Hanno definito “Black Rainbow” degli Aucan l’enciclopedia delle elettroniche degli ultimi 20 anni. E’ con questo terzo lavoro che il trio bresciano (Francesco D’Abbraccio, Giovanni Ferliga e Dario Darsenno) si conferma nel panorama europeo (basti pensare che si sono guadagnati la copertina di marzo dell’autorevole magazine francese Noise Mag), e porta quello italiano ad accorgersi maggiormente di loro, aprendo gli occhi, per chi ancora non l’avesse fatto, sul loro mondo.
Black Rainbow è un dipinto che accorpa in sé sfumature di colori e stili. Una tela elettronica su cui si infrangono luci rock , pennellate di synth e il dinamismo ritmico della batteria
Mi faccio un giro in rete e scopro un remix di “Razzi e Arpia Inferno e Fiamme” dei Verdena, firmato da voi. La domanda è scontata: come è nata questa collaborazione?
G Abbiamo suonato insieme quest’inverno a Pordenone. E’ nata un’amicizia e la scelta del pezzo da remixare è partita da noi. Ai Verdena è piaciuto e da lì si è sancita la collaborazione
Le date che faremo insieme a loro, cercheremo di riproporla.
F: tra l’altro sappiamo che spesso i Verdena durante i loro concerti fanno la versione “Aucan” del brano
Come nasce un vostro pezzo?
G: ogni pezzo nasce in modo diverso. Dallo stesso soundcheck al live i brani si evolvono e variano. Cambiano anche dopo essere registrati
F: diciamo che in studio di registrazione cerchiamo di metterci un punto, ma la ricerca in ogni singolo pezzo continua anche dopo la sua registrazione.
Pur non amando etichette di genere, ho visto parecchi modi di definirvi da “post rock di matrice tortoisiana” a “schizofrenia temporale” . Ma gli Aucan come si definiscono?
G: diciamo che facciamo musica elettronic live influenzata dai dupstep e tagliamo la testa al toro. Nel live l’attitudine comunque è rock.
Ho visto che suonate parecchio all’estero, il mercato italiano stenta a capirvi?
G: No al contrario, in Italia riscontriamo una buona risposta.
F: se tieni conto che solo a Ferrara dopo un solo live, abbiamo venduto più di cento copie del disco, vuol dire che lasci qualcosa alla gente.
Quindi soddisfazioni che vorreste togliervi?
G: Sicuramente andare in tour con il nostro impianto completo. E’ una produzione che si basa sui bassi e necessita di una strumentazione adeguata.
F: Tra l’altro ad ottobre faremo un tour in Francia in club di un certo livello in partnership con Noise Mag.
G: Ah un’altra cosa, sarebbe quella di riuscire a non farci fotografare durante i live. Non è per tirarsela, è solo che vorremmo che la gente prestasse completa attenzione alla musica. Il concerto è un momento che deve rimanere unico.
E un’esperienza che non vi è andata giù e/o vorreste ripetere?
G: Vorremmo fare un tour in Inghilterra.
F: Siamo già andati due volte a suonare oltremanica.
G: Il mercato inglese è un circuito chiuso. Altri gruppi ci hanno spiegato che ci vorrebbe un’etichetta là o comunque americana per aver credito nel loro mercato.
La chiacchierata continua ma per capire il mondo Aucan, i loro colori, le loro luci e le loro ombre consiglio un giro su:
www.myspace.com/aucan
Testo di Elena Rebecca Odelli |