“Per fare un pozzo ci vuole un cuore” e questo potrebbe essere uno dei concept che sta alla base del progetto Rezophonic. Dopo un primo capitolo che ha permesso la costruzione di 120 pozzi, 12 cisterne e 3 scuole, Mario Riso & Co ci riprovano.

“Nell’acqua” prodotto da Mario Riso e Oliviero “Olly” Riva (The Fire), conta la partecipazione di diversi artisti: Caparezza, Giuliano Sangiorgi (Negramaro)e Cristina Scabbia (Lacuna Coil) nella title track “Nell’Acqua”. Enrico Ruggeri e Pino Scotto in “Predatori della notte”, con Javier Zanetti in “Ci vuole un fiore”. Bunna (Africa Unite) e Tormento in “Evoluzione”. L’Aura, Elena Di Cioccio, Aletria e Michele Lily in “Woman on the Edge”.
A questi si aggiungono: Lacuna Coil, Roy Paci, Livio Magnini e Andy (Bluvertigo), Andrea Rock, The Bastard Sons of Dioniso, Paletta e Noise (Punkreas), Nikki, Olly, Renato Di Bonito, Saturnino, Max Zanotti, Maurizio Solieri, Dj Aladyn, Luca Chiaravalli, Giordano Moretti, Eva Poles (Prozac +), Garrincha (Octopus), Paolo Pavanello e Emiliano Audisio (Linea 77), William Nicastro, Tommy Massara (Extrema), Stefano Verderi (Le Vibrazioni), Andrea Mariano e Danilo Tasco (Negramaro), Vanni Casagrande, Fabio Mittino, Sasha Torrisi, Pier Ferrantini (Velvet), Alyona Afonichkina, Movida, Gigi Schiavone, Maurizio Belluzzo, La Dava (Vallanzaska), Piotta, KG Man (Quartiere Coffee), Adriano Viterbini, Filippo Dallinferno (The Fire), Gary Wallis, Stefano Brandoni.

Mario ha un cuore grande, enorme. Ti viene da chiedergli “Ma chi te lo fa fare”, poi lo ascolti e capisci. Capisci quanto il progetto Rezophonic sia vitale, anche per aprirci gli occhi sul mondo che ci circonda uscendo dalla nostra ottica 4x4, anche per andare oltre l’egoismo comune.

Partiamo dalla fine…sul comunicato di questo disco mi compare”è un’idea da regalare a Natale” perché?
E’ un’idea da regalare non solo a Natale, è un’idea da regalare a prescindere perché c’è dell’ottima musica rock, c’è un ottimo intento che è quello di offrire dei pozzi e acqua a chi ha veramente sete, che è l’obiettivo che ci siamo preposti ormai da 5 anni a questa parte e soprattutto perché laddove ci sono operazioni come queste, non fatte per farsi dare pacche sulle spalle, ma perché sinceramente si crede in qualcosa in maniera profonda viene gestito il tutto non da istituzioni ma da persone semplici che amano la musica, allora a quel punto vale la pena credere e supportare un progetto come questo. Soliutamente la paternità delle malefatte in Italia non ha mai un volto o un nome ed ecco che per una volta c’è anche un responsabile che si espone e che tutto quello che racconta lo dimostra anche con i fatti, con le immagini e con tutto quello che può servire per rendere pubblico ciò che è l’obiettivo che si andrà a raggiungere. Quindi questi sono degli ottimi motivi per credere in un disco,per credere soprattutto in un progetto, a prescindere dal Natale.

120 pozzi, 12 cisterne e 3 scuole già realizzati….qual’è il nuovo obiettivo?
Noi abbiamo terminato il nostro comunicato stampa dicendo “Ed è solo l’inizio”. Credo di aver già risposto. In realtà mi piace ricordare che Rezophonic è nato come progetto a supporto di Amref a supporto soprattutto del progetto idrico di Icio, noi costruiamo fisicamente pozzi d’acqua in africa. In realtà la copertina di questo nuovo disco è stata ideata di modo che renda più giustizia a quello che è il nostro obiettivo finale cioè parlare di acqua. Per noi parlare di acqua è diventato fondamentale. Perché l’acqua non ha né colore della pelle, né partito politico è qualcosa che dovrebbe spettare a tutti senza distinzioni. Ed ecco che ci piace ricordare che noi cerchiamo anche di sensibilizzare le persone dicendogli che se non possono donare tempo e soldi agli altri, possono quantomeno cercare di non sprecare ciò di cui disponiamo quotidianamente e questo potrebbe già essere un buon modo di restituire una terra migliore a chi verrà. Il nostro è proprio un discorso a 360 gradi, per non dimenticare che le risorse non vanno sprecate. Il video de “l’uomo di plastica” ne è l’emblema. Abbiamo veicolato momenti di spreco d’acqua quotidiano e questo è stato il primo passo verso Rezophonic 2 e il messaggio che stiamo lanciando.

Molto spesso non si pensa che l’acqua è una di quelle risorse esauribili
Hai ragione, infatti, io sono stato motivato a portare avanti questa causa quando sono andato in Africa e lì ho provato davvero che cos’è la sete. Non l’avevo mai provata, nessuno di noi penso l’abbia mai provata. Qui ovunque tu vai, anche se non hai i soldi, un distributore di acqua lo trovi dappertutto. Il problema è quando vivi la realtà di chi non dispone una risorsa come questa ti ritrovi a rivedere la tua vita di tutti i giorni. Tornato dall’Africa, sono tornato più consapevole, di chi sono io, della fortuna ad essere nato in questa parte del mondo, della mia realtà per cui ho provato a parlare di acqua. Ho avuto dalla parte della scena rock italiana un aiuto unanime. Oltre 150 artisti che sposano una causa come questa mi sembra una risposta pazzesca.

La scheda artisti è veramente varia. Un’ apertura mentale anche in quel senso,se consideri che ci sono artisti, vedi Bunna e gli Africa Unite che non nascono come gruppo rock, eppure si sposano perfettamente al suono.
C’è una volontà da parte nostra di mettersi in discussione e di giocare. Il nostro divertimento però corrisponde con la possibilità di dar da bere a chi ha veramente sete. Grande opportunità di divertirsi e allo stesso tempo di rendersi utili. La cosa importante è che tutti questi artisti a livello umano rappresentano un tipo di persone che sono cresciute facendo grandi sacrifici, che tuttora li fanno. Tutti gli artisti che fanno parte del progetto sono persone vere. Mi piace parlare di persone, perché gli uomini arrivano prima delle istituzioni, per cui mi piace pensare che Rezophonic sia fatto da persone vere e sincere che fanno fatica e quindi sono credibili anche per questo.

Uno slogan che potrebbe racchiudere il progetto Rezophonic?
Ti cito una frase che è comparsa nel comunicato del primo album, perché tutti parlavano di noi in maniera abbastanza anonima. Ora stiamo vivendo un momento magico per quanto riguarda la promozione. Mi ricordo però che all’inizio non venivamo considerati dai media. Quindi cito una frase presa da una tribù indiana: “Fa più rumore un albero che cade, che una foresta che cresce” e questo un po’ il nostro motto, di noi che lavoriamo meticolosamente nel cercare di realizzare il nostro progetto.

Ricordate 1 Dicembre Alcatraz…Per aiutare la foresta a crescere

Testo di Elena Rebecca Odelli