Gli Useless Wooden Toys fanno sul serio, al di là di qualsiasi retorica di circostanza. Una mente aperta, la voglia di scoprire, la capacità di provarci. Gilberto e Riccardo rispondono senza troppi peli sulla lingua…veri, come vero è questo disco tutto da assaporare. Partiamo quindi dalla fine e capovolgiamo il beat…

Potete definirlo il vostro disco perfetto?
G: no, siamo sempre alla ricerca del beat perfetto come diceva African Man bat.
Allora Qual è il vostro piatto forte?
G: subito domanda..eh?!?
R: le cozze, dai dillo, è la cosa meno figa, ma devi dirla.
G: piatti forti ce ne sono tanti dipende da che punti di vista, da come li vediamo
Beh se pensate al vostro disco, io ho letto la descrizione . Dall’immagine che viene descritta, non si evince alcun piatto. Ognuno può pensare davvero a qualsiasi cosa, quindi chiedo a voi
R: bello…
Pensando a questo disco,visto che avete scelto questo titolo, che piatto colleghereste
G: sicuramente un piatto che mette insieme cose assolutamente diverse.
R: un mari e monti….una paella, una paella dai.
G: viene dai paesi caldi quindi ha un che di positivo.
R: ci sono i funghi, lo zafferano quindi oriente…pesce, carne.
G: c’è dentro un po’ di tutto ma nell’insieme riesce a prendere una connotazione abbastanza precisa. Quindi non è solo un insieme di cose. Ma un insieme di cose che riesce a generare un unicum. Un qualcosa di concreto.
R: qui il mangione sei tu io vado solo di pastina
G: io mangio di tutto tranne le rape rosse. Quelle le odio.

Ma io vorrei sapere chi mangia rape rosse
G: e ma ce n’è, ce n’è…si annidano

Si annidano tra noi…E le collaborazioni: come nascono? Prima è stato scritto il pezzo pensando a chi proporlo eventualmente, o è stato un processo opposto?
R: in realtà non seguono tutti una formula. Nel senso che ogni brano ha una storia a sé stante, a volte è capitato che avevamo una base, che ci ispirava un’artista, più o meno nel nostro raggio perché,comunque, a parte il remix del pezzo di Cristina Donà, non è mai capitato che non ci fosse un rapporto personale con questi artisti. Un rapporto di reciproca stima. Così, a volte è capitato con questi artisti, che ci fosse una nostra proposta, un beat che ci potesse starci con il modo che hanno di vedere la loro espressività. Altre volte, ad esempio è il caso degli Amari, si è partiti da un loro testo pronto. A loro piaceva l’idea che noi provassimo a musicarlo però ha avuto mille evoluzioni. Poi siamo arrivati a questa ultima soluzione, più orchestrale e melodica del pezzo. Altre volte è stato un vero e proprio botta e risposta. Quindi si parte da un beat, poi si inizia a metterci il cantato, allora quel beat ha meno senso, si torna indietro e si prova un altro tipo di sonorità. Si prova insieme. È stato davvero biunivoco come modo di lavorare.

C’è stato uno scambio quindi…
R: si uno scambio totale. Molto bello perché non nascondo che non sempre avevamo l’idea.
Ad esempio ABC sì, perché ABC è palesemente il pezzo che noi volevamo scrivere da sedicenni di popol school, e allora potevamo pensarlo solo con i beastie boys italiani. Quindi subito abbiamo pensato a Supa, Bassi Maestro, Rido e Dj Double S. In altri casi non avevamo perfettamente idea di dove si andasse creativamente a finire. Quindi il pezzo, ad esempio “La fine del mondo” feat Piotta è stato così, ma anche “Pioverà Benza” feat Dargen d’amico in parte, si è costruito insieme. Un botta e risposta creativo sia a livello musicale, ma anche testuale.
G: Come contenuti si è cercato di sviluppare alcune idee che si condividevano. Arriviamo da esperienze comuni, anche come approccio musicale di vedere le cose e ,quindi, il brano è fondamentalmente nato insieme.
R: a tutti comunque è stato detto “vogliamo provare a fare un disco senz’altro dance, italo-disco chiamalo come vuoi, però dove c’era il tentativo di lanciare qualche messaggio.

Mi ricollego giusto a questo chiedendovi una cosa: Avete paura dei tirannosauri?
R: Molto

Perché io ho paura. Ho letto la scheda. Perché questa domanda retorica. E’ così retorica poi?
R: ognuno ha il suo tirannosauro,ognuno tira fuori quello che vuole. “Tirannosauro”, al di là che è un pezzo giocoso, è una filastrocca che ha funzionato sul web molto bene quest’estate.
Non no se tutti l’hanno capito. Diciamo che la nostra grande soddisfazione è che il pezzo sia andato su blob due volte settimana scorsa, quindi qualcuno l’ha capito. Ognuno, però, ha il suo di tirannosauro.

Quindi il vostro rapporto con il web?
R: siamo due nerd totali
G: si siamo maniaci, un po’ per lavoro un po’ per svago.

