Il Cile (Lorenzo Cilembrini) è schietto e sincero come solo chi ha la vita pratica da raccontare, quella di un lavoro che non ti piace ma che devi fare per vivere, quella di ragazzi che a ventanni lasciano sogni sul guanciale per scontrarsi con la realtà. Attento osservatore,osmotico verso gli occhi che incontra. Cemento Armato è il singolo più trasmesso dalle radio, questa chiacchierata è la storia di Lorenzo da operaio all’ospedale Torregalli di Firenze, al palco dell’Heineken Jammin Festival e il disco in uscita a giugno
Qual è stato il tuo cemento armato?
“Il mio cemento armato è stato un periodo della mia vita in cui ho percepito la necessità di esorcizzare con musica e parole le mie insicurezze,i miei dubbi, la malinconia di un presente slavato, in un mattino invernale, accingendomi a prendere il treno che mi portava al mio lavoro da operaio all´ospedale Torregalli di Firenze.In quel vagone ho tirato le somme di tutti i miei piccoli e grandi successi ed insuccessi emotivi,umani e sentimentali , la canzone in seguito si è praticamente scritta da sola”.
Come si lega Lorenzo, il tuo io la tua esperienza di vita, a questo album?
“L´album, il mio primo, uscirà a breve e sarà una catena di vicende autobiografiche che immaginificamente ha come anello centrale "cemento armato"”.
Quanto arezzo e se arezzo ti ha condizionato in questo lavoro, nonostante la vita all´estero?
“Arezzo è la mia Itaca, che odio e amo, come spesso capita per tutte le città che nell´effettivo sono paesi un po´ allargati. c´è sempre stata in me un´urgenza di evadere ma anche la necessità di tornare per ricomporre il mosaico delle idee,delle vibrazioni e delle parole vissute magari altrove. Il fatto di avere avuto in questa città le persone che mi seguono artisticamente ha certamente amplificato il mio bisogno di viverla e
comprenderla”.
Come descriveresti la tua (la nostra ndr.) generazione? è davvero quella che "disperde tutto a terra perdendo la guerra con sè stessa" e quella che muore a 20 anni benedicendo speranze sul guanciale o con progetti di vita alternativa?
“Credo di si ma credo altresì che sia anche quella che rinasce dalle proprie ceneri come un´araba fenice. Credo che per chi come me è nato negli anni ottanta ha vissuto il forte dislivello di un infanzia sviluppatasi in un involucro di sicurezze sociali,umane e relazionali e un presente assai più ostile,beffardo e incerto, questo provoca una crisi che può essere personale ma anche globale, sta a noi poi ritrovare lo spiraglio di luce,ripartire da dove si inciampa”.
Sono curiosa di natura e quindi mi sembra logico chiederti: ma tu a 20 che progetti avevi?
“Fare la rockstar, e la cosa più paradossale che la vita da rockstar (selvaggia,stralunata e veloce) l´ho fatta (in misura ridottissima ovviamente) all´epoca,mentre adesso che musicalmente qualcosa si muove non dico che la rinnego ma la trovo molto lontana dalla mia lunghezza d´onda umana attuale”.
Quanto il disorientamento sociale e culturale ha colpito Lorenzo?
“Mi ha colpito molto nel senso che ho assistito ad un incattivirsi dell´ animale umano che quando soffre o è represso si sfoga con violenza scellerata.mi vengono spesso in mente i "commenti di youtube", sono lo specchio dell´ anima culturale,etica e morale della società odierna e quindi ci puoi trovare di tutto dal semianalfabetismo, al linciaggio verbale,all´esaltazione degli istinti più bassi e biechi.io non mi ritengo nè lezioso nè moralista ma per comprendere che la gente sta male a volte basta molto meno che un sociologo”.
Da Cemento Armato all´ Heineken Jammin´ Festival, quali sono le tue riflessioni a riguardo?brividi o un´esperienza come un´altra?
“Brividi, assolutamente una cascata di brividi, come quelli che provo sempre quei 5 secondi prima di salire sul palco.L´impressione è che sarà un ottimo esame per mostrare l´impatto sonoro dei miei pezzi e della band che mi segue”.
ultima spina nel fianco: cosa risponderesti a chi ti definisce il Brondi del 2012?
“E´ verissimo, dopo che ingoio polaroid di carta vetrata mi lavo sempre i denti con le antenne della televisione”.
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