“È necessario”, il terzo disco di Diego Mancino, è in uscita è uscito il 3 aprile 2012 su etichetta YUMA e in distribuzione Universal Music.
Le 11 canzoni di “È necessario” sono un manifesto poetico spedito dal futuro per insegnarci il presente, il mestiere di vivere, la lotta per l’amore, la conquista del nostro posto nel mondo. Il sound di ribadisce il concetto: percorrere la strada del pop prossimo a venire.
Come nasce un disco che vede la compenetrazione di hip hop ma anche dj noti?
Nasce per il desiderio di ampliare il suono e i miei orizzonti di cantautore. L’idea di chiamare Dj Myke e Marco Zangirolami è avvenuta in modo molto naturale date che già avevamo lavorato ad altri progetti insieme. Per me ha significato avere l’opportunità di imparare moltissime cose e mettirmi in gioco senza timori ma con curiosità e meraviglia. Io e Myke abbiamo scritto e registrato l’ossatura delle canzoni a casa mia, montando i suoi piatti e il mio pianoforte. Poi, in studio da Marco Zangirolami, abbiamo arrangiato e mixato il disco. L’intenzione di dare alle canzoni una veste contemporanea mi ha fatto sentire libero e creativo
Per Diego, cos´è necessario in questa epoca 2000?
Chiaramente un lavoro e una casa, senza questo non esiste il futuro per nessuno. Avere tempo e avere spazio è necessario e ormai sembra esser diventato un lusso. I maestri delle elementari sono necessari, proteggere la cultura di questo paese è necessario, e credere che avere delle prospettive sia necessario per qualsiasi uomo
Quanto ti sei messo in gioco sconfinando in un mondo musicale così diverso dal tuo?
Inizialmente molto…Poi pensandoci credo che sia proprio quello che bisogna fare. Intendo dire che la musica italiana ha necessità di crescere e trovare un linguaggio nuovo. Non per abbandonare i maestri, ma per onorarne il loro importantissimo lavoro di aggiornamento della cultura popolare italiana. Io ci provo a modo mio, non essere una band, ma un cantautore mi obbliga a scegliere tra legarmi alla tradizione o cercare il mio posto nella cultura popolare italiana
Da cosa nasce l´esigenza di tornare a scrivere per te stesso dopo Renga, Noemi, Zilli...e non vado avanti...
Non ho scritto questo disco in antitesi a ciò che scrivo come autore. Lavorare con certi artisti mi ha insegnato moltissime cose. Gli autori stessi coi quali collaboro mi stanno insegnando molto e io sono grato per questo. Nel lavoro di musicista e compositore una delle cose peggiori che ti possa capitare è proprio la ripetizione di se stessi. Affrontare generi musicali diversi mi ha aperto la mente e ha liberato la mia creatività. Mi piace tutto e nello stesso tempo è tutto da rifare. Mi sento un punk per questa mia indole.
http://www.diegomancino.com
Testo di Elena Rebecca Odelli
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