Davide prende il nome da un rimando biblico. Sfida la vita e i suoi ostacoli. Ecco tutto quello che c’è da sapere su Viva Lion!
Tra Italia e Los Angeles, oltre tanti aerei quali sono le comunanze e divergenze sul grande tema della cultura musicale?
“L’Italia è un paese ricco di arte, cultura e talenti creativi, più degli Stati Uniti. A Los Angeles, però, lo spirito imprenditoriale nell’entertainment è molto più sviluppato. Ci sono più spazi (locali, studi, ecc.) e la capacità di pensare in grande. In ogni caso, come ovunque nel mondo, la musica unisce, sia in Italia che negli USA”.
Da un gruppo punk (The Union se non sbaglio) a VIVA LION!...qual è stato il passo?
“Sono cresciuto con il punk rock californiano e le varie declinazioni (hardcore, emo, ecc.). Quando mi sono trasferito in Canada nel 2009 ho iniziato a suonare folk e cose acustiche con dei musicisti di Toronto. Per ovvie ragioni i The Union sono stati accantonati. Continuo comunque ad ascoltare molta “loud music”.
Perché “Viva Lion!”?
“Viva è una parola internazionale, usata in lingua italiana, ispanica e anglofona e riassumeva i miei ultimi anni tra Italia, Canada e California (in Southern California si parla sia inglese che spagnolo). Lion, il leone, è un riferimento al mio nome di battesimo, Daniele, quel profeta dell’Antico Testamento che fu gettato nella fossa dei leoni e ne uscì miracolosamente vivo. VIVA LION! con il punto esclamativo è un invito ad accettare le difficoltà con atteggiamento di sfida”.
Come puoi descivere a modo di spot pubblicitario The GreenDop Ep?
“Intimate music for livingrooms and tiny clubs”.
Come sono nate le collaborazioni?
“Sono nate tutte in modo spontaneo, amici musicisti o incontri artistici diventati amicizie. Le canzoni dell’EP nella loro versione embrionale erano tutte chitarra e voce, poi durante la produzione in studio, volta per volta, sono arrivate le collaborazioni. I Velvet hanno prodotto il disco con la loro Cosecomuni e suonano oltre che in Footloose anche in altri brani. Roads Collide è un amico musicista di grandissimo talento e mi aveva aiutato tre anni fa a registrare i demo dell’ep. Gipsy Rufina è un giramondo folk di cui sono fan, ci ha presentati un amico comune e nel salotto di casa sua è iniziato il featuring su Even If. Infine è arrivata Megan Pfefferkorn, cantante e attrice americana conosciuta a Los Angeles. Lì abbiamo suonato insieme, poi una volta tornato a Roma le ho spedito i file di Goodmorning/Goodnight e lei ha registrato la sua splendida voce”.
Se ti dicessi The Thrill?
“The Thrill è il primo singolo estratto da The Green Dot Ep, l’unico in cui non c’è la partecipazione di altri artisti. Le percussioni sono prodotte da oggetti trovati in studio (buste, spillette) e dal legno del pavimento dello studio. Il video racconta quello che faccio davvero: suonare a casa della gente. I protagonisti, come nel disco, sono amici e familiari e le case sono realmente le loro. C’è Carolina Di Domenico con suo figlio, mio fratello con sua moglie, in dolce attesa; il super chef e rocker Fabrizio Slimano, Claudio Falconi, che prima di trasferirsi a Los Angeles suonava con me dal vivo, e sua madre”.
Di solito non facciamo gossip ma visto il ben visibile concept del disco: hai o hai avuto una relazione a distanza?
“Non è gossip perché ormai è di dominio pubblico, l’EP è totalmente autobiografico e parla appunto della long distance relationship che ho avuto con una ragazza di Los Angeles. Io vivo a Roma, facevamo avanti e indietro e le scrivevo canzoni che parlavano di noi e che suonavo via Skype. Da lì è nato “The Green Dot”, il punto verde, il segnale della webcam del computer”.
Testo di Elena Rebecca Odelli |