Quando la chiacchierata è sincera, è tangibile si capisce subito per l’empatia che si può o meno creare con l’interlocutore. Con Gigi succede sempre così. Le Mani sono tornate libere, Le Mani sono tornate perché a trentatre, chi più chi meno, hanno parecchio di cui parlare. Ecco quindi Settembre anteceduto da “Il lago” singolo cantato insieme a Federico Zampaglione.
“Settembre” ed esce ad ottobre?
“Settembre perché ci piaceva come nome. Il punto di partenza e la rinascita in genere è settembre”.
Tra le varie collaborazioni in questo disco, come mai la scelta di Zampaglione, così agli antipodi dal vostro mondo musicale?
“Perché uscivamo la sera insieme a Federico. Gli abbiamo fatto ascoltare i nostri provini e, da subito, gli è piaciuto il nostro lavoro. Quando abbiamo registrato i pezzi in modo quasi definitivo, tra questi ha scelto “il lago”, perché sembra quasi scritta da lui. Si presta molto alle sue corde e al suo modo di cantare. Federico si è dimostrato uno delle persone più umili e gentili. Dall’amicizia si è passati alla professionalità e ne siamo rimasti entusiasti. Averlo è una sfida perché sono mondi opposti che si incontrano”.
Dove sono finite Le mani di “Stai bene come stai” “L’ultima lettera”?
“Sono tra le rughe che abbiamo in faccia. A 25/26 anni non te le vedi, si nascondono bene, man mano che cresci ti fai le ossa e ragioni di conseguenza. Questo album per noi è il raggiungimento dell’autonomia totale, della nostra originalità per eccellenza. Capisci, ascolti e cerchi sempre man mano di evolvere . Penso che sia l’album più ver,o anche perché ci crediamo moltissimo. Abbiamo lavorato parecchio sul raggiungimento di un’originalità per poterdire a chi ascolta “adesso vi potete fidare””.
Vi siete accostati molto di più all’elettronica. Ascolti diversi dal passato?
“Abbiamo fatto un ragionamento sull’essenzialità. Il primo album è nato di getto: un incontro-scontro tra queste due band che si sono unite. Il secondo è stato un rimanere sulla scia del primo cercando di aggiungerci degli elementi nuovi. Il terzo, invece, è stato fatto un lavoro sul cercare di capire cosa è essenziale per una canzone: ci sono parti di tastiera, ma c’è anche la tastiera, ci sono parti di chitarra ma c’è anche la chitarra. C’è stato un lavoro di scelta. Abbiamo voluto studiare questa alternanza”.
Una cosa che colpisce è che non si trovano canzoni che parlano banalmente di amore, si parla di altro
“Abbiamo voluto studiarlo,come non avevamo mai fatto prima. Anche sui testi c’è stata una scelta. Antonio ed io ci siamo detti che dovevamo comunque scrivere dei testi che parlino da trentatrenni quali siamo. E’ stato un cambio radicale nel mio modo di scrivere i brani, perché prima era molto legato alla musica di qualità e soprattutto all’istinto. Un testo come “in un campo di ortiche” ho voluto specchiarmi negli occhi di chi, come me ha raggiunto metà di una vita,senza essere mai banale. Anche “il lago” scritta da Antonio è una fotografia , mai immagineresti un pensiero del genere come banale”.
Ma LeMani preferiscono la salita o la discesa?
“Adesso la salita perché serve per liberarsi dalle difficoltà del passato. Lasalita intesa come raggiungimento, ascesa, cammino verso nuovi posti. La discesa si pensa più facile,questo cammino in salita ci serve però, per superare le difficoltà piuttosto che saltarle.
Perché “Milady Italia” e perché questo vampiro vegetariano?
“Milady Italia ho immaginato di essere fuori dal nostro stato, catapultandomi in una dimensione differente. Ho cercato di guardare all’Italia con occhi diversi rispetto a quelli che uso quotidianamente. Ho immaginato di ricevere notizie tramite network, tutto ciò che mi appariva cercava di farmela immaginare come una penisola felice, però non è così realmente. Quindi la finzione e il ricordo si scontrano con la realtà. Dicendo “qui va tutto bene anche i giornali ne parlano”,però si sente che in fondo non è vero. Vampiro è un cambio di rotta alla vita quotidiana. I vampiri di per sé sono carnivori, succhiando sangue umano. Questo vampiro decide di espiare le colpe diventando vegetariano”.
Ma tu sei vegetariano? Perché altrimenti l’avrei associato a te
“No. Lo sono stato per due anni poi, però, rimangiando carne mi sono reso conto di altre cose.
Vi hanno sempre accostato al suono dei Negramaro, se poi i Negramaro possono essere definiti proprietari di un suono, che c’entra un Sangiorgi come produttore di un pezzo “La salita”?
“Succede che l’amicizia che ci lega a loro è vera e viva. Ti accorgi come l’umiltà di certa gente non sia finta. E’ stata una sfida per loro (Federico e Giuliano)e per noi. Per loro nel senso di cantare un brano di una band di amici,che se non fosse stato professionalmente valido non l’avrebbero fatto. E’ un gran ritorno, il lato umano non si mette in discussione. Anche perché la semplicità di queste persone rimane tale. A ciò si aggiunge il lato professionale per cui se decidono di cantare un nostro pezzo implica che abbiamo fatto qualcosa di valido. La presenza di Giuliano non implica la presenza di un genere. Ma solo di un amico che ha voluto investire del tempo su Le Mani”.
Cosa c’è nella vostra scatola?
“Il disco de Le Mani. Tutto ciò che abbiamo fatto recentemente, confluisce nel nuovo disco.
Se fosse una riflessione Settembre cosa sarebbe?
“Settembre è il mese in cui ti scordi dell’estate e ricominci a pianificare la tua vita. L’estate è il momento in cui ci si libera dalle fatiche e si sogna. Settembre è il mese in cui riaccendi la macchina, riparti e i tuoi sogni diventano pratica”.
Testo di Elena Rebecca Odelli
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