Chi fa da sé fa per tre: i Doppia Personalità sono l´esempio lampante di come si possa sopravvivere nel mondo della musica anche con le proprie sole forze e riuscire a fare comunque parecchia strada. Come? Ce lo spiega Giovanni Milani, voce e penna del gruppo.
Partiamo dalla base: la vostra storia, la nascita della band.
“Tutto è iniziato quando nel 2007 io e Davide Volpe abbiamo deciso di tirare su una band. Io avevo un po´ di canzoni nel cassetto, brani che avevo scritto negli anni: il problema era solo trovare gli elementi per formare il gruppo, così la prima cosa che ho fatto è stata un giro in casa, nelle camere dei miei fratelli. L´idea gli è piaciuta e cosi abbiamo deciso di cercare un bassista e abbiamo trovato Dario. Tutto è iniziato in maniera molto semplice e tranquilla, è stato un processo naturale, poi sono arrivati i primi aiuti e i primi sponsor, ed ora siamo qui”.
Com´è trovarsi in un gruppo composto in prevalenza da fratelli? Ci sono più attriti, oppure è più facile far funzionare le cose?
“Devo dire che si è creata una situazione molto strana, difficile da descrivere: è come se con i miei fratelli fossimo diventati amici nel gruppo e rimasti fratelli in casa, mentre al contrario con Dario siamo amici ma all´intero band lo sento vicino come un fratello. E´ strano, ma comunque è una bella condizione... Poi è ovvio che si litighi e ci siano momenti di tensione in cui ci si spaccherebbe le chitarre in testa, ma è normale sia in famiglia che in un gruppo di amici”.
Ascoltando “Stile di vita” si nota subito una miscela molto particolare di stili, generi musicali e influenze... Se dovessi definire la vostra musica, spiegarla a qualcuno che non vi conosce, come faresti?
“Questa cosa è abbastanza difficile! Il fatto è che veniamo tutti e quattro da esperienze musicali molto diverse e ognuno porta nella band il proprio gusto personale: Dario ci mette il suo basso che è molto funk, alla Red Hot Chili Peppers; Tobia, il batterista, ascolta musica più pesante come Queens Of The Stone Age, Kyuss, è molto stoner; Marco invece è più indirizzato verso il classic rock degli anni ´70 e i grandi chitarristi di quell´epoca; io invece ho una formazione più classica, ho studiato chitarra in conservatorio, e forse aggiungo al nostro stile anche un pizzico di sonorità balcaniche, tipo Gogol Bordello. Diciamo quindi che in sintesi il nostro genere si potrebbe definire un funk-rock-punk-balcanico... Che anche così non è una definizione molto chiara! Per fortuna comunque c´è Davide che sovraintende al tutto e ogni tanto ci tira per i capelli, ci tiene in riga, quindi cerchiamo di indirizzare tutto questo in un canale un po´ più preciso e riconoscibile, anche perché sennò non è molto facile riuscire a farsi ascoltare dal grande pubblico”.
Direi allora che questo insieme di cose che hai elencato spiega abbastanza bene come avete scelto il vostro nome, Doppia Personalità.
“Eh, Doppia Personalità... Doppiogiochisti... Ci piace accontentare un po´ tutti! Doppia Personalità è quello che siamo noi perché non solo rappresenta la nostra musica, fatta dall´unione di generi molto diversi, ma anche le nostre canzoni, che vanno dalle ballad più sentimentali a brani più rock ed ironici, ad altri ancora in cui affrontiamo temi impegnati”.
Parliamo di “Stile di vita”: quali sono le tematiche del disco, quali gli argomenti trattati?
“In due parole: Peter Pan. Perché il mio problema è che non voglio crescere... e per questo continuo ad incazzarmi con il mondo! Nel disco quindi c´è un po´ di tutto, tutto quello che vedo intorno a me e che ho provato nel corso della mia vita: canzoni d´amore o che parlano del difficile rapporto tra uomo e donna, come Il triangolo delle Bermuda; brani come Hopplez che parlano della realtà di tutti i giorni e della crisi; ci sono poi anche canzoni che nascono da eventi importanti della mia vita, come Nai nanna che è dedicata alla mamma di un mio caro amico che non c´è più”.
Il titolo dell´album a cosa si riferisce?
“´Stile di Vita´ è il nostro, siamo noi il topolino in copertina, quello di cui si parla in Hopplez: un topolino che corre e corre per arrivare a fine mese, ma chissà se la ruota che ha scelto è quella giusta? Non ancora non lo sappiamo, ma continuiamo a tenere duro... Per ora è mancato quello che serve per fare un passo avanti, che si voglia chiamarlo colpo di culo, oppure mafia, oppure potere”.
Da quello che mi dici mi sembra di capire che non avete una fiducia smisurata nel mercato e nella scena musicale italiana... O sbaglio?
“Purtroppo il fatto è che in Italia quali siano le vere alchimie per far andare le cose, o almeno per realizzare qualcosa di economicamente funzionante, le sanno in pochi... E noi ancora no. Dal punto di vista artistico comunque siamo più che soddisfatti, abbiamo fatto esperienze bellissime come quella di suonare al Teatro Politeama Rossetti di Trieste, un palcoscenico da cui sono passati tantissimi artisti importanti, e trovarci di fronte a quasi mille persone paganti. Resta comunque un mondo difficile, come cantava il buon Tonino Carotone, ma per fortuna siamo uniti dalla passione e abbiamo una squadra incredibile, una specie di piccola famiglia allargata che si autogestisce, una cosa molto semplice e molto rock ´n´ roll, quindi riusciamo a sopravvivere a andare avanti”.
Quindi come vedi il vostro futuro? Hai dei desideri o delle aspettative?
“Guarda, la mia filosofia è questa: che vinca o che perda, l´unica cosa che voglio è poter tornare a casa la sera contento e felice di quello che ho fatto. Poi il resto non è importante, la musica per chi la ama rimarrà sempre una priorità, indipendentemente dal successo. Finché c´è amore per la musica e voglia di suonare vale sempre la pena di continuare e provare a fare qualcosa”.
web: www.myspace.com/doppiapersonalita
Alberto Lepri
(22 dicembre 2010) |