E’ uscito il 13 Settembre ‘Senza Titolo’ nuovo disco di uno degli artisti più poliedrici del panorama italiano. Classe 62 attento scritatore dell’animo ma anche del paese che ci circonda, riversa queste peculiarità in questo nuovo album. A voi, Luca Carboni.
Cinque anni dall’ultimo album di inediti “Le band si sciolgono” uscito nel 2006. Come nasce ‘Senza Titolo’?
“Dopo un album non di inediti di tre anni fa, ‘Musiche ribelli’, che rispecchiava la voglia di fare un omaggio ai cantautori degli anni 70 e subito dopo ho sentito l’esigenza di mettermi al lavoro su questo album di inediti. Tutte le volte che comincio un album non prendo mai canzoni scritte in precedenza ma parto con un lavoro nuovo, che è anche un po’ il diario del momento che sto vivendo in qualche modo. Quindi, questo è un album figlio di quello che sto vivendo ora che è anche legato a un’esperienza nuova. Quella di andare a vivere lontano dalla città, sull’appennino bolognese. Più a contatto con la natura. Un’esperienza nuova, che mi ha dato tanti stimoli per raccontare in questo album cose nuove.”
Io so che tu sei anche capoliverese di adozione in qualche modo
“Si devo dire che nell’87 feci un concerto a Capoliveri e da lì mi sono innamorato di questo paese dell’Isola d’Elba. Non ho più smesso di andarci. Le estati le passo lì, anche se devo lavorare, comunque faccio base lì d’estate.”
‘Senza strade’, una curiosità…Ho visto che l’immagine della copertina dell’album riprende un po’ il concept di questa canzone, ritraendo un padre e un figlio di schiena. Volevo sapere quanto fosse autobiografica?
“Una canzone non direttamente autobiografica rispetto ad altre contenute nell’album. Io parlo da figlio ma in realtà non sto raccontando di mio padre. Nella scrittura mi immaginavo di essere il padre. Mio padre non è un marinaio, noi siamo cresciuti a Bologna e non avevamo il mare di fronte. Io mi sono messo nei panni del figlio. Il mare è un po’ anche la metafora della vita, in cui ogni strada è da inventare.Tra l’altro il testo è nato interamente all’isola d’Elba.”
Come mai hai deciso di chiamare quest’album ‘Senza Titolo’?
“Perchè non volevo dare un titolo a questo album. Non volevo trovare una frase che fosse una sintesi di questo disco, ma volevo lasciare l’ascoltatore libero di entrare dentro le parole di queste canzoni senza condizionamenti. Cosa che, peraltro, ho fatto altre volte in passato intitolando l’album semplicemente con il mio nome. Ci sono album che nascono con l’idea del titolo, invece altri dove mi piace in qualche modo lasciarli senza. In questo ho rubato in qualche modo l’idea al mondo della pittura per lasciarlo appunto libero.”
L’album può essere diviso in una parte più intimistica e una più spensierata. Una parte che evoca il viaggio e l’altro alle sfaccettature dell’amore. Qual è l’elemento di congiunzione?
“Io credo che in tutta la mia sotria musicale ho alternato queste due cose. La parte più leggera anche con un linguaggio musicale e testuale più ironico. Canzoni come ‘Fisico bestiale’ o ‘Mare mare’, ne sono un esempio. Ho sempre alternato questo gioco più leggero ad un’altra anima più introspettiva, più intima, forse anche più vicina all’influenza cantautorale. Inoltre a volte ho fatto album più acustici altri più elettronici. Questo album, secondo me, è un po’ un album che mette insieme le mie caratteristiche, il mio modo di intendere la musica. Ha, infatti, sia la parte intima che la parte più leggera. Sia la parte più acustica che la parte più elettronica. Quindi in qualche modo è come un album, seppur contemporaneo con uno sguardo rivolto all’avanti,che racchiude anche tutte le mie esperienze.”
Come mai hai scelto ‘Cazzo che bello l’amore’ come nuovo singolo? Mi incuriosiva la scelta proprio di questo tra le altre tracce della tracklist
A me piace molto. Quando scrivo le canzoni e faccio il percorso di un album, le canzoni che metto nel disco, è perché le amo. ‘Cazzo che bello l’amore’ è una canzone che ha la dimensione ironica leggera, ma allo stesso tempo, la dimensione romantica dell’amore. Quindi mi piaceva. Sembrava anche avere una dimensione radiofonica. E’ una canzone nata di getto. Avevo voglia di fotografare la scintilla, il colpo di fulmine.
E come sempre Luca c’è riuscito, grazie ad occhi e animo attento. Capace di carpire emozioni e di trascriverle con parole proprie per farle rivivere a chi le ascolta.
Testo di Elena Rebecca Odelli
TUTTO SU LUCA CARBONI
1984 - ...intanto Dustin Hoffman non sbaglia un film
1985 - Forever
1987 - Luca Carboni
1989 - Luca Carboni (Spagna)
1989 - Persone silenziose
1990 - "L´avvenire" Carboni (Francia)
1992 - Carboni
1993 - Diario Carboni
1995 - MONDO world welt monde
1995 - MUNDO world welt mondo (Argentina)
1998 - Carovana
1999 - Il tempo dell´amore
2001 - LU*CA
2003 - Live
2006 - ...le band si sciolgono
2007 - Una rosa per te
2009 - Musiche ribelli
2011 - Senza titolo
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