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 ROCK CONTEST 2010
ROCK CONTEST 2010 IL CUORE DELLA MUSICA EMERGENTE
IL CUORE DELLA MUSICA EMERGENTE

Sabato 11 dicembre 2010 in un Auditorium FLOG (FI) stipato sin dall’inizio della serata si è svolta la finale della XXI edizione del Rock Contest, il concorso nazionale per band emergenti organizzato da Controradio e dall’Assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Firenze che si conferma nuovamente come una delle manifestazioni più importanti in Italia per lo sviluppo della cultura musicale giovanile.

Vincitori assoluti dell´edizione di quest´anno, tra i sei gruppi finalisti – selezionati fra i 36 inclusi nelle precedenti selezioni dal vivo, a loro volta scelti fra gli oltre 600 iscritti – hanno trionfato i fiorentini Street Clerks mentre si sono classificati rispettivamente in seconda e in terza posizione i pisani Betta Blues Society e il cantautore pescarese Giuliano Clerico.

Ovviamente nemmeno noi di Beat Magazine e Newsic.it potevamo mancare all´appello di Controradio, che ci ha gentilmente invitato a far parte della giuria critica del concorso: senza dilungarci quindi troppo sulla quasi trentennale storia del Rock Contest (maggiori informazioni potete trovarle qui) ecco cosa ci hanno raccontato gli artisti che si sono piazzati sul podio.



STREET CLERKS - www.myspace.com/streetclerks
Fiorentini, un contrabbasso, due chitarre e
sessant’anni in tre, si cimentano in un elegante songwriting di stampo
‘classico’ nella tradizione del migliore folk/pop anglosassone. Riverberi
anni ’60 e di quello che veniva chiamato il “New Acoustic Movement”.

Qual´è la vostra storia, come avete iniziato a suonare assieme e perché avete formato la band?
“Alexander, il cantante, ha contattato Cosimo, il contrabbassista, per mettere su un gruppo e sviluppare dei suoi pezzi che aveva già scritto. Cosimo con grande garbo ha detto ´Certo, certo. Conosco un chitarrista (Valerio) che sarebbe perfetto´. I pezzi vecchi di Alexander sono stati accantonati per ovvi motivi e siamo diventati una cover band, riarrangiando prevalentemente il pop a partire da Jerry Lee Lewis e Chuck Berry per finire con Katy Perry e i Green Day. Poi preparando i pezzi per il Rock Contest è partito il percorso come ´band di Serie A´, ovvero un gruppo che scrive pezzi propri. Quindi siamo ancora agli inizi, nonostante abbiamo un´esperienza di quattro anni ormai come cover band, con circa duecento concerti prevalentemente nel fiorentino”.

Come definireste la vostra musica? Quali sono gli artisti che vi hanno ispirato di più?
"The Beatles sono le parole chiave per quanto riguarda l´ideale di scrittura ed arrangiamento, o perlomeno come livello di genialità delle idee musicali in sé. Non che vogliamo copiarli, ma diciamo che nelle loro canzoni hanno trovato un equilibrio tra semplicità e profondità che sottolinea una conoscenza profonda del lavoro di cantautori. Noi vorremmo trovare quel tipo di equilibrio. Cioè musica spessa ma senza ´seghe mentali´. In pratica cerchiamo di scrivere canzoni orecchiabili con allo stesso tempo un messaggio sia nel testo che nell´abbinamento melodia-armonia. Le sonorità prendono molto dal rock-a-billy e dal folk americano di Crosby-Stills-Nash, il Country, il jazz old style di Louis Armstrong (per esempio), Burt Bacharach, i Silverchair, i NOFX. In pratica l´ispirazione viene da tutte le parti. Cerchiamo di ascoltare più cose possibili. Pian piano che l´orecchio diventa più sensibile ti accorgi che la musica fatta bene c´è in ogni genere”.

Se per presentarvi doveste usare una sola vostra canzone, quale sarebbe?
"Basket Full Of Lies è il pezzo più è attinente all´energia che conosce il nostro pubblico quando facciamo cover. Stiamo infatti lavorando per non perderla nel fare i nostri pezzi, cosa che abbiamo scoperto non essere esattamente scontata!”.

