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 ROBERT MILES
ROBERT MILES DREAMS ORIGINAL SOUNDTRACK
DREAMS ORIGINAL SOUNDTRACK

Molti lo ricorderanno per Children, pezzo di storia della dance anni ´90, e per il disco “Dreamland”, entrambi con ottime performance a livello internazionale. Sono passati ormai 15 anni, e Roberto Concina – ai più conosciuto con il nome d´arte Robert Miles – è andato avanti: ha scritto diverse colonne sonore, pubblicato altri album e si è costruito una solida reputazione di compositore e produttore.
Th1rt3en” è l´ultima creatura di Robert Miles: un ibrido ambient che vede abbracciarsi elettronica, blues e rock fino a diventare una cosa sola. Un esperimento ambizioso ed ottimamente riuscito, graziato da una produzione impeccabile.

Th1rt3en” è il tuo sesto album studio. Come si colloca rispetto ai tuoi precedenti lavori, che cosa è rimasto della tua produzione passata e quali sono gli elementi di novità introdotti?
Negli ultimi due album avevo già usato sfumature rock…ma senza renderle l’elemento principale della composizione….In ´Thirteen´ c’è invece grande abbondanza di chitarre elettriche (suonate da Robert Fripp e Dave Okumu). Del passato e’ rimasta in parte la melodia e le molteplici ore spese in studio a creare il ‘sound design’”.

Perché lo hai intitolato semplicemente “Th1rt3en”, come il numero di tracce presenti sull’album?

13 e’ il numero della trasformazione…simboleggia il passaggio ad un livello ‘superiore’, la distruzione del ‘vecchio’ e ricostruzione in una forma migliore (che solitamente richiede parecchio lavoro e dedizione). Quando iniziai a lavorare a questo album decisi di ‘lasciarmi dietro’ tutto ciò che avevo fatto fino a quel punto per cercare un sound più ‘solido’ e tendente al rock e alle sonorità cinematiche…da qui la scelta del titolo ´Thirteen´. Il fatto che l’album poi abbia 13 tracce e’ pura coincidenza”.

Ogni disco racconta la storia personale di un artista in un ben preciso momento della sua vita. Che cosa esprime di te “Th1rt3en”?

I molteplici viaggi, il coinvolgimento con il mondo delle colonne sonore, la decisione di avere una base in un posto tranquillo e isolato (Ibiza) dove posso comporre la mia musica…e tanti altri piccoli avvenimenti che hanno caratterizzato la mia vita negli ultimi 6 anni (fra i quali l’essere diventato padre)”.

Come si traduce per te poter aver il controllo totale sulla tua musica, con la tua etichetta S:alt Records?

Mi permette di poter fare la musica che voglio senza dover ‘scontrarmi’ con la mentalità delle majors. Dopo il successo di ´Dreamland´ l’etichetta alla quale ero firmato cerco’ di spingermi in una direzione che non era poi quella che volevo io…Dopo vari tentativi riuscii a svincolarmi dal contratto discografico al quale ero legato e diedi vita alla mia etichetta S:alt Records [suitably : alternative] e casa editrice Hardmonic Music in maniera da avere il controllo totale sulla musica che produco”.

Scorrendo le news sul sito della tua etichetta si nota come “Th1rt3en” fosse in realtà pronto da un po’ di tempo, ma l’uscita è stata poi posticipata a gennaio di quest’anno. Come mai?
L’album era già pronto a Settembre….e originalmente sarebbe dovuto uscire solo in formato digitale. Poi !K7 ci propose la distribuzione mondiale del formato CD…e per organizzare il tutto dovemmo posticipare la data d’uscita al 7 Febbraio di quest’anno”.


Con la competition per i remix dimostri che alla S:alt Records siete attenti ai giovani talenti. C’è qualcuno che ti ha colpito in maniera particolare ma che ancora non ha avuto l’esposizione al grande pubblico?

