In uscita la versione inglese per il mercato estero del loro album d´esordio "Amore o Purgatorio" insieme al videoclip del brano "WHO I AM" ,"LOVE OR PURGATORY"si pensa bissare il successo all’estero di un disco che in Italia ha raccolto non pochi consensi. Gruppo di punta nella scena Salentina indie-rock , i Fonokit fanno della ricerca e sperimentazione sonora il loro caposaldo. 13 tracce che designano la maturità di una band, sicura dei propri mezzi capace di una poetica decadentemente attenta, in pieno stile primi anni novanta.
Partiamo dal Salento e si arriva al lover the world! Spiega un po’ questo fatto
Si ora il disco uscirà anche in inglese per la distribuzione estera. Quando abbiamo firmato con la casa discografica sapevamo a priori che il disco sarebbe uscito anche fuori dall’Italia.La nostra etichetta non è nuova a questa esperienza e questo ci tranquillizza comunque sul fatto di contatti e promozione.
Più detrattori o più sostenitori di questo “Love or Purgatory”?
Ovviamente c’è chi ama più la versione italiana del singolo “Chi sono Io” perché è quella originale, e chi preferisce l’inglese, perché la lingua conferisce totalmente quel suono internazionale.
Fono identikit è lo strumento della polizia per il riconoscimento vocale. Che cosa centra questo con voi?
Si è vero. Cercavamo un nome unico. Se cerchi su google FONOKIT compariamo solo noi come band. La scelta del nome risponde anche alla ricerca di un suono internazionale, facile da pronunciare anche all’estero.
Qual è la canzone a cui siete più legati? La mia per inciso è “Non Esiste”
Beh direi anche io “Non esiste” anche se ha avuto un percorso davvero strano. Quando è uscito il videoclip la prima emittente a mandarla in onda fu Deejey TV ma all’epoca non fu cagata per nulla. Il Genio mi dissero che era un gran pezzo,mi dicevano vedrai e io che replicavo che non era possibile. Alla fine mi venne segnalato che era stata trasmessa da MTV e rimase in rotazione per un mese.
Musicisti e poi a un certo punto protagonisti di un ebook ….posso concedermi dei punti interrogativi?
Si, siamo i protagonisti dell’ebook di Ivana Ostapozuk. “Se pensate che la vostra mente è sana, frugatevi in tasca”. E’ una storia inventata però ha un sacco di rimandi a cose realmente accadute in quegli anni che ci rispecchiano tantissimo ed è bello che si parla di personaggi con il nostro stesso carattere immersi in una storia inventata.
Cosa ti aspetti per il futuro? Risulta sempre una domanda scomoda, uno forse si aspetta sempre un po’ il meglio
No non è scomoda, magari io il futuro lo prendo in maniera più rilassata rispetto ad altri quindi dal futuro non mi aspetto mai niente. So quello che farò a brevissimo nel senso che a parte finire il tour che ci ha dato delle belle soddisfazioni, siamo anche stanchi e quindi non vediamo l’ora di continuare a lavorare. Da pochissimi mesi abbiamo iniziato timidamente a buttare giù qualcosa per il prossimo disco perché come necessità nostra. Per il gusto di trovarsi in studio e tirare fuori le idee nuove che ci stanno frullando in testa. Quindi per il futuro so che mi voglio riposare e per riposare intendo voglio stare meno possibile in giro e riprendere a passare le mie canoniche otto, dieci ore in studio di registrazione tutti i iorni. Anche perché è un’attività che mi è sempre piaciuta di più che andare in giro a fare concerti. Quindi dal futuro mi aspetto questo, voglio questo e questo sarà.
Hai molto idee chiare, non fantastichi molto, molto sul pragmatismo
Si abbastanza. Poi ci sono molte cose che a me non interessano, io so quello che mi piace fare. So che mi piace stare in studio e ci sto anche venti ore. La settimana scorsa sono entrato alle 4 del pomeriggio ho lavorato tutto un tiro e sono uscito alle 8.30 del mattino e per me quello è il massimo che posso provare dal lavoro che faccio.
Una collaborazione che vorresti?
Neanche, suono già con tanti musicisti, mi piace suonare con altri musicisti e quando le cose vengono a galla è bello che vengano spontaneamente. Quando mi sono trovato a dover suonare per forza, non si è creata sempre quella magia per cui una cosa funziona bene. Ovviamente non parlo a livello personale, parlo a livello di risultato che ne esce fuori, musicale. Quando accade è bello. Mi è accaduto con Manuel degli Afterhours ed è stata una cosa molto spontanea perché ci siamo trovati in un tour insieme e a Manuel piaceva moltissimo la canzone che facevamo. O alla stessa maniera c’è successo a Roma con Giualiano Sangiorgi dei Negramaro, che si era strippato con “Non esiste” e quindi ci chiese di cantare il brano alle 21.30 fra il soundcheck e il concerto, ed è stato stupendo. Comunque quando le cose vengono fuori così, vengono bene, è in quel momento che si crea la sinergia giusta.
testo di Elena Rebecca Odelli |