Prendete spunto e c’è anche questo fattore di interfaccia-scambio anche con la gente che legge e vi ascolta
R: assolutamente si
G: l’influenza del web su di me, specialmente negli ultimi anni dove ho rinunciato ad avere la televisione,
R: abbiamo rinunciato ad avere la televisione tutti e due
G:vero …dicevo l’influenza per me è totale. Noi viviamo su quello e ci creiamo il nostro personal network
R: infatti come hai fatto a sapere di blob? (rivolgendosi a Gilberto ndr)
G: me lo dicono i parenti televisivi. Per noi è importantissimo il web e anche piccoli esperimenti di rapporto diretto con i fan, si dimostrano sempre dei volani incredibili. Dai remix contest o anche la semplice domanda di chi è ,o cosa fa il tirannosauro, scaturisce sempre dei micro-mondi che uno non si aspetta.
R: siamo un po’due produttori 2.0. Uno, perché lavoriamo molto separati.
G: viviamo in due città diverse
R: quindi la condivisione , lo sharin, la cloud, è diventato il nostro modo di lavorare. E poi a livello di social network, di comunicazione web, ci piace un casino dare in pasto quello che noi abbiamo fatto alla gente. Infatti, non a caso, il contest del tirannosauro era smonta e rimonta. Mi piace tantissimo quest’idea. Io te la do. La maggior parte delle volte, quello che ti ritorna, è più bello di quello che ho prodotto io.

Come definireste il vostro disco con tre caratteristiche e qual è l’ingrediente base del disco
G: abbastanza semplice, hip pop, italo disco e …e….sottoforma di canzoni con una struttura pop, quindi strofa ritornello…dopo c’è tutto l’aspetto dei testi, della denuncia…
R: infatti io pensavo proprio quello

Potete dirmi anche due cose diverse..
G: è un po’ da trentenni questo disco per alcuni versi
R: dance da vecchi

Vi sentite vecchi?30 anni vecchi?
R/G: 32
R: trentaduenni che si sentono quarantenni. Non so perché ma in Italia a differenza dell’estero, se fai dancing e clubbing, ti trovi molto spesso ad avere a che fare con gente molto giovane. All’estero c’è la cultura della musica dance come formula culturale, come forma che è musica a tutti gli effetti. Quindi se tu vai a ballare a Londra, Berlino, New York, trovi quarantenni che hanno finito di lavorare in giacca e cravatta, e vanno a ballare nel club underground. Da noi o è discoteca italiana becera, se è club sono tendenzialmente giovanissimi.
Tornando però alle tue domande io definirei il disco: ironico/autoironico, quindi satirico, pop perché non ho nessuna paura a dire la parola pop..

Perché ultimamente dire che un disco è pop,è valutare il disco in maniera negativa
R: a noi stessi è capitato. Sai quando firmi con una major, scrivi delle canzoni, è facile che anche noi siamo etichettati come i venduti. Alle caratteristiche proverei anche ad aggiungere adulto, ma in una diversa accezione. Non perché ho la presunzione di paragonarci al disco di un cantautore, affatto, ma proprio perché il fatto di aver il sorriso, di provar a dire qualcosa, di fartelo annusare, se tu lo vuoi percepire va bene,se tu non ci arrivi fa niente. Il tutto senza lanciare mai alcun messaggio, tipico della dance che reclama violenza sesso, droga. Tutte tematiche facilissime per far presa sui più giovani. Io, confrontando il disco a tutto questo, lo definisco il disco adulto. Nell’ambito della dance, questo nostro tentativo di sforzo che non so se verrà recepito o meno, io lo reputo adulto. Non siamo mai stati volgari in ciò che facciamo, non amiamo la volgarità, siamo due persone pulite. Lo facciamo perché ci divertiamo a farlo, ci piace far ballare, divertirci. Senza per questo voler dire trasgressione o leggerezza. E’ giusto che nell’equilibrio della vita di tutti ci sia una componente più ludica. Il divertimento totale.

Quindi dal 2002 ad oggi al di là dell’età che avete messo?
R: abbiamo un minimo di coscienza in più, che qualcosa ci viene bene. Crediamo di più in noi stessi come artisti. Abbiamo meno paura di lanciarci in quello che ci piace punto. Senza troppo inseguire tendenze o mode, soprattutto nella dance dove un anno va una sonorità e tutti dietro e l’anno dopo un’altra. Siamo sempre stati abbastanza coerenti.

Indie- indipendenti?
R: si, quello si nonostante il passaggio in major tanto criticato. Più bravi a scrivere canzoni, abbiamo imparato di più a conoscere le macchine a dover usar le macchine. Noi siamo sempre stati molto contrari all’utilizzo dei pc e degli strumenti virtuali. Devo dire che proprio lavorando in maniera remota “Piatto forte” è nato, soprattutto in fase di stesura, utilizzando molto la macchina e il laptop. Poi, dopo, e soprattutto come il lavoro fatto con Tommaso Colliva, abbiamo voluto tornare all’analogico. Quindi per la prima volta, godendo come ricci, abbiamo fatto tutto in analogico. Si è ritornati un po’ a delle sonorità più crunch, più tipiche rock. Siamo diventati più bravi a maneggiare, a sfrangiare e trovare l’essenza.

Il colore che associate a questo disco?
R/G: il rosso. Si abbiamo fatto un disco rosso

Rosso, perché rosso?
G: perché c’è tanta passione
R: è banale
Beh…Il rosso richiama a quello
R: però devo dire che noi ci mettiamo davvero un casino di passione, è retorico?sì, però per noi è così. All’interno delle nostre vite, incastrarci questa passione richiede davvero parecchi sacrifici. A te che colore ti veniva in mente?

Azzurro e verde…
R: posso chiederti perché?
Boh perché ci sono elementi che possono far riflettere ma comunque persiste un fondo di positività.
R: sicuramente il mondo in cui vogliamo approcciare la nostra musica è l’allegria. Il fatto di provare a far riflettere…..


E qui mi fermo….ascoltate il disco e tirate le vostre conclusioni ….

website: http://www.uselesswoodentoys.net

Testo Elena Rebecca Odelli