La mattina del 26 novembre 2010, presso la Clinica Mangiagalli di Milano, è nata Penelope Jane Charlotte, figlia della più famosa cantante rock italiana, Gianna Nannini. Non si può prescindere da questo fatto per parlare del suo nuovo, attesissimo disco, "Io E Te", la cui lavorazione è iniziata a novembre 2009 ed è stato cantato fino al sesto mese di gravidanza ("Dopo, l’appoggio al diaframma sarebbe stato pericoloso per la gestazione", spiega lei).
La sua maternità, negli ultimi mesi causa scatenante di vivaci polemiche mediatiche, è infatti richiamata già nel titolo del disco e nella cover, affidata a Jean-Baptiste Mondino, dove la 54enne rocker senese mostra il suo prominente pancione con un certo orgoglio misto a naturalezza, mentre in quella del singolo Ogni tanto, già battutissimo dalle radio e con evidenti riferimenti a Penelope, fa bella mostra di sé l’ecografia della bambina (il CD si chiude fra l’altro con i battiti del cuore dell’ecografia prenatale di Penelope).
Il suo diciassettesimo album in studio, uno dei più importanti in catalogo nel 2011 e a 2 anni dalle 400 mila copie di “Gianna Dream - Solo i sogni sono veri”, è composto da undici inediti e una cover rock di Nel Blu Dipinto Di Blu (Volare), è stato registrato presso i famosi Abbey Road Studios ed è ancora una volta prodotto sapientemente da Will Malone (già Black Sabbath, Iron Maiden, The Verve, Massive Attack), con il prezioso apporto dei 33 elementi della London Studio Orchestra, diretta da Perry Montague - Mason.
Il CD ha una forte anima rock ed è un inno all’amore che rivendica l’affermazione della donna e della sua libertà di scelta, quasi in contrapposizione all’eroina tragica e dolente di Pia De’ Tolomei, cantata nel 2007. Gianna si è mostrata alla conferenza stampa di presentazione del disco in grande forma, fisico asciutto e tailleur nero con pantalone e camicia bianca, oltre che con il suo spirito sempre combattivo e ruspante.
Come descriveresti musicalmente questo disco?
“Sono riuscita a creare, forse per la prima volta, una speciale interazione tra la voce, l’orchestra che diventa una ritmica rock e le chitarre che sostengono invece la partitura classica. Questo è frutto del grande lavoro di Will Malone: per ogni canzone ci sono dalle 8 alle 12 piste di chitarre, una vera e propria partitura orchestrale, cosa rara da trovare e da realizzare. Un lungo lavoro di ricerca e sperimentazione che avevo iniziato già negli anni ’80 con Conny Plank, coi sintonizzatori analogici; è stata come una terapia vocale che mi ha portato al sound design di questo disco. Qui ogni strumento ha il suo respiro, non è un semplice patchwork. Al basso inoltre c’è Francis Hylton degli Incognito, che aggiunge un tocco soul”.
Anche la tua voce sembra particolarmente in forma, più potente e limpida.
“Frutto di alcuni esercizi che ho fatto, ma anche della gravidanza, secondo il mio ginecologo: in questa condizione tutto il corpo è maggiormente irrorato dal sangue, corde vocali comprese, il che mi ha permesso di guadagnare tre toni rispetto al mio range standard. In più avevo smesso con alcol e fumo”.
Perché la cover di “Volare”?
“Beh, è una canzone straordinaria che ha lanciato la musica italiana nel mondo e ci rappresenta in toto. Fosse per me, metterei una canzone di Modugno in ogni mio discoe le canterei tutte bene perché mi appartengono, anche nel modo di cantare. Mimmo mi ha dato il La come il diapason con gli strumenti, i suoi brani mi hanno attraversato l’anima per tutta l’infanzia. Riprendere questo classico dei classici è un’idea mia e di Will, nata un anno fa; il bello della musica è andare avanti nella tradizione, con le varianti: questo nuovo arrangiamento spudorato, fra il metal-punk e la raffinatezza degli archi, non lo vedo nemmeno come una cover. Ed è vero anche che l’ho intonata mentre entravo in sala parto. Devo ringraziare la moglie di Modugno, Franca, che ha speso parole bellissime per questa versione e che mi ha fatto ascoltare la prima registrazione di questo storico pezzo su un Geloso fatta da lui al pianoforte, introvabile perché di proprietà della famiglia, e dove c’era la frase originale ´Mondo piccino che scompare laggiù´, poi modificata da Migliacci; grazie anche alla sua famiglia, che mi ha permesso di poterla riprendere”.
E riguardo ai testi?
“Io sono molto perfezionista, da questo punto di vista. Ho la fortuna di avere come collaboratori (e come amici) due autori come Pacifico e la scrittrice Isabella Santacroce, che dispone di un vocabolario più vasto rispetto al mio, che invece è più sintetico: con loro ho raggiunto un vero connubio artistico. Con Gino (Pacifico, ndr) ci ritroviamo sempre a lavorare attorno ad un tavolo, ci confrontiamo spesso, mentre con Isabella ci sentiamo al telefono come vecchie amiche e ci raccontiamo tutti i fatti nostri”.
