‘Nati Per Subire’ è uno di quei dischi che ti colpisce in pieno stomaco. Il vento gelido che ti si sbatte in faccia quando non ti aspetti che la temperatura esterna cala ulteriormente. Il gelato che mangi in fretta e ti fa sentire quella strana sensazione di tappo tra gli occhi.E’ un disco che Andrea racconta durante una delle sue passeggiate per Livorno.
‘Nati Per subire’ perché? Vi sentite anche voi parte della schiera? Eravate il bambino che alle medie chiamavano scemo (ndr. ‘La democrazia semplicemente non funziona’) ?
“ ‘Nati Per Subire’ nasce come conseguenza di ‘Andate Tutti Affanculo’ . In ‘Andate’ presentavamo un quadro più grande e più generalista. ‘Nati per Subire’ parte da lì per arrivare a zoomare sulla realtà circostante. Per questo siamo un po’ tutti nati per subire. Si parla di chi per forza, per caso o per volontà, non scrive una riga della sua storia. Anche io sono un nato per subire perché da piccolo avevo problemi di relazione. Nati per Subire rappresenta in sostanza la realtà del paese. Guarda, proprio ora ho davanti a me un omino che tira il carretto, lui a ben vedere è l’esempio di tutto quello che ti ho detto prima. Tutto l’album è un’ analisi autoreferenziale in cui si cerca di capire i perché e cosa accade a questo paese a forma di scarpa.”
Nel disco compaiono una serie di comparsate più o meno visibili: Ministri, Dente, Giorgio Canali per citarne alcuni. Come mai?
“Gli Zen Circus esistono da dieci anni a questa parte. Come i matrimoni, dopo un po’ di tempo ti rompi i coglioni e hai bisogno di qualcosa di nuovo, soprattutto in studio. Crediamo seriamente nella scena musicale indie italiana. Tutte le persone che hanno contribuito a questo disco, sono amici che ci sono venuti a trovare in studio. Questa, fondamentalmente, è la democrazia del mondo rock.”
Ma mica la democrazia semplicemente non funziona?
“Se si considera il mero concetto, ti accorgi che qualcosa non torna. La band fondamentalmente è l’esempio concreto di democrazia con le difficoltà che ne derivano, considerando anche il fatto che tutti e tre a volte votiamo. Tutta la canzone fondamentalmente è una provocazione,come provocatorio è anche ‘L’Amorale’ in cui la questione non è dio. In questa canzone in sostanza vediamo una democrazia che per funzionare necessita di un po’ più di sale in zucca, di cultura.”
C’è un continuo rincorrersi di lato malinconico e speranzoso degli Zen
“Sicuramente mettiamo la faccia in tutto quello che facciamo. La speranza, beh altrimenti non farei questo lavoro qui Italia. Se continuiamo a scrivere e proporre la nostra musica qui è proprio perché in questo paese ci crediamo, e molto. Quando abbiamo inciso ‘Andate Tutti Affanculo’, abbiamo mollato l’estero per parlare di questo paese che amiamo.”
E’ più di dieci anni che state insieme
“Sì,quest’anno abbiamo dato alle stampe la discografia vecchia per la nuova generazione che ci sta seguendo. Quando sono arrivate le copie a casa, una lacrima è scesa. Dieci anni ci hanno lasciato tutto. Tutto quello che so è legato agli Zen, quello che ho scambiato, parole e insulti. Per dieci anni ho vissuto di musica e solo gli ultimi due anni ho condotto una vita normale. Sono stati dieci anni di urgenza espressiva.”
Pensate che questo disco riceverà più critiche o più consensi? Ma soprattutto, ve ne frega qualcosa?
“Ma se il disco viene o meno criticato ci importa poco. E’ un album di cui siamo super soddisfatti, è stato interamente prodotto da noi. La soddisfazione risiede nel fatto di aver detto tutto ciò che volevo dire. Quello che accadrà, accadrà. Noi siamo suonatori dal vivo e riscontrare la risposta del pubblico è quello che ci interessa davvero.”
Vi ritenete qualunquisti?
“Nessun italiano si può non definire qualunquista. Finchè si rimanda ad Amarcord o a Pasolini è un essere qualunquista che mi renderebbe contento. Il qualunquismo degli ultimi anni invece no.”
In definitiva, vale la pensa affidare l’anima ad un castello di carta nel paese che sembra una scarpa (ndr. ‘Nel Paese che sembra una scarpa’)?
“Assolutamente sì. Ognuno di noi è libero finchè non va a ledere la libertà altrui.” www.zencircus.it
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