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22 20'S |
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22 20'S ... ABRASIONI BLUES ADDOLCITE DA PURA ENERGIA ROCK |
Allora. Li hanno definiti (in Inghilterra amano molto definire assolutamente ogni nuovo gruppo che si affaccia sulla scena musicale) la band esordiente più entusiasmante dai tempi degli Oasis, e sempre per restare in paragone con gli Oasis li hanno etichettati come gli eredi naturali dei fratelli Gallagher. Premettendo che il confronto ed il passaggio di testimone suonano come viziati e pesanti da gestire (gli Oasis, nel bene e soprattutto nel male, hanno lasciato un bel solco), noi vorremmo presentarvi i 22 20’s per quello che sono veramente. Una band ruvida ed aggressiva che si diletta nel blues.
Martin Trimble (voce e chitarra), Glen Bartup (basso) e James Irving (batteria) sono tre ragazzi appena ventenni di Lincoln, UK. Ma non si sono abbeverati alla fonte del Brit-pop, nonostante una inevitabile vicinanza geografica. I tre sono cresciuti ascoltando blues, il blues che viene dal Mississippi, USA, e lo hanno rielaborato tirandolo fuori da dentro con una tipica vena rock inglese.
Martin è stato iniziato dal padre a Buddy Guy; quella è la musica che ascoltava a Natale, quella è la musica che accompagnava i suoi pomeriggi, quello è il primo concerto che ha visto a 16 anni. Poi lui ci ha messo del suo e si è interessato anche a Muddy Waters e BB King; di più, ha trovato un amico che condividesse la sua stessa passione: lui e Glen vivono di blues, e vogliono suonare in blues.
I due si ritrovano con l’idea di mettere su un gruppo e con la possibilità di esibirsi nei locali blues della zona; credendo di stare facendosi le ossa per poi crescere e maturare, i due continuano a sentirsi dire “no, voi non siete una blues band, voi fate rock, siete anche troppo curati per essere blues”. O il pubblico è quello sbagliato, o effettivamente qualcosa di strano c’è. La seconda. Perché i due provano a fare blues, ma ci mettono del loro; riff abrasivi, energia pulsante e pronta ad esplodere, graffi di corde vocali strette in una morsa rigida. Non funziona. Martin e Glen decidono che è meglio lasciar perdere; nulla di più sbagliato. Chi nasce col blues deve cantare, deve esprimersi, e loro sono sì strani ed innovativi, ma sono e si sentono sempre e comunque blues. Martin inizia a scrivere testi, Glen si compra un basso, e insieme partono alla scoperta di Bob Dylan, Neil Young e Shaggie Otis. L’arrivo di James alla batteria mette tutti i pezzi del mosaico al posto giusto. Ora sono in tre, sono una vera band e sono pronti a farsi sentire.
E i 22 20’s si fanno sentire, eccome! Innanzitutto le major discografiche, evento unico e sconvolgente, sono unanimemente d’accordo sul loro conto: è amore al primo ascolto. La Astralwerks se li prende, buon per lei. Dopo il fortunato ed acclamato EP “05/03”, arriva finalmente a settembre 2004 l’album di debutto, “22 20’s”. Play loud, è vorticoso e lederà le vostre convinzioni sulla necessità di purezza nel blues e nel rock.
Elisa Bellintani
21 settembre 2004
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