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MOUSE ON MARS |
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MUSICA DI UN'ALTRO PIANETA |
I Mouse On Mars si sono Formati nel 1993 a Dusseldorf, Germania, sono Andi Toma e Jan St. Werner. Si sono incontrati e hanno cominciato a sperimentare. E’ così che la loro musica nasce come un grande ibrido senza precedenti.
Include la techno, l’ambient, il dub, il rock, e molto altro.
Ogni nota è assoluta, ogni suono è parte di un'idea, ogni melodia una storia. È una corrente inarrestabile che canalizza tutti questi elementi in una affascinante confluenza: le ritmiche diventano corporee e l'Impossibile si combina con l'Ovvio con facilità. Ritmi, melodie, accordi, suoni ed effetti sono confezionati in un racconto che richiama alla mente il classico album pop.
Se il Nuovo può essere tanto radicale quanto in movimento, allora questo è il suo suono.
"Radical Connector" è l'ottavo album ad uscire in dieci anni di attività della band, una decade in cui i Mouse On Mars si sono portati alla testa della scena elettronica internazionale. Tanto in veste di headliner a Medellin di fronte a 1500 persone quanto di fronte ad una folla di 15000 persone a Tokyo, piuttosto che a Istanbul, Vilnius o Los Angeles, i Mouse On Mars hanno sempre dimostrato di possedere l'abilità di animare sia il corpo che l'anima.
E nel farlo non si sono mai sottomessi a certe "facili" strategie di marketing, preferendo piuttosto seguire le proprie inclinazioni.
Il nuovo album è una prova ulteriore che il loro spirito di indipendenza ha raggiunto il top della forma: "Radical Connector" suona così "nuovo" perché i due musicisti sono riusciti, con successo e con forza, a mettere in pratica l'immediatezza originaria del pop e a coniugare una tecnologia rivoluzionaria con un modo di pensare fiero ed indipendente.
Intervista a Jan.
Questa non è la prima volta che venite in Italia. No, credo che sia la terza in cui veniamo a suonare.
Perché, visto il vostro successo, credi che piacciate alle persone? Credo che le persone sentano una specie di libertà che emerge dai nostri pezzi.
Vedono che siamo totalmente liberi nel comporre ciò che vogliamo. E’ normale che una persona sia cresciuta con dei riferimenti ma, è molto difficile staccarsi da questi. La maggior parte della musica è ripetizione di qualcosa già fatto anni prima. Questo non è divertente.
Invece penso che ascoltandoci le persone possano trovare qualcosa di nuovo, che appunto da la sensazione di essere senza vincoli.
Tentiamo di trasmettere il nostro approccio libero e le persone reagiscono positivamente per questo.
Avete mai suonato strumenti? Sì, io so suonare (più o meno) chitarra e basso, Andy, piano, basso e boh, maneggiamo un po’ tutto. E’ abbastanza naturale.
Usate mai ciò che suonate, per inserirlo nei pezzi? Sì certo.
Allora qual’è il vostro approccio alla melodia, (in senso classico)? Ovviamente abbiamo sempre ascoltato tutto dalla musica classica, all’elettronica, al noise francese.
Ma se dovessi dire quali sono le tue radici, la musica che ti piace? E’ troppa la musica che ci piace. Quella che abbiamo imparato a suonare, quella che abbiamo ascoltato da piccoli, quella che ora troviamo più originale…
In dieci anni di attività, cosa è cambiato nel vostro modo di suonare? La tecnologia in queste evoluzioni quanto centra? Una parte della nostra musica è cambiata, il nostro modo di sentirla e di farla.
La volontà, l’impeto, sono rimaste le stesse. La tecnologia è cambiata rende tutto più preciso, sotto controllo. La qualità quindi ha avuto una buona evoluzione.
Comunque continuiamo a unire tutto, il mixaggio classico, le prove con gli strumenti e suoni che si incontrano…
Da dove proviene il vostro nome? Da un prodotto chimico di culto negli anni 60, sostitutivo del latte.
Come vi siete conosciuti e avete deciso di iniziare a suonare? Ci siamo incontrati ad un concerto, ma poi ci siamo messi a parlare e non abbiamo più seguito il live. Poi tutto è stato molto naturale.
Chi vi piacerebbe che cantasse nei vostri pezzi? Mah, nessuno in particolare, lavoriamo già con persone che stimiamo. I nostri pezzi sono cantati da Mark E. Smith (The Fall).
Credi che tutti possano ascoltare questo nuovo album “Radical Connector”? Certo non devi essere specializzato in elettronica, ma solo essere aperto.
Di chi è l’idea e la realizzazione del video “Wipe That Sound”? Tutto di Rosa Baba, è lei che cura tutta la nostra parte visiva.
Lavorate sempre con Rosa Baba o vi avvalete di altri amici-collabotartori per le vostre parti visual? Abbiamo sempre lavorato con lei.
Le parti grafiche come le copertina dei dischi sono affidate a Frieda Luczak.
(Paola Andreoni) |
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TUTTO SU MOUSE ON MARS |
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 2004 Radical Connector | | |  2001 Idiology | | |  2000 Niun Niggung | | |  1998 Glam | | |  1997 Instrumentals | | |
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1997 Autoditacker 1995 Iaora Tahiti 1994 Vulvaland |
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