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 HERCULES AND LOVE AFFAIR
HERCULES AND LOVE AFFAIR IL TALLONE D´ERCOLE
IL TALLONE D´ERCOLE

La forza e la vulnerabilità, il maschile ed il feminile, la praticità e l´emozione. È una storia di contrasti quella di Hercules And Love Affair, il progetto artistico di Andy Butler portato alla ribalta nel 2008 con Blind, singolone da clubbing di "qualità superiore" grazie alla voce e alla sensibilità carismatica di Antony Hegarty di Antony And The Johnsons. Affascinato dalla mitologia greca e dagli anni d´oro della disco e della house, Andy dopo l´acclamato debutto ci riprova con "Blue Songs", che introduce a sonorità più morbide e ad una nuova serie di collaborazioni: ci sono l´amica Kim Ann Foxman, l´outsiderKele Okereke, i debuttanti Shaun Wright ed Aerea Negrot e soprattutto lui, Andy, che questa volta ci mette la voce, le parole e il cuore. Il forte Ercole si sta sempre più lasciando trasportare dalla mollezza indolente del Love Affair, e dopo che l´omonimo debutto in "Blue Songs" si espone come mai prima.

Dopo il debutto del 2008 questo "Blue Songs" si discosta abbastanza, come sound. Che cosa è successo, che cosa ti ha portato ad accantonare la ´beata incoscienza´ in favore di sonorità più malinconiche e midtempo?
"Il primo album era costruito intorno al mio grande amore per la disco music, quella dell´Età dell´Oro del genere, invece questa volta ho provato ad esplorare un altro tipo di musica. Niente più techno come in precedenza, adesso mi interessa più la house classica. Soprattutto volevo reinventare la mia voce e misurarmi in qualità di autore. Ci sono canzoni che fanno parte della mia storia, come Blue Boy. L´ho scritta quando avevo 16 anni, solo con la chitarra acustica, quando ero ancora nell´età dell´innocenza e della purezza, e ho provato a mantenere quella sensazione di sorpresa quando ti affacci alla vita anche nella Blue Boy di oggi".

La cosa curiosa è che hai inserito anche degli strumenti non proprio house...
"Già, e li ho suonati io stesso. Avevo voglia di sperimentare nuove cose, e la musica suonata era una di queste; non ci sono solo i loop o drum machine quando fai la house, puoi anche creare degli accostamenti inediti. Gli strumenti classici hanno molta persnalità. Il clarinetto, ad esempio, ha la capacità di aggiungere un tocco assai cupo e misterioso ai beat".

Oltre al suono più raccolto e alla sperimentazione strumentale, anche i testi sono stati tutti scritti da te. È corretto dire che vuoi che la tua personalità emerga distintamente con questo disco?
"È assolutamente vero. È come se sul primo album io, Andy, non avessi avuto abbastanza spazio per esprimermi. Non era tanto una questione di poterlo o non poterlo fare, ma c´erano dei rischi che non avrei potuto prendermi al debutto e che, invece, oggi sento posso permettermi di prendere. Le liriche sono molto personali, ora, perchè sono mie. E io stesso mi sento più vulnerabile, più esposto, eppure non ho paura di sembrare ne sdolcinato ne dì impietosire nessuno; di conseguenza la mia voce è tranquilla, calma, che è una delle caratteristiche di questo disco. Mi hanno detto che in certi passaggi assomiglio a Grace Jones... La voce va usata e dosata a seconda di cosa stai cantando".

Hercules And Love Affair sembra essere un progetto tuo, che ruota intorno alla tua persona; della formazione originale siete rimasti solo tu e Kim Ann. Sta diventando un love affair in solitaria?
"Le cose sono andate così, con alcuni dei vocalist del precedente album non abbiamo più collaborato perchè loro hanno scelto di intraprendere nuove strade. Li rispetto e nessun rancore. Ho incontrato nuovi artisti che non vedono l´ora di farsi conoscere, mentre Kim Ann per me è come una sorella. È la mia famiglia. Ci divertiamo moltissimo insieme, usciamo a fare shopping, a mangiare, ed è l´unica persona che mi accetta così come sono senza compromessi".

E come saresti?
"Difficile, contorto. Ma siamo un po´ tutti così in fondo, no?".

Buona parte del successo del primo disco è stata decretata dall´ottimo riscontro avuto da Blind, il singolo con Antony Hegarty. Qui al contrario non c´è una traccia outsider, hai cercato di mantenere la tracklist equilibrata volontariamente?
"Sì, perchè adesso che sono al secondo disco posso muovermi diversamente. Col primo album avevo bisogno di qualcosa di forte, che spiccasse e si facesse notare, e la collaborazione con Antony è stata proprio un incontro azzeccato al momento giusto. Adesso, invece, non devo più far notare al mondo che ci sono, che esisto. Non devo dimostrare di avere chissà che asso nella manica, al mercato. Per cui ho preferito concentrarmi sul dare un ´concept´ al disco, che infatti è molto introspettivo eppure positivo".