Se doveste citare tre dischi per voi fondamentali nella storia della musica e tre brani dischi che preferite fra quelli più recenti, quali sarebbero?
“Per i classici ´Magical Mistery Tour´, The Beatles - ´The Freeweelin´ Bob Dylan´, Bob Dylan - ´Queen´, Queen. Tra i più recenti invece ´Nevermind´, Nirvana - ´XO´, Elliot Smith - ´The Colour And The Shape´, Foo Fighters”.

Come siete arrivati al Rock Contest e perché avete deciso di partecipare?
“Beh, abbiamo registrato questi tre pezzi per il Rock Contest perché sentivamo la necessità di crescere. La cover band non è mai stata un´aspirazione, ma un ponte per arrivare alla maturità per fare cose nostre. Lo spirito era un misto di eccitazione e ´Oh! Finalmente abbiamo dei pezzi nostri!´”.

Avete vinto l´edizione di quest´anno: pensate che per voi questo sia un punto di partenza o un punto di arrivo?
“Un punto di partenza senza dubbio. Di arrivo no perché se vogliamo pagare le bollette dobbiamo fare ben altro. E´ stata sicuramente una sferzata di energia positiva ed una spinta a credere di poter fare questo lavoro. Ovviamente c´è da crescere su tutti i fronti”.

Che idea vi siete fatti della scena musicale italiana, come la vedete e che prospettive avete?
“Pensiamo che nei bassifondi ci sia un fermento enorme. Purtroppo questo fermento tende ad essere spesso in difficoltà per mancanza di opportunità, ma anche per mancanza di consapevolezza per quanto riguarda l´aspetto prettamente musicale. Le prospettive sono: ´Facciamo un disco che spacca e qualcosa succederà´. Speriamo..."

Per finire: se doveste convincere qualcuno ad acquistare un vostro album o a venire ad un vostro concerto, cosa gli direste?
“Siamo bellissimi, bravissimi, simpaticissimi! Vuoi comprare il nostro disco? Vuoi venire al nostro concerto?”



BETTA BLUES SOCIETY - www.myspace.com/bettabluessociety
Pisani, affinano il
proprio stile sui classici degli anni ’30 a cavallo tra blues e swing, con
particolare attenzione alle interpreti femminili. Su questa base “vintage” e si
lanciano nella composizione di brani originali. A risponderci è il chitarrista Lorenzo Marianelli.

Partiamo dal principio: come avete iniziato a suonare, e come si è formata la band?
“La band si è formata a partire da maggio 2009: a una prova ho conosciuto Betta e mi sono innamorato della sua voce; abbiamo deciso di suonare insieme e in due siamo andati a suonare in provincia di Ascoli Piceno al Mazzumaja Festival. In seguito si sono aggiunti al gruppo Luca Guidi all´altra chitarra, Nicola Floris all´armonica e nel febbraio 2010 Matteo Anelli al contrabbasso: con loro la band era definitivamente completata”.

Quali sono le vostre influenze e gli artisti che vi hanno ispirato di più?
“Penso che sia chiaro il forte riferimento al blues anni ´20 e ´30, che potremmo anche definire pre-blues. Ma credo che la nostra forza risieda, oltre che in caratteristiche subito evidenti come la voce di Betta o come la capacità di coinvolgere il pubblico durante i live, in una certa forma di irriverenza nei confronti del genere: non siamo e non saremo mai bluesman degli anni ´20, il nostro modo di vivere non ha niente di simile con quello di personaggi come Sister Rosetta Tharpe, JB Lenoir, BB King, e abbiamo avuto un approccio alla musica che non affonda le radici solo nel blues. Questo ci porta a reinterpretare quel tipo di musica con le capacità e il vissuto che abbiamo e ci permette di far si che la nostra musica non venga percepita "vecchia" da chi ci ascolta, ci permette di non sembrare dei reperti storici viventi che replicano dei cliché senza significato, ma delle persone che si mettono in gioco e che soprattutto mettono in gioco i loro sentimenti e le loro sensazioni e cercano di emozionarsi ed emozionare chi le ascolta”.

Se per presentarvi doveste usare una sola vostra canzone, quale sarebbe?
“Credo che ci rappresentino tutte le canzoni che abbiamo inciso ma quello che ci rappresenta meglio è It Ain´t Strange, almeno tra quelli su myspace, che fanno parte del vecchio demo: entro un mese circa uscirà il nostro primo CD ufficiale che si intitola ´Betta Blues Society´ che contiene 10 tracce originali e 3 cover ed è stato registrato e prodotto dallo studio Spazio Zero di Antonio Castiello (che non finiremo mai di ringraziare), fonico di Bobo Rondelli”.