Sì siamo sempre alla ricerca di giovani talenti…e cerchiamo di dargli una piattaforma dalla quale ‘partire’….abbiamo ricevuto più di 500 remix da tutto il mondo. Stiamo ancora ascoltando i vari mix ricevuti di conseguenza non posso dirti ancora chi ha vinto o chi mi ha colpito in maniera particolare”.

Ti sei sempre contraddistinto rispetto a certi tuoi colleghi preferendo restare un po’ più nell’ombra piuttosto che approfittare delle luci della ribalta. È una questione di carattere o c’è anche una motivazione professionale dietro questa scelta? Vuoi che sia solo la tua musica a parlare?

Direi che e’ fondamentalmente una questione di carattere…non mi e’ mai interessato ‘apparire’ (anche se quando Children era in classifica in mezzo mondo ho spesso dovuto farlo…sebbene contro voglia)…Penso che chi mi ha seguito negli anni sia riuscito a capire come sono ascoltando semplicemente la musica”.

Sono passati ormai 15 anni da
Children, molti hanno ancora nel cuore quella canzone e l’album “Dreamland”. Questa ‘ingombrante’ eredità ti pesa o sei contento di come sono andate le cose? Se riguardi indietro a com’eri allora, in cosa ti vedi cambiato come artista e produttore?

Nessuno si sarebbe mai immaginato che Children fosse diventato un ‘classic’…..e’ incredibile come oggi, e dopo tutti questi anni, i media lo stanno ancora proponendo. Immagino che la nuova generazione lo abbia appena ‘scoperto’….e che lo si ascolterà ancora per molto tempo.
Artisticamente non mi sento vicino alle produzioni che facevo 15 anni fa...da quando ho lasciato l’Italia ho avuto modo di viaggiare tantissimo e conoscere altri musicisti….di conseguenza sono cresciuto sia sotto il lato artistico che personale, e la mia musica con me”.


Children
è una delle canzoni più di successo della dance degli anni ’90. Da allora sono cambiate molte cose, come vedi la scena dance/clubbing attuale? Che cosa ti piace e che cosa non ti piace di quella di adesso? Era più facile allora o oggi?

Personalmente penso che la scena club era molto più interessante e vibrante nel periodo ‘85 – ’95. La musica che si proponeva era nuova, fresca ed elettrizzante….tutto ciò che viene proposto ora non e’ altro che il rifacimento o la rivisitazione dei dischi d’allora….Inoltre, allora, un DJ si sognava di prendere le cifre astronomiche che i DJ di oggi chiedono o di viaggiare con un jet ….non esisteva la figura del DJ superstar…bensì quella del ragazzo (solitamente molto umile) in grado di proporre musica mai sentita prima. Non era facile allora come non e’ facile oggi….in quanto c’è sempre stata molta competizione”.

Negli anni ’90 ma anche oggi ci sono diversi DJ italiani che si riescono a far notare anche sulla scena internazionale. Secondo te esiste una specie di ‘italian touch’ o ogni storia è a se stante?

Sinceramente penso che ogni storia è a se stante….anche se bisogna dire che, al momento, c’è una forte presenza di musica elettronica minimale proveniente dall’Italia…ma e’ un fenomeno piuttosto ‘underground’”.

Qual è la cosa o l’incontro di cui sei più grato da quando hai iniziato a fare musica?

Di essere riuscito ad entrare nel mondo delle colonne sonore…un sogno che mi sono portato dietro sin da quando iniziai a fare musica”.

La storia dei tuoi esordi sembra una favola: il prestito per comprare la strumentazione, l’esordio di
Children al Gilda, il successo. Che consiglio daresti ad un giovane DJ per farsi notare?

Tenacia, perseveranza e molta pazienza….non mollare al primo ostacolo e credere in se stessi!”.

web: www.robert-miles.com


Elisa Bellintani

(3 febbraio 2011)

 

 TUTTO SU ROBERT MILES

2011
Th1rt3en

2004
Miles_Gurtu

2002
Organik Remixes

2001
Organik

1997
23am
1996 Dreamland
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