Anche in "Blue Songs" c´è un ospite eccellente: Kele Okereke in Step Up. Come è nato il vostro incontro?
"Con Kele ci siamo incontrati circa un anno fa. Devo ammettere che prima di conoscerlo non ero un suo fan, non ero tanto informato dei suoi progetti artistici, e inoltre avevamo anche stili di vita differenti, lui spesso a far nottate e a divertirsi, io invece preferivo la tranquillità della mia casa e dei miei soliti amici. Poi sono stato ad un suo dj set e ho sentito il suo materiale e l´ho trovato interessante. Molto fresco, brillante. Abbiamo parlato e ci siamo subito presi bene. Arrivare a collaborare è stato naturale".

Cosa pensi quindi del suo debutto solista, "The Boxer"?
"Lo trovo coraggioso, voglio dire, spostarsi da quello che aveva per fare una cosa diversa. È un esperimento, però c´è della materia ardita e da non sottovalutare, considerato che è la sua prima prova da dj. Certo è bravo ad infilare degli hook che ti si incollano in testa".

A chiudere la selezione delle tracce è It´s Alright, una ballata acustica cantata da Kim Ann. Una chiusura che ricorda molto il momento di quando si accendono le luci in discoteca dopo che hai trascorso tutta la notte a ballare, è così?
"Sì, è proprio questo il tipo di emozione che volevo suscitare. Quando sei a una festa e il dj annuncia l´ultima canzone, e poi è davvero finita e la magia della serata piano piano si attenua e tu rimani lì solo con i tuoi pensieri. Per me questa canzone rappresenta l´utopia, è tragica e sexy insieme, è spogliata di quello spirito eccentrico che le avevano dato i Pet Shop Boys e recupera l´intimità dell´oroginale degli Sterling Void; e con il suo suono così ´fuori posto´ serve a riportare l´attenzione sulla bellezza e sulla genuinità. Dà da pensare, ti costringe a rallentare a 90bpm e ad eascoltare il tuo cuore".

A più riprese accenni a questa genuinità e all´innocenza. "Blue Songs" è un tentativo di recuperare un´età perduta, di ricreare un passato che guardi con occhi nostalgici?
"Questo spirito genuino lo abbiamo perso per sempre diventando adulti, ma comunque lo cerchiamo costantemente. Tornare giovani, non nel senso estetico ma parlo della tua anima quando eri adolescente o poco più, è una cosa che desideriamo tutti e che per tutta la vita speriamo di poter nuovamente incontrare. Io racconto storie attraverso la musica e ´Blue Songs´ è il mio modo di raccontare questa, di storia. Mi aiuta ad esprimere quello che, altrimenti, non saprei spiegare".

Alla luce di ciò, l´idea dell´artwork che ricorda una tomba con epitaffio è forte ed eloquente.
"Aspetta, non è una tomba, tu ci vedi una tomba?".

Beh, sì, è la prima cosa a cui ho pensato...
"Avete delle tombe molto belle in Italia, allora. Nelle mie intenzioni non era previsto lo fosse, mi è sempre piaciuta la texture del marmo ed il colore è blu per via del titolo. Il lettering mi ricorda invece quei monumenti alla memoria. Le mie sono canzoni dedicate a una memoria perduta, si può dire. E nell´insieme volevo provocare e stimolare la conoscenza della bellezza e dell´eternità".

Il disco di debutto mescolava felicità e tristezza. C´è un dualismo anche in questo?
"Procede con quello che ho iniziato più di due anni fa, c´è sempre la felicità ma a contrapporsi, a integrarla , c´è invece la malinconia, un sentimento più ricco e positivo della tristezza; e suggerire tanti significati con la stessa nota è una delle cose che rende una canzone buona. Posso fartela io una domanda? Cosa te ne parte di questo disco?".

La prima volta che l´ho ascoltato l´ho percepito come diverso, eppure più lo ascolti più ti accorgi che è lo stesso suono, solo più cresciuto. Ci sono molti più livelli da spogliare per arrivare al cuore della canzone. È cosa buona.
"Questo perchè mi sono messo in gioco in prima persona. È completamente onesto. Ho gettato un po´ di sassi e non ho mai nascosto la mano, finalmente".

web: www.inlovewithhercules.com

Elisa Bellintani
(21 febbraio 2011)

 TUTTO SU HERCULES AND LOVE AFFAIR

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Blue Songs

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