Selezionate tre dischi fondamentali nella storia della musica e tre dischi che preferite fra quelli più recenti. Cosa risulta?
“Proveniamo da mondi musicali molto differenti, e credo che ognuno di noi risponderebbe cose totalmente diverse: Betta è ad esempio una grande appassionata di musica elettronica e di Bjork fra i più recenti, Luca si è diplomato al conservatorio e ha una grande cultura anche di musica classica, Matteo è un grande appassionato di jazz e Nicola musicalmente proviene addirittura dal metal e dall´hard rock. Personalmente sono un grande fan di Stevie Ray Vaughan per cui includo ´Texas Flood´, il suo primo disco. Fra i dischi più recenti credo che il capolavoro assoluto degli ultimi 20 anni sia ´Ok Computer´ dei Radiohead”.

Come avete scoperto il Rock Contest e siete arrivati a parteciparvi?

“Circa un anno fa abbiamo spedito il CD con il demo alla redazione di Controradio che tramite Valentina Mori ci ha proposto un´intervista attraverso Underworld Radio. Ci è stato quindi suggerito da alcuni amici di tentare di partecipare al concorso e abbiamo registrato i tre brani originali che si trovano attualmente sul myspace proprio per la partecipazione al Rock Contest. Pur diffidando della maggior parte dei concorsi per band emergenti abbiamo deciso inviare il modulo e il CD per la selezione con la speranza che l´eventuale partecipazione ci permettesse di farci conoscere in ambito regionale e nazionale e di trovare dei contatti utili. Devo dire che dei molti concorsi a cui ho partecipato anche con altri gruppi il Rock Contest è senza dubbio uno di quelli più seri e utili per un gruppo emergente che cerca di portare avanti musica scritta di proprio pugno”.

Come vi sentite ad essere arrivati secondi alla finale? Pensate che sia un punto di partenza o un punto di arrivo?
“Senza ombra di dubbio un punto di partenza, e l´esserci classificati secondi credo che abbia contribuito anche a farci notare dallo staff di Controradio. Il 24 Gennaio siamo stati intervistati da Giustina Terenzi e subito dopo da Ernesto De Pascale per la sua trasmissione ´Il popolo del blues´, che sarà trasmessa in nazionale su Popolare Network: aver conosciuto una persona come Ernesto e aver potuto raccogliere anche solo poche briciole del suo bagaglio di esperienza prima della sua terribile scomparsa ci porta a ringraziare tutta la redazione e tutti quelli che partecipano alla realizzazione del concorso”.

Da artisti emergenti che idea vi siete fatti della scena musicale italiana?
“Credo che la scena musicale italiana sia molto più viva di quello che MTV o Amici vogliono farci credere. Diciamo che c´è un ´sommerso´ di artisti molto bravi e spesso originali che però non arrivano al grande pubblico per motivi vari che non dipendono ne da loro ne dal pubblico stesso. L´importante credo sia sapere quello a cui siamo disposti a rinunciare e quanto in alto ci interessa arrivare, nel caso se ne presenti la possibilità: credo che volendo arrivare ad un pubblico molto vasto siano comunque necessari dei compromessi che non è detto chiunque sia disposto ad accettare. Come gruppo attualmente stiamo cercando di aumentare il giro di concerti e festival a cui partecipare, anche in previsione del fatto che a breve stamperemo il disco: probabilmente infatti in questo momento la musica live è quasi l´unica soluzione per combattere un certo tipo di ´pensiero unico´ diffuso nel mondo della discografia secondo il quale cui occorre essere ´vendibili´ per essere considerati dei musicisti”.

In conclusione, se doveste convincere qualcuno ad acquistare un vostro album o a venire ad un vostro concerto cosa gli direste?
“Il luogo comune più diffuso è che il blues sia una musica triste e noiosa. Credo che mi piacerebbe parlare a qualcuno che ha questa idea del blues sfidandolo a venire a un nostro concerto e chiedergli se la pensa ancora così dopo averci sentito. Per noi il blues che suoniamo è fatto da sentimenti e emozioni che chiunque prova ogni giorno della propria vita, e forse quando siamo sul palco riusciamo a trasmette anche solo un pezzettino di queste emozioni a chi ascolta: penso sia questo che ci fa concludere spesso i nostri concerti scendendo dal palco, senza amplificazione e circondati dal pubblico”.



