Li puoi chiamare nerd, outcast, borderline, ma lŽessenza sta tutta in quella L: loser, ovvero sfigato. Non cŽè altro modo per definire questo esercito di perdenti che regolarmente si prendono in faccia le granite dagli studenti più cool della scuola, nonostante lavorino sodo giorno dopo giorno per essere accettati dalla comunità con tutte le loro diversità.
LŽidea che sta dietro "Glee", il telefilm dei record che incessantemente incassa ottime critiche, lŽaffetto del pubblico e statuette su statuette (tra cui 4 Emmy e 4 Golden Globes), è tanto semplice quanto geniale: creare un contenitore dove commedia, dramma e musica convivono, personaggi diversi in cui potersi riconoscere (adolescenti ed adulti), affrontare con leggerezza questioni spinose del vivere quotidiano (dallŽomosessualità alla disabilità al bullismo), tutto senza dimenticare una buona dose di ironia; il tutto in appena 30 minuti. Si ride, si pensa, qualche volta si piange – e, ovviamente, si canta.
"Glee" è ambientato nel liceo McKinley di Lima, Ohio. Qui Will Schuester, professore di spagnolo e astro in gioventù del Glee Club, prende in mano le redini dello sgangherato coro della scuola, a cui mancano membri, fondi e supporto, e lo ribattezza New Directions, con lŽobiettivo di portare i ragazzi alle Provinciali. I membri iniziali del club sono lŽegocentrica e talentuosa Rachel, la "diva in panchina" Mercedes, il soprano gay Kurt, il parapelgico Artie e la dark che balbetta Tina; quando il professor Schuester scopre che Finn, quarterback e capitano della squadra di football nonchè ragazzo più ambito della scuola, ha una bellissima voce lo convince (con un disonesto stratagemma, in verità) ad entrare nel Glee Club. Finn è fidanzato con la capo-cheerleader Quinn che, gelosa di Rachel (che nel frattempo si è innamorata di Finn e della sua voce), decide di entrare nel coro assieme alle amiche Santana e Brittany, con la missione in incognito di spiare e sabotare dallŽinterno il Glee Club. A voler distruggere il coro della scuola e recuperare i suoi fondi è Sue Sylvester, caustica e tagliente insegnante di educazione fisica e responsabile del team cheerleaders, che peraltro odia Will Schuester ed i suoi capelli. E così puntata dopo puntata i ragazzi scoprono di avere qualcosa in comune, un legame con la musica che li porta a superare le relative differenze ed incompatibilità, uno scopo: dimostrare a tutti di potercela fare. Mentre nel frattempo si complicano le relazioni tra i ragazzi (Quinn scopre di essere incinta di Puck, il miglior amico di Finn, che intanto è sempre più attratto da Rachel) e gli adulti (la moglie di Will Schuester finge di essere incinta, e Will è compbattuto tra i doveri di padre e lŽamore per la collega Emma), e nessuno è più quello che sembrava essere (perfino la perfida Sue farà trasparire un inedito lato tenero di sé).
"Glee" rappresenta insomma lŽabbattimento degli stereotipi portando in trionfo la diversità.
Ci sono omosessuali, ebrei, diversamente abili, neri, asiatici, figli senza padre, figli di coppie gay, malati di disturbi ossessivo-compulsivi, ragazzi problematici, reginette in crisi di identità, adolescenti alle prese con problemi da adulti e adulti che si comportano come adolescenti. Gli ingredienti per spostare lŽago della bilancia verso la commedia o il dramma ci sono tutti, ed il pubblico non ha faticato a premiare gli sforzi dei produttori Ryan Murphy, Brad Falchuk e Ian Brennan, trasformando il progetto di "Glee" da film a telefilm (trasmesso in Italia da Fox, prima, e poi in chiaro su Italia 1).