Sei più gelosa dei testi, ora che sono particolarmente intimi e legati a tua figlia?
"In realtà, l’unica canzone che riguarda Penelope è Ogni tanto; sento molto personale soprattutto l’inciso ´Amor che bello darti al mondo´, variante del refrain ´Amor che nulla hai dato al mondo´, ispirato per assonanza dal passo dell’Inferno di Dante, ´Amor ch’ha nulla amato amar perdona´; questo è un po’ il canovaccio di tutto il disco: in amore l’importante non è essere amati, ma semplicemente amare. Anche nel pezzo Io e te, essendo il più recente, c’è qualche riferimento. Gli altri testi non sono riferiti alla nascita della mia figliola, perché sono stati scritti prima. E poi ognuno ci veda quel gli pare!”.
Hai dichiarato che all’inizio della gravidanza credevi fosse un maschio.
“Sì, e ora mi piacerebbe avere anche un maschio. Avevo avuto un aborto un anno prima, ed era un maschietto, che aveva avuto un arresto cardiaco. Quando ho saputo di Penelope dopo tre secondi ero entusiasta e ho pensato ‘ora le faccio fare tutto quello che ho fatto io!´”.
Siamo testimoni ormai della commistione fra arte e vita: nel tuo caso, ora come le farai coincidere?
“Per me coincidono da sempre, da quando sono nata in Fontebranda, e ho fatto ´Uhe!´, come la mia figliola! La mia vita era la musica, prima che arrivasse Penelope; venivo io, poi io, poi ancora io: ora la mattina mi alzo e viene lei, quindi forse i ritmi ora sono cambiati.”.
´God Is A Woman (Dio è madre)´, recitava la tua maglietta sulla ormai famosa copertina di un settimanale: lo credi davvero?
“Beh, lo diceva una maglietta che ho trovato in un negozio di Londra, mica io... E poi l’hanno detto anche Papa Luciani e Dio... Comunque credo sia vero: nel momento in cui ho dato la luce a mia figlia, ho capito cos’è la vera creatività, mica fare un disco! È come se avessi partorito l’amore, la cosa più bella e importante della mia vita!”
Quanto ti ha influenzato invece il rapporto conflittuale con tuo padre?
“Mio padre è stato un contrasto ma anche un grande incoraggiamento. Io da quando avevo 5 anni lo aiutavo nel suo mestiere (era un noto industriale dolciario), ero particolarmente brava a fare i ricciarelli e ad avere le mani in pasta... (ride, ndr). Ero talmente brava che c’è rimasto male quando me ne sono andata a 18 anni per cantare, e lui non ci credeva. Però questo suo non credere in me mi ha spronato a dimostrare quanto valevo e a fare di me quella che sono ora”.
Quest’anno si festeggiano i 150 dell’Unità d’Italia: tu vivi a Londra, cosa ti fa sentire italiana?
“Le reazioni alla mia gravidanza mi hanno fatto capire com’è ancora bella divisa l’Italia...! Dividere fa parte del meccanismo del potere (divide et impera); io comunque non credo nell’unione ma nelle differenze e nel loro rispetto; mi fanno paura i dualismi e le contrapposizioni nette, rosso e nero, destra e sinistra: bisognerebbe uscire da questo blocco e cominciare a pensare in un altro modo, con un altro linguaggio. Una copertina di un disco non può suscitare tante polemiche e dietrologie; le mie cover rappresentano sempre il mio stato, in un preciso momento, mentre canto, anche con le occhiaie: se ero incinta, cosa ci potevo fare, nascondermi? Non c’è stato alcun piano, anche volendolo sarebbe stato impossibile programmare di fare un nuovo disco e un figlio insieme”.
Il 29 aprile partirà da Milano il tuo nuovo tour. Porterai con te Penelope?
“Prima sto pensando di organizzare un suo battesimo rock molto speciale, con madrine e padrini d’eccezione. Sarà una cosa un po’ fuori dal normale, ovviamente, una festa molto speciale a inviti ed esclusiva. Per il battesimo religioso, invece, sarà lei da grande a decidere se vorrà farlo”.
Quindi, anche da mamma, sei ancora rock?
“Ma io ora mi sento più rock di prima!”.
2001. Momo alla conquista del Tempo
1998. Cuore
1996. Bomboloni - The Greatest Hits Collection
1995. Dispetto
1993. X Forza e X Amore
1992. Chicos
1991. Giannissima
1990. Scandalo
1988. Malafemmina
1987. Maschi e Altri
1986. Profumo
1985. Tutto Live
1984. Puzzle
1982. Latin Lover
1981. G.N.
1979. California
1977. Una Radura...
1976. Gianna Nannini
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