Oggi il 31enne cantautore di Latina ha presentato il suo quinto album in studio, “L’amore è una cosa semplice”, in uscita lunedì 28 novembre, con una prima tiratura di oltre 200 mila copie (e già ai vertici della classifica degli album più scaricati da iTunes solo con i preordini); gli stessi numeri di Laura Pausini, con la quale è prevedibile che si contenderà le classifiche natalizie (insieme a Michael Bublè).
Il presidente della EMI, Marco Alboni, non ha trattenuto l’eccitazione per l’uscita di questo disco: “Tre anni fa “Alla mia età” ha avuto una performance incredibile, con oltre 100 settimane di permanenza in classifica; Tiziano è stato l’unico artista italiano che ha invertito il trend di mercato, vendendo ancora di più del precedente album. Tutti i singoli estratti hanno avuto molto successo; ora La differenza tra me e te ha già raggiunto il disco di platino con 30 mila download. È la dimostrazione di quanta attesa ci sia nei confronti di questo disco e dell’apprezzamento verso questo artista. Anche il mercato internazionale sta dimostrando un interesse impressionante, dall’Europa all’America Latina”.
Del resto, come affermato dallo stesso Alboni, Tiziano è l’artista italiano di maggior successo emerso negli ultimi 10 anni; un valore aggiunto, la sua opera di autore anche per altri artisti (come per l’esordio scoppiettante di Giusy Ferreri), oltre a essersi cimentato con discreti risultati anche nella scrittura (il libro autobiografico “Trent’anni e una chiacchierata con papà” è dello scorso anno).
Un disco registrato presso i famosi Henson Recording Studios di Los Angeles (fondati da Charlie Chaplin, dove è passata gente del calibro di Joni Mitchell, The Doors, Pink Floyd, Beyoncé, Robbie Williams) e in cui suonano musicisti importanti come il chitarrista Mike Landau, il batterista Vinnie Colaiuta e il bassista Reggie Hamilton.
14 canzoni d’autore, firmate con l’ormai inseparabile Michele Canova (che lo accompagna artisticamente dal disco d’esordio, “Rosso relativo”), che raccontano un percorso di liberazione e di sentimenti in modo mai banale, spaziando dal pop al blues, passando per il rap e il soul e inoltrandosi anche in inedite influenze swing (Quiero vivir con vos) e bossa nova (TVM).
Tiziano non nasconde l’orgoglio per questo suo nuovo capitolo musicale: “Sono molto emozionato, è il disco che sognavo di fare da anni, aspettavo che arrivassero le canzoni adatte per poter registrare in questa maniera e coinvolgere questo genere di musicisti. Da anni scrivevo canzoni che si potevano avvicinare a un mondo nuovo, come lo swing o la bossa nova per poter aggiungere un margine di rischio, come ho sempre amato fare e per sentirmi stimolato ogni volta”.
Un disco celebrativo, dopo 10 anni esatti di grande carriera?
“Potevo fare un greatest hits ma avevo troppo materiale inedito per pubblicare un Best of. Comunque, questo disco è una sorta di compendio di quello che ho fatto in questa decade, sia per il percorso umano affrontato che per quello artistico.
L’amore è davvero una cosa semplice o è una provocazione?
“Mi piace lanciare delle provocazioni, il titolo è un modo per spiegare che a volte vogliamo complicarci la vita e i sentimenti, siamo un po’ masochisti. Sembra che più si soffra più si è degni di stare al mondo. Io stesso mi sono complicato la vita per questioni sentimentali, poi ho sciolto dei nodi e ho capito che, soprattutto in amore, è bene a volte semplificare” (specialmente dopo il suo discusso - ma coraggioso - coming out dello scorso anno, ndr).
Come sono nate queste nuove canzoni?
“Da sole, come sempre. Dopo l’anno sabbatico e la scrittura del libro, temevo di perdere la vena creativa. Fortunatamente ho capito che non è solo dal dolore che nasce l’ispirazione, ma anche dal sorriso, dalla gioia, dalla serenità. L’importante è mantenere la spontaneità ed essere sempre me stesso. Anche nella produzione, all’inizio avevo dei dubbi a lavorare con nuovi musicisti, io che voglio sempre avere il controllo su tutto; in realtà, questo mi ha fatto sentire più libero. Le basi le abbiamo registrate in presa diretta, senza isolare gli strumenti”.
Qual è stata invece la genesi delle collaborazioni presenti nel disco, con Irene Grandi, Nesli (il fratello di Fabri Fibra) e con la guest internazionale John Legend?
