina Donà, che fa musica d’alto livello da 20 anni? Perché Antonio Di Martino dev’essere considerato un artista di nicchia?”.
E com’è nato l’incontro artistico con Cristina Donà?
“Dopo aver scelto di non prendere più brani da un solo autore, Giuseppe Anastasi (ed era come se li scrivessi anch’io, considerando la nostra vicinanza), ho cercato quello che amavo e che potesse essere mio; ho chiesto a Cristina che seguo come artista da tempo di scrivermi un brano; da lì si è stretto un rapporto così confidenziale e di feeling che alla fine me ne ha scritti 4. Lei è davvero una personale speciale, io stessa ho imparato in parte a cantare ascoltandola perché ha uno stile vocale ed espressivo molto originale e internazionale. È la prima volta che canto canzoni di una donna scritte appositamente per me”.
Accanto a Cristina, ci sono altri fior d’autori: Dente (che ha scritto Sinceramente), Antonio Di Martino (Stai bene su di me e Quante parole che non dici), Angelo Trabace, Christian Lavoro e Marco Guazzone. “Gli autori di questo disco li ho cercati uno per uno. Sai, in questo paese ci lamentiamo sempre, ma abbiamo tante cose belle che meritano di essere portate alla luce. Io guardo le cose belle, non quelle brutte, e ce ne sono tante di belle, fortunatamente, nel nostro paese. Bisogna cercarle, se cerchi, trovi”.
Da quanto lavori a questo disco?
“Da tanto. Il primo pezzo che mi è arrivato da Guazzone, Dimmi se adesso mi vedi, risale a due anni fa. Già quando lo vedi a Sanremo, due anni fa, dissi alla sua manager che mi piaceva molto e che volevo parlarci. Abbiamo registrato una canzone, insieme anche agli Stag. Per ora è in un cassetto, ma sicuramente uscirà, prima o poi”.
Sono diverse le influenze stilistiche di questo nuovo lavoro, dall’elettronica di L’ultima volta (firmata da Angelo Trabace, prodotta da Carlo Rossi e ispirata alle sonorità di A Real Hero dei College) al soul/gospel di La cosa più importante, fino a brani di pop più puro: qual è oggi la tua anima musicale prevalente?
“La musica. Non amo dare un nome specifico alle cose, etichettare tutto in base ai generi; tutto può essere tutto e niente allo stesso tempo. I generi musicali li abbiamo inventati per chiarirci le idee, ma non è detto che si debba avere le idee chiare… io, ad esempio, non le ho! (ride, nda). L’aspetto che mi caratterizza è la comunicazione, la verità: canto quello che mi appartiene. Questo credo sia il vero filo conduttore”.
Dalla cover di “Se vedo te” si nota un’immagine diversa, in evoluzione, rispetto agli esordi; in cosa invece sei cambiata dentro?
“Sono un po’ stanca delle parole superflue, prima avevo molta energia da sprecare, ora ho l’energia giusta da dare solo alle persone che lo meritano. Ancor prima di essere Arisa, era un fiume in piena. La svolta vera è avvenuta fra i 20 e i 25 anni. Dai 20 anni avevo un’energia pazzesca, ora, pian piano, sento la necessità di centellinare le mie energie e indirizzarle solo per le cose importanti. Non mi disperdo e non mi spreco più, è come se fosse scattato un meccanismo di autoconservazione. Ho scoperto che tengo a me stessa, voglio aver cura di me”.
Due saranno le anteprime del tour che partirà in primavera (e dove Arisa sarà accompagnata dalla formazione d´archi dei Gnu Quartet): domenica 6 aprile a Roma all’Auditorium Parco della Musica e mercoledì 16 aprile a Milano al Teatro Arcimboldi.
Inoltre, dopo le due esperienze da doppiatrice (“Un mostro a Parigi” e “Cattivissimo me 2”), Arisa presta la sua voce cristallina a Gloria nel film d’animazione “BARRY, GLORIA E I DISCO WORMS”, dal 10 aprile nelle sale cinematografiche italiane, che narra l’avventura di una band di vermetti che danzano e cantano a suon di Disco Music, in cui. “Mi piace doppiare, è un bel modo di utilizzare la voce, ho scoperto tanti colori che non conoscevo”.
Tornando al nuovo album, “Se vedo te” è un disco pop con tutti i crismi del caso, destinato, come negli intenti, a piacere a tanti, senza però suonare mai ruffiano e scontato (e questo, in ambito pop, specialmente italiano, sa quasi di miracolo).
In questo senso, è un piccolo gioiellino pop Sinceramente di Dente che in due minuti e mezzo colpisce per semplicità e al contempo intensità (“Sinceramente ho fatto tutto quello che dovevo, ho detto pure una bugia, sinceramente”).
L’esperimento elettronico diL’ultima volta è decisamente riuscito, sposandosi bene con l’ineccepibile vocalità di Arisa, che riesce a essere espressiva anche in quest’ambito. Per chi invece la preferisce più sbarazzina e scanzonata troverà in Chissà cosa diresti il suo brano preferito, grazie anche all’arrangiamento di Saverio Lanza che ha unito suoni pop-rock a un sapore retro data dagli ottoni. Fra i brani migliori, anche Dimmi che non mi trovi mai, effervescente e molto ariosa nella linea melodica del refrain, su ritmiche abbastanza sostenute (garantisce ancora la Donà) e la classe di Dimmi se adesso mi vedi, firmata dall’ottimo Marco Guazzone, rigenerante e catartica.
Chicca finale (posta non a caso alla fine del disco), la struggente dichiarazione di Stai bene su di me, di cui è coautrice: “Amore mio abbiamo vinto la guerra e non c´è più niente al mondo che ci cambierà mai solo se vorrai sarà così”. E capisci che Arisa ha fatto pace con se stessa, col suo passato. Ed è pronta a guardare con serenità al futuro, radioso, che va ben oltre a Sanremo.
Benritrovata.
Andrea Grandi
13 febbraio 2014
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