“Inedito” si presenta sul mercato italiano e internazionale forte di 200 mila copie solo di prenotazione spontanea nel nostro paese (cifre importanti, in un mercato discografico sempre più magro), anticipato dal non entusiasmante apripista Benvenuto, sostituito in radio da oggi già dal nuovo singolo, il più convincente (e rassicurante) Non ho mai smesso, dedicata al suo grande amore: la musica.

 

Una musica dal successo internazionale: 45 milioni di dischi venduti in tutto il mondo, 4 Grammy Awards, insomma, Laura è una degli alfieri della musica italiana.

Alla conferenza stampa di presentazione del disco, la 37enne cantante di Solarolo si presenta visibilmente dimagrita (pare addirittura ringiovanita, grazie forse anche alla capace mano di Roberto Cavalli) ma semplice e al contempo combattiva, come ormai i suoi innumerevoli fan apprezzano da anni, con una propulsione volta al cambiamento (nuovo manager – Riccardo Benini - e nuovo booking – Salzano di F&P).

“Non si vive di Pausini, nella vita. Ma so che ci sono tantissime persone, per mia fortuna, che mi stavano aspettando e che non mi hanno tradita, in questi 2 anni di pausa. Non vedevo l’ora di tornare, non ce la facevo più, finché non mi ritrovo sul palco a cantare non mi sento totalmente soddisfatta.  Mi sono fermata dopo 16 anni per tornare alla normalità della vita, alla semplicità, che non ricordavo. In questo è stato utile il ritiro dai miei genitori a Castelbolognese. Da piccola sognavo di fare pianobar, per fortuna sono salita su questo treno, e per carattere non mi siedo nell’ultimo vagone, ma lo guido. In questo disco ho fatto il “polipo”, ho messo le mani su tutto. Io sono quello che canto”. Non a caso, Laura ha firmato 13 dei 14 brani del disco, insieme a Niccolò Agliardi, Cheope, Daniel Vuletic e il fidanzato Paolo Carta, oltre a curarne la produzione, insieme a Simone Bertolotti e Celso Valli. “Anche se sono meno intimorita rispetto all’esordio, ho ancora molte insicurezze. La mia certezza è che sono una cantante: se un giorno non avrò il Madison Square Garden o San Siro, tornerò al pianobar.

Il nome del disco non è casuale, è stato un percorso inedito, perché durante la sua genesi soo stata circondata da un silenzio e da una calma che non conoscevo, è figlio di questa semplicità. Ho ricevuto 256 canzoni, le ho scremate fino a provinarne 74. Qualcuno dirà che è il solito disco della Pausini: ho provato a cambiare ma ho scoperto che questo è in realtà un punto di forza, non necessariamente una critica. L’evoluzione non è necessariamente una rivoluzione. Questi brani sono semplicemente me stessa, mi raccontano, mi rappresentano”.

Saltano agli occhi alcune strofe di Nessuno sa (“Meglio i vent’anni o chi li rivive? / Sbaglia una legge o chi se la scrive?”); Laura risponde “Indovinate a chi alludo..? Siamo nel caos totale, abbiamo bisogno di certezze! Non entrerei nel governo Monti – scherza – ma una cantata potrei anche andare a farla! Anche se il governo, in genere, dà più importanza ai premi in ambito sportivo che musicale. Una piacevole eccezione fu Ciampi, che si complimentò per il mio Grammy: lui fu veramente rock!”

 

Risponde anche alle polemiche nate recentemente sul web per la separazione dallo storico chitarrista Gabriele Ferini, a favore del compagno Carta: “È stata una scelta comune. Bastano poche persone che si fingono miei fan perdifendere qualcuno a cui a loro sta a cuore e scoppia il finimondo! Non è il primo musicista che cambio nella mia carriera”. Alle accuse di plagio che hanno coinvolto l’intro della batteria di Benvenuto, molto simile a quella di I know there’s something going on, pezzo di Frida del 1982, prodotto e suonato da Phil Collins, risponde “È un omaggio voluto a Phil, un simbolo di un epoca; comunque i movimenti di batteria non sono uguali, non è un sample”.

 

Corrado Rustici è il fautore di una spruzzata rock, come nella title-track, dove duetta con Gianna Nannini, nel brano che lei stessa definisce “il più tamarro” del disco.

In Nel primo sguardo, scritto da Niccolò Fabi, duetta con la sorella minore Silvia (che da piccola subiva le angherie di Laura, costringendola a farle da corista in casa).

La perla del disco è Troppo tempo, firmata da Ivano Fossati, con cui ha anche duettato e dove il cantautore ha suonato la chitarra elettrica.

