Ho risentito Lorenzo, conosciuto dai più come Il Cile, a ventiquattro ore dalla sua performance su uno dei palchi più importanti in Italia. L’Heineken Jammin’ Festival, non lo fanno tutti. L’ho sentito velocemente, in macchina tra strumenti ed emozione per i chilometri passati, alle porte di Milano.
Sei arrivato a Milano e inizi a respirare la tremarella del salire sul palco domani?
“Guarda dopo il Rock in Roma di ieri e l’MTV Days, un po’ di contatto con il pubblico c’è stato, anche per quanto riguarda i nuovi brani. L’emozione c’è, sono l’unico italiano domani a esibirmi. Partecipare all’Heineken è , allo stesso tempo,una soddisfazione e un onere. Le emozioni che sento servono a dare il via a tutto”
Gesti scaramantici prima di salire sul palco o “che dio ce la mandi buona” e va bene così?
“Fortunatamente conosco bene l’inglese, magari mi spaccio per un artista straniero. Scherzi a parte, saremo molto concentrati. Abbiamo preparato il live in modo che dia la giusta dinamica al pubblico. Sarò molto emozionato, ma cercherò di fare tutto nel migliore dei modi.
Non ti fa paura questo successo che è arrivato all’improvviso e velocemente?
Il fatto di aver lavorato molto in studio e di aver aspettato prima di uscire sul mercato, nel momento in cui ero consapevole di aver in mano qualcosa di forte, mi ha aiutato. L’album che uscirà il 28 di agosto (“Siamo morti a vent’anni”) racchiude cinque anni della mia vita. Ci si sente emozionati, fortunati e si cerca di far di tutto per non tradire le aspettative. Grazie al cielo, per quello che per adesso sto sentendo, una connessione con il pubblico si crea”
L’affresco della generazione che stai proponendo è complicato, duro, complesso ma anche molto vero
“Io sono toscano,noi toscani siamo molto goliardici e abbiamo la satira nel nostro DNA. Il titolo è una sorta di provocazione e un desiderio di fare rumore. In questo album c’è tutto: io, i miei coetanei, le generazioni a venire. Ci sarà il momento della gioia, della malinconia,della goliardia, questo sono io. Il fatto che mi siano arrivati dei messaggi di empatia, mi rende più sicuro sul lavoro che sto facendo. Faccio musica per una mia esigenza, per liberarmi da cose personali, e lo faccio con sincerità".
Non senti un po’ il peso di aver ricreato quel legame inverso tra musica e media, in un’ epoca dove chi sfonda è perché ha fatto un talent show?
“Noi abbiamo provato a fare tutto senza meccanismi di costruzione, facendo solo musica che ci piacesse. Questa è stata la prima regola con Fabrizio Barbacci (il produttore ndr.). Quando ci siamo sentiti pronti con un prodotto interessante a livello trasversale, confrontandoci con i discografici, non ci siamo posti tante domande. Addirittura “Cemento Armato” ha provato due volte senza successo ad entrare a Sanremo. Ora l’importante è continuare, perseverare ed essere sempre credibili”.
Nelle emozioni sei più prati di viole o più cemento armato?
“Io sono entrambi. Sono un continuo saliscendi emotivo. E’ nella mia natura essere una persona turbolenta. Quando si tratta di emozioni, si apre un fiume e cerco di farle entrare nei miei brani”.
In “Cemento armato” ti accorgi in qualche modo di aver sbagliato qualcosa, quali sono i tuoi errori e come pensi di porci rimedio?
“I miei errori sono quelli che da un punto di vista di metafora provocatoria mi hanno fatto morire a vent’anni: aver lasciato correre troppe cose, non essermi soffermato a capire le persone che per me erano importanti, i compromessi a cui sono sceso perché, quando si cresce, è nella natura dell’essere umano dover mitigare i sogni perché non stridano con la vita reale. Io ho posto rimedio cercando di non abbandonare il mio sogno concreto: quello di fare musica. Spero di continuare”.
Cosa disperde tutto a terra la tua generazione? (cit. “Il mio Incantesimo”)
"Disperde sia le emozioni positive, che quelle negative: la rabbia la gioia, i sogni irrealizzabili e realizzabili. Però si riprende la luce del sole, i valori umani, economici, empatici tra ragazzi. Io ho sempre pensato che dopo il momento di caduta, ci sia quello di risalita e da lì si cresce più forti di prima".
Stanotte dormi?
"Credo di sì, i viaggi lunghi aiutano in questo".
Testo di Elena Rebecca Odelli
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