Una nuova, giovane rock band ha appena fatto il suo esordio discografico: “Il pianto” (nei negozi di dischi a partire da martedì 3 maggio) è il primo EP dei Blind Fool Love, trio nato nel 2005 nella provincia di Grosseto, da un’idea del chitarrista e cantante Tommaso Sabatini, (20 anni) e del bassista Piero Cini (23), ai quali ora si è aggiunto il chitarrista Marco Ronconi (19).
Musica emozionale, testi suggestivi (legati alla guerra, alla morte, al tempo che passa, all’amore universale, alla natura) e un approccio artistico-creativo a 360 gradi ha permesso alla band di passare dalle cantine a dalla gavetta nei piccoli club alla ribalta sul web, dopo l’uscita nel novembre 2009 del singolo Vampiro (passaggi su MTV, Music Box, Deejay TV e oltre 500 mila visualizzazioni su youtube) e del successivo Saranno giorni.
Ora è la volta del primo singolo estratto dal loro EP (su etichetta Sony Music), l’omonimo “Il Pianto”.
Perché avete scelto questo nome per la band?
“Prende spunto dal sonetto 137 di Shakespeare, ci sembrava molto particolare e rappresentativo della nostra attitude; nelle nostre lyrics, infatti, raccontiamo anche l’amore più malinconico e macabro, non solo quello gioioso e solare”.
Nei brani del disco si passa dall’emo-core alla progressive anni ’70.
“Perché sono stati composti in lassi temporali diversi: l´emo-core La canzone della guerra (Ninna Nanna) è stata scritta ormai diversi anni fa, mentre, ad esempio, La ballata della farfalla Melitaea, che è più recente, è molto più psichedelica e progressive. I pezzi nuovi hanno tutti questo sound e rappresentano i Blind Fool Love come sono ora”.
Avete altro materiale nel cassetto?
“Sì, parecchio. Per questo EP abbiamo inserito i brani che meglio ci hanno rappresentato nel nostro percorso artistico e che ci hanno dato visibilità anche sul web, e che abbiamo riarrangiato. È il nostro biglietto da visita”.
Sia nel sound che nei testi sembra predominante il concetto di dualismo, della contrapposizione e del contrasto (l’incipit de “La canzone della guerra” è una dolce ninna nanna, prima di lasciare spazio a muri sonori rock e duri).
“È vero, è come una doppia anima, quella scura e quella luminosa. Questo è stato ben rappresentato anche nel video de Il pianto, dove ci sono due realtà: noi in sala prove, in abiti normali, e il ritornello dove parte una sommossa studentesca mentre noi siamo in abiti ottocenteschi”.
Tommaso cura personalmente il vostro artwork dai toni cupi. “Sì, curo io l’artwork, sia del disco che dei canali ufficiali, perché sono molto appassionato di grafica, video e fotografia. La nostra casa discografica in questo ci ha lasciato totale libertà espressiva e creativa. Il tono grafico è crepuscolare e surreale, rispecchia le nostre canzoni”.
E i testi?
“Li scrivo io e poi in sala prove li riadattiamo alla veste sonora. Nascono sia dalle nostre esperienze concrete che dalle nostre fantasie. Ci sono ispirazioni anche letterarie: in Natura morta è citato un passo da La pioggia nel pineto di D’Annunzio”.
Avete maipensato di cantare in inglese?
“Noi abbiamo iniziato cantando in inglese. Ma l’italiano, essendo la mia lingua madre, mi permette di esprimermi al meglio. È un’opzione comunque che non abbiamo accantonato”.
Quali sono i vostri riferimenti musicali?
“Abbiamo tantissime influenze, amiamo tutta la musica, indipendentemente dal genere, purché abbia un valore artistico. La nostra base è Guns N’Roses, Metallica, Doors; grazie al mio babbo che mi ha fatto crescere ascoltando subito le fondamenta della musica! E poi la musica classica, come Beethoven, o il metal nordico, come i Children of Bodom, che hanno, anche loro, influenze spiccate di musica classica; per le lyrics, invece, De Andrè, Tenco, Claudio Lolli, e alcuni cantautori francesi”.
Per gli assoli di chitarra a chi ti ispiri, invece?
“Slash dei Guns. E per il tipo di chitarra, Gibson forever!”
Qual è l’importanza cui date anche all’immagine?
“È molto importante, al giorno d’oggi. Cerchiamo comunque di livellarla e fare in modo che predomini comunque la musica”.
Cosa pensate del panorama dei media musicali italiani?
Nel nostro EP ci sono brani più radiofonici e altri che non potrebbero passare mai in radio. Certo, in Italia è più difficile, non essendoci una grande cultura rock o metal, ma ha sempre prevalso la tradizione. MTV comunque ci sta dando molto spazio, e di questo siamo contenti.
E dei talent?
“Dipende dall’attitudine degli artisti; sono comunque rivolti a solisti o gruppi armonici vocali, per le rock band sono al momento off-limits. Personalmente consiglierei a un cantante solista di partecipare a un talent, perché comunque è quella la strada, al giorno d’oggi”.
Se vi proponessero Sanremo?
“È l’unica vetrina in Italia; col pezzo giusto, perché no? E senza snaturare la propria identità musicale”.
Sono in programma dei live?
“Ci saranno show-case e date promozionali sicuramente, anche in chiave acustica”.
Avete pronte anche cover da proporre dal vivo?
“Il nostro cavallo di battaglia, sin dagli esordi, è sempre stata la classica Knockin’ on heaven’s door; poi ci piacerebbe proporre qualcosa anche di De Andrè”.
4 aggettivi per descrivere il vostro disco.
“Surreale, reale, nuovo e vecchio. Sempre in contrasto!”
E cosa c’è di nuovo?
“Il riportare il vecchio in vita, come l’assolo di chitarra (o di violoncello, come in I viali d’inverno). I nostri riferimenti musicali sono stranieri, ma li coniughiamo con lyrics che si ispirano al cantautorato del nostro paese”.
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