Da segnalare, inoltre, Ti dico ciao, sentita dedica a Giuseppe, il suo miglior amico scomparso, Tutto non fa te, rivolta alla madre, e Bastava, brano proposto senza successo un paio d’anni fa da Eleonora Crupi (Amici 2005) per SanremoLab, firmato da Agliardi. “Mi chiedo ancora oggi come Eleonora non sia andata avanti, che ha una voce meravigliosa e come una canzone simile non sia stata presa per Sanremo Giovani. Questo brano sarà un futuro singolo, ci tengo particolarmente”.

A fare da splendida cornice al tutto, la presenza di ben cinque orchestre internazionali, fra cui la Royal Philarmonic Orchestra di Londra, diretta da Nick Ingman (i cui archi nella soundtrack de “Il discorso del re” hanno folgorato Laura); anche i musicisti non sono certo presi per strada: Nathan East (Michael Jackson, Eric Clapton, Phil collins) al basso, Ian Thomas (Elton John, Sting, Seal) alla batteria, le chitarre di Leo Abrahams (Brian Eno, Trevor Horne), Frank Martin (Whitney Houston, Al Jarreau), Michael Urbano (Sheryl Crow, Smash Mouth), Andy Pask (Madonna, Pet Shop Boys).

 

Maestoso e lungo sarà l’Inedito World Tour di 100 date, che avrà una preview dal 22 dicembre al 6 gennaio prima a Milano e poi a Roma per poi proseguire in America Latina, poi ancora in Italia ed Europa, e che vedrà alla regia Marco Balich (che sarà alle prese con le Olimpiadi del 2016 in Brasile), Un anno di lavoro per uno show dove c’è la mano di Mark Fisher che curò gente come Pink Floyd, Rolling Stones, U2, Police e, come light designer, Patrick Woodroffe (Ac/Dc, Abba). Sono garantite scenografie spettacolari, tecnologie all’avanguardia e coreografie inedite per lo standard italiano. “Questa volta saranno gli americani a copiarci!”, ha dichiarato Balich.

Da settembre 2012, inoltre, partirà la seconda tranche di concerti, che toccherà anche Miami, New York e Los Angeles.

 

 

 

22 – 23 – 25 – 26 – 28 – 29 dicembre: Mediolanum Forum (Milano)

31 dicembre – 1 – 3 – 4 – 6 gennaio: Pala Lottomatica (Roma)

 

Latin American Tour:

 

21 – 22 – 23 gennaio: Credicard Hall (San Paolo – Brasile)

25 gennaio: Luna Park (Buenos Aires – Argentina)

27 gennaio: Arena Movistar (Santiago – Cile)

30 gennaio: Jockey Club (Lima – Perù)

2 febbraio: Terraza CCCT (Caracas, Venezuela)

4 febbraio: Estadio Nacional (San Josè – Costa Rica)

6 febbraio: Panama Viejo Las Ruinas (Panama)

8 febbraio: Palacio de los Deportes (Santo Domingo)

10 febbraio: Arena Monterrey (Monterrey – Messico)

12 febbraio: Auditorio Nacional (Città del Messico)

 

Italia:

 

2 – 3 marzo: Pala Rossigni (Ancona)

7 – 8 marzo: Palapost (Acireale – CT)

15 – 16 marzo: Pala Maggiò (Caserta)

18 – 19 marzo: Nelson Mandela Forum (Firenze)

24 – 25 marzo: 105 Stadium (Genova)

27 – 28 marzo: Pala Olimpico (Torino)

30 – 31 marzo: Pala Verde (Treviso)

3 – 4 – 5 giugno: Arena di Verona

 

European Tour:

 

10 aprile: Hallenstadion (Zurigo – Svizzera)

11 aprile: Arena Genf (Ginevra – Svizzera)

13 aprile: Ercy Palais Omnisports (Parigi – Francia)

14 aprile: Forest National (Bruxelles – Belgio)

20 aprile: Palacio Deportes (Madrid – Spagna)

21 aprile: Palau St Jordi (Barcellona – Spagna)

24 aprile: Zenith (Tolosa – Francia)

26 aprile: Nikaia (Nizza – Francia)

27 aprile: Le Dome (Marsiglia – Francia)

29 aprile: Galaxie (Metz-Amnerville – Francia)

30 aprile: Zenith (Strasburgo – Francia)

2 maggio: Halle Tony Garnier (Lione – Francia)

3 maggio: Palais des Sports (Grenoble – Francia)

6 maggio: Stadthalle (Vienna – Austria)

8 maggio: 02 World (Berlino – Germania)

10 – 11 maggio: Circus Krone (Monaco – Germania)

13 maggio: Beethovensaal (Stoccarda – Germania)

15 maggio: Mitsubishi Electric Halle (Dusseldorf – Germania)

17 maggio: Laeiszalle (Amburgo – Germania)

19 maggio: Heineken Music Hall (Amsterdam – Olanda)

20 maggio: Lotto Arena (Anversa – Belgio)

22 maggio: Royal Albert Hall (Londra – Regno Unito)