“Alcuni anni fa Irene mi fece ascoltare un suo provino, Paura non ho, che poi però non ha mai inserito nei suoi lavori successivi; a lei non piaceva, ma a me sì, quindi le chiesi se potessi farne da interprete. È stato strano cantare qualcosa non nato da me, ho dovuto trovare un approccio nuovo al canto.
Con Nesli ho ascoltato una sua canzone e mi è sembrato come se un amico stesse parlando di me come non accadeva da anni, di quando avevo toccato il fondo, come suggerisce il titolo del brano, La fine. Nesli ha una visione musicale molto ampia e spero collaboreremo ancora insieme perché a prescindere dal genere in cui è stato inserito, l’hip hop, ha molto altro da dire con la musica.
John Legend è arrivato dopo la masterizzazione, mi hanno chiesto se volevo conoscerlo. Il brano, Karma (la versione inglese di Smeraldo), è stato registrato di corsa, due giorni prima della stampa del disco, con un contatto tramite Skype. È uno dei tre artisti con cui avrei voluto lavorare da sempre, insieme a R Kelly e Kanye West. E resterà, purtroppo, sempre un sogno il duetto con una grande come Amy Winehouse”.
Hai ricevuto recentemente richieste di collaborazione da altri artisti?
“C’è una collaborazione molto bella e molto importante con una cantante che sta per fare un grande ritorno. Non voglio rovinarle la sorpresa, posso dire che è del nord est Italia e non è Elisa…”
Se riguardi il tuo percorso, cosa pensi?
“Mi faccio un po’ tenerezza, avevo tanta voglia di fare ma ero anche molto ingenuo. I discografici dovrebbero chiudere gli artisti agli esordi per due mesi in una stanza per impartire tante cose, come la lingua inglese, la dizione, la comunicazione, l’educazione. Quando diventi famoso a 20 anni sei anagraficamente maggiorenne ma alla fine sei un coglioncello, com’è giusto che sia. È stata sottilissima la linea che mi ha separato dal crollo. Però ci sono stati anche moltissimi vantaggi: ho viaggiato, ho conosciuto tantissime persone, ho fatto molta esperienza”.
Anche i ragazzi dei talent vengono “isolati” e imboccati a questa professione.
“Sì, ma sono mazzolati davanti a una telecamera, non come me agli esordi con Mara Maionchi e suo marito. Senza telecamere le mazzate e le lacrime fanno più male perché non hai la consolazione del televoto”.
Dicono che la musica in tv non funzioni, eppure in queste settimane la trasmissione di Fiorello sembra stia dimostrando il contrario.
“Da anni si dice che la musica non funzioni in televisione, ora Fiorello ha rotto gli schemi ed è riuscito a incastrata nel linguaggio televisivo. Ben venga! Io non farò molta tv. Sabato andrò da Fazio per presentare l’album, ma non ho la smania di andare in tv: la trasgressione ora è fare un passo indietro. Meglio stare zitti che sovraesporre ogni cosa, come succede oggi. Sono contento del mio senso della mia timidezza e del mio senso della misura, forse è da stupidi non approfittarne ma io mi ci rivedo poco”.
Sul futuro, si sente molto libero: “Dopo questo disco non ho pressioni. È il mio ultimo in contratto con la EMI, con cui ho uno splendido rapporto. Non ho firmato con nessun altro, nonostante le richieste arrivate. La EMI mi ha capito e ha assecondato le mie richieste, mettendoci il massimo impegno; spero di ripagare questa fiducia. Però dopo questo disco sono libero, vedremo cosa succede.”
Dal 10 aprile partirà anche l’atteso nuovo tour, gestito da LiveNation, che toccherà 13 città e per cui si sta studiando un riflesso internazionale. “Sarà fighissimo, divertente e dinamico. Sarà quasi un momento celebrativo, perché in scaletta ci sono una ventina di singoli famosi e un bel modo per festeggiare i miei primi dieci anni di carriera”.
Queste le date del tour finora confermate:
- 10 aprile: Palaolimpico (Torino)
- 13 aprile: Unipol Arena (Bologna)
- 15 aprile: Palasele (Eboli – SA)
- 17 aprile: Palasport (Acireale – CT)
- 21 aprile: Palamaggiò (Caserta)
- 25 aprile: Mandela Forum (Firenze)
- 28 aprile: Adriatic Arena (Pesaro)
- 2 maggio: Mediolanum Forum (Milano)
- 7 maggio: Palaverde (Treviso)
- 10 maggio: Arena di Verona
- 15 maggio: Palaevangelisti (Perugina)
- 19 maggio: 105 Stadium (Genova)
- 23 maggio: Hallenstadion (Zurigo)
- 14 luglio: Stadio Olimpico (Roma)
23 novembre 2011
(Andrea Grandi)
|