Iniziamo dal principio.
Ben Harper è originario della California, nasce nel 1969 e cresce a contatto con la musica.
Il nonno era liutaio e aveva un negozio di strumenti, fin da piccolo si trova tra le mani splendide chitarre che impara a suonare.
Anche i genitori sono entrambi musicisti così cresce vivendo la musica.
Lo circondano problemi razziali, aspetto che lo renderà maggiormente sensibile e che trasmetterà nella sua musica e nei suoi testi.
Nel 1992 avviene l’incontro con la Virgin, ed esce “Welcome to the Cruel World” (1994).
Ben Harper si fa notare, è autentico e intenso, canta con l’anima e suona con vigore e dolcezza. Il primo album è ricco i momenti malinconici e acustici, si identificano già due delle sue radici più clamorose Jimi Hendrix, per il blues, Bob Marley nel modo di cantare.
Spesso suona da seduto con uno slide inventato da lui, rapisce ed ipnotizza chi lo comincia a conoscere.
Esce “Fight For You Mind” (1995), una conferma del successo ottenuto all’esordio. Non fa molta differenza se si cimenti con le passionali ballate in stile southern gospel, con il funk anni Settanta o con il blues elettrico: Harper rimane comunque fedele a semplici quanto elevati criteri di bellezza.
Da "The Will to Live" (1997), inizia una fase maggiromente elettrica e rock. Bellissimo, contiene pezzi di un’intensità emotiva fortissima, come Faded, Homeless Child, Glory & Consequence, e molte altre.
Al suo fianco si schierano gli Innocent Criminals: il mitico enorme bassista Juan Nelson, il percussionista Leon Lewis Mobley e il batterista Oliver Charles. Escono ancora, "Burn to Shine"(1999) e "Diamonds on the Inside" (2003), oltre ad un live “Live From Mars”, due dvd “Pleasure and Pain” e “Live at the Hollywood Bowl”.
Da un decennio, Harper e la sua inseparabile chitarra Weissenborn rappresentano una grazia salvifica nel capriccioso mondo dell’industria del rock & roll. Non è mai stata sua intenzione quella di porsi come redentore, eppure la modestia del suo approccio alla scrittura di musica e testi sembra infondere una vita propria alle sue canzoni.
Siamo ora giunti ad un nuovo lavoro “There will be a light” con i Blind Boys of Alabama. Ecco cosa dicono di questo CD:
"Più gospel meno narcisismo. Risultato: Ben fa un disco magico." (Musica!, settembre '04)
"Undici canzoni [...] di musica caduta dal cielo, essenziale, mai ridondante, fuori tempo." (L'Espresso, settembre '04)
"Per incidere un capolavoro possono bastare pochi giorni." (Tutto, settembre '04)
"E' nato per caso, ma è già uno dei dischi dell'anno." (Jam, settembre '04)
"Un album di soul psichedelico che di sicuro emoziona." (Vanity Fair, settembre '04)
"Voto: 8,5. Perchè: di sicuro tra le prove migliori in assoluto di Ben Harper per talento compositivo e doti da interprete." (Jam, settembre '04)
"There Will Be A Light riposta la musica ai suoi luoghi originali e ai suoi scopi primordiali." (Buscadero, settembre '04)
Insomma è già un successo….
Paola Andreoni |