GIULIANO CLERICO - www.myspace.com/giulianoclerico
Cantautore pescarese 34enne di una certa
esperienza e dalla voce personale e riconoscibile, ha da poco pubblicato
l’album autoprodotto “Il costruttore di meccaniche sognanti". Accompagnato da una ottima band, propone testi efficaci ed immediati, e
brani di un certo appeal radiofonico.

Raccontaci qualcosa di te: come e perché hai iniziato il tuo percorso musicale?
“Ho cominciato a scrivere canzoni quando mi sono venute in mente, quando ho avuto l´impressione di dire qualcosa di mio. Non mi sono mai messo al tavolino con la chitarra in braccio con l´obiettivo di scrivere qualcosa e tuttora faccio così, scrivo solo se sono ispirato. Non mi vado a cercare le idee, vivo e quel che succede succede”.

Come definiresti la tua musica e quali sono le tue influenze?
“Ho il cruccio che la mia sia una musica molto derivata, influenzata dalle pietre miliari del pop e del rock del passato. Se qualcuno mi dice che quello che faccio è originale mi lusinga non poco. Comunque nel mio piccolo cerco di fare bene le cose in studio, di assecondare il mio gusto personale nella scelta degli strumenti, di essere spontaneo e di non mettermi fretta durante le fasi di missaggio. Ho ascoltato diverse cose, mi piacerebbe creare cose belle come i Pink Floyd di ´Echoes´, Pino Daniele dei primi dischi fino a ´Bella ´mbriana´, avere in testa tutte le idee che ha Capossela nell´album ´Il ballo di San Vito´ ma poi finisco col somigliare a tutt´altri personaggi... Almeno da come ho sentito dire in altre occasioni”.

Se per presentarti dovessi usare una sola tua canzone, quale sarebbe?
Banditi, è stata ispirata da un fatto di cronaca nera che mi ha colpito ed è la prima canzone del mio secondo CD autoprodotto ´Il costruttore di meccaniche sognanti´”.

Quali sono per te i tre dischi fondamentali nella storia della musica e tre dischi che preferisci, fra quelli più recenti?

“´La buona novella´ di Fabrizio De Andrè, ´Anima Latina´ di Lucio Battisti, ´Between The Buttons´ dei Rolling Stones. Dei recenti ´I mistici dell´occidente´ dei Baustelle, ´Ellepi´ dei Dilaila e ´Ritornano quelli di Calibro 35´ dei Calibro35”.

Come hai deciso di partecipare al Rock Contest, e cosa hai apprezzato di più di questa manifestazione?
“Ho partecipato al Rock Contest perché è una manifestazione importante come lo sono Arezzo Wave ed il Premio Tenco. Di queste tre manifestazioni apprezzo soprattutto il fatto che non si chieda all´artista di versare una quota d´iscrizione per far ascoltare il proprio demo durante le selezioni preliminari”.

Come ti sei sentito ad essere arrivato in finale, e ad essere l´unico non toscano fra i primi tre? Pensi che per te questo risultato sia un punto di partenza o un punto di arrivo?
“E´ stato un momento della mia vita musicale, tra l´altro ho anche una vita da operaio in fabbrica. Sono contento di essere arrivato in finale, soprattutto per tutta la strada che ci siamo fatti io e i musicisti che mi hanno accompagnato e che mi accompagnano sempre in giro per l´Italia. E´ stato un momento, per i primi mesi del 2011 abbiamo 6 date tra Marche, Campania, Emilia Romagna, Piemonte ed Abruzzo. Poi si vedrà”.

Da artista emergente come vedi la scena musicale italiana?
“Credo ci sia molto fermento, sia a livello di numeri che di qualità”.

Devi convincere qualcuno ad acquistare un tuo album o a venire ad un tuo concerto. Cosa gli dici?
“Non saprei cosa dire per convincere il pubblico a venire ad ascoltarmi, mi sono sempre proposto ai locali, ai contest ed ai buskersfestival. Se mi fanno suonare, mi danno rimborso spese, vitto e alloggio si parte e si va. Se il pubblico c´è e gradisce meglio per tutti!”.

 

web: www.rockcontest.it

Alberto Lepri
(23 febbraio 2011)

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