Nel mondo anglosassone i Glee club sono dei cori particolari, presenti principalmente nelle scuole e nelle università, specializzati nella realizzazione di brevi canzoni. E nel mondo contemporaneo sono le canzoni pop a prestarsi meglio di altre allŽinterpretazione in forma di duetti, assoli o momenti corali. La particolarità di "Glee" è che queste canzoni diventano tessuto narrativo integrato nella struttura dinamica della storia; quindi dei momenti musicali godibili in sè e per sè ma anche, e soprattutto, parte viva della storia che aiuta la narrazione a procedere. E ad essere scelti sono i grandi successi di oggi: Single Ladies di Beyoncé, Gold Digger di Kanye West e Jamie Foxx, Beautiful di Christina Aguilera; ma anche del passato recente, come Somebody To Love dei Queen, IŽll Stand By You dei Pretenders e One degli U2.
Se arrivati a questo punto la formula-Glee vi sembra un tritatutto di cose già viste, non siete proprio sulla strada sbagliata: ci sono "Grease" nellŽamore contrastato tra Rachel e Finn, cŽè lŽattenzione al musical come nellŽibrido "High School Musical", ci sono i drammi adolescenti di "Beverly Hills 90210" ma trattati con la leggerezza ed i tempi televisivi di "Willy il principe di Bel Air". Il plusvalore di "Glee" è il focus sulle hit della cultura pop contemporanea, invece che su materiale originale, con un effetto presa sul pubblico immediato. Impossibile non ritorvarsi a canticchiare insieme con i ragazzi i successi radiofonici del momento, da Lady Gaga a Madonna e Britney Spears, che hanno avuto tutte delle puntate "a tema", dedicate ai grandi successi della loro carriera.
E se in televisione "Glee" sta letteralmente dominando il gradimento dellŽaudience, stessa cosa accade con le compilation legate al telefilm: dai vari "Glee: The Music" alle edizioni speciali "The Power Of Madonna", "The Rocky Horror Glee Show" e "The Christmas Album", tutti editi da Columbia/Sony Music.
Talmente ci hanno preso gusto, i protagonisti di "Glee", che per alcuni di loro la musica è davvero un sogno che diventa realtà. Come per Matthew Morrison, alias il professor Will Schuester, che da protagonista di musical a Broadway grazie a "Glee" sta incidendo il suo primo album solista, che lo vedrà duettare addirittura con Elton John. Morrison era già salito sul palcoscenico la scorsa estate, per condividere il microfono con Leona Lewis come ospite del suo tour nella data londinese del 16 giugno.
A voler salire sul carro dei vincitori adesso sono in tanti. Molti artisti chiedono che la propria musica venga inserita in un episodio di "Glee", e cŽè chi si spinge oltre e si propone per un cameo; essere guest star in "Glee" alza di molto il gradimento presso le famiglie. Dopo aver ospitato Gwyneth Paltrow, Britney Spears e Olivia Newton-John, a far parte del cast di "Glee" ci sarà Anne Hathaway, nei panni della zia lesbica di Kurt; e ormai sono molte le star che non fanno più mistero della loro passione per questo telefilm, da Madonna a Paul McCartney e Jennifer Lopez fino alla piccola Suri Cruise e la famiglia Obama. Pochi osano criticarlo, escluso chi della critica ha fatto la propria ragion dŽessere (come i Guns nŽRoses).
Oltre a compilation e DVD, attorno al mondo di "Glee" ruota un merchandise curioso e divertente. Le app per lŽiPhone per cantare come i New Direction, il gel di Will Schuester per avere capelli da urlo come i suoi, i romanzi per leggere su carta la storia del club e dei suoi protagonisti, il videogame per Nintendo Wii, una linea di cosmetici e nail art distribuita negli Stati Uniti da Sephora, la divisa delle cheerleaders e lŽabbigliamento preppy di Rachel Berry. Ce nŽè per tutti i Gleeks (così vengono chiamati i fan della serie tv). E intanto il museo Madame TussaudŽs di Hollywood ha presentato la statua di Sue Sylvester: tuta rossa, megafono in mano e sguardo minaccioso. In definitiva, se non sei Glee sei out. Alla faccia dei perdenti.
web: www.foxtv.it/glee
Elisa Bellintani
(04 marzo 2011) |