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 THE DRUMS
THE DRUMS VOGLIAMO IL CONTROLLO
VOGLIAMO IL CONTROLLO

Anche se vi state chiedendo chi siano, non vi preoccupate: li conoscete. Che sia perché la loro Let´s Go Surfing si accompagna allo spot pubblicitario di una nota casa automobilista o che sia perché sono stati per tutto l´anno sulla bocca di tutti, una cosa è certa: almeno una loro canzone, almeno una volta, l´avete sentita. Originari di Brooklyn – ma praticamente inglesi di adozione, viste le influenze riscontrabili nella loro musica e il fatto che proprio il Regno Unito li ha portati al successo e all´attenzione di tutti – questi quattro ragazzi all´inizio dello scorso anno hanno decisamente fatto il botto, prima con l´EP “Summertime!” e poi con l´omonimo album di debutto. C´è però una domanda che in tanti si pongono: chi sono veramente i The Drums? Sono solo un fenomeno di moda, o c´è qualcosa dietro? Sono una vera band, oppure una specie di boyband dotata di chitarre? Nel tentativo di capirci qualcosa li abbiamo incontrati, in occasione della loro venuta in Italia, nel camerino del CovoClub di Bologna: ecco cosa ci hanno raccontato Jonathan Pierce e Jacob Graham, rispettivamente voce e chitarra del gruppo.

Tanto per cominciare: come va? So che ieri avete suonato al Tunnel di Milano... Com´è andata?
Jonathan “Bene grazie, è andata molto bene”.

Se non sbaglio era la vostra prima volta in Italia: com´è stato l´approccio con il pubblico?
Jonathan “Beh, abbiamo fatto solamente uno spettacolo ma è stato veramente incredibile e tutti sono stati molto carini. Abbiamo lasciato il locale abbastanza sconvolti, perché è stato tutto molto caotico: le persone erano molto eccitate, molto più che in altri posti in cui siamo stati, è strano perché non siamo mai stati in Italia prima di ieri!”.
Jacob “Non abbiamo mai avuto una risposta del genere la prima volta che abbiamo suonato in un posto nuovo: spesso capita che quando torni le persone siano più eccitate, magari perché la volta prima è andata bene, ma è stato abbastanza folle trovarci in Italia per la prima volta e avere un´accoglienza così calorosa!”.

Visto che è la prima volta che ci parliamo vorrei sapere, anche se ci sono svariate vostre biografie sul Web, qual è la vostra storia, come avete formato il gruppo. Prima suonavate assieme in un gruppo di musica elettronica, giusto? Come mai avete deciso di cambiare genere?
Jonathan “Io e Jake ci conosciamo praticamente da tutta la nostra vita e fin da ragazzini ci piaceva la musica elettronica, non tanto quella moderna ma piuttosto le cose degli inizi, quelle dei pionieri del genere elettronico, come i Krafwerk. Collezionavamo vecchi sintetizzatori e sequencer, perché quel modo di fare musica per noi era molto affascinante: poi siamo arrivati ad un punto in cui non era più così affascinante, e abbiamo deciso di mettere insieme i The Drums per fare qualcosa di nuovo, o almeno qualcosa che fosse nuovo per noi”.
Jacob “Le band che ci piacevano da ragazzini non erano band propriamente elettroniche, erano più che altro quelle che avevano toni elettronici ma scrivevano grandi canzoni pop: ed è quello che ci affascinava, molto più che i sintetizzatori in sé. Quindi non credo che ci sia una grande differenza da quello che facevamo prima, più che cambiare genere abbiamo cambiato strumenti ma il nostro obiettivo è sempre quello di scrivere delle grandi canzoni pop”.

Quali sono quindi le influenze che secondo voi vi hanno portato ad avere questo sound? Ascoltandovi si sente sia il suono di band come Joy Division e Smiths, ma la vostra musica è molto più solare, in qualche modo suona come se ci fosse anche l´influenza dei Beach Boys...
Jonathan “Oh andiamo, in che modo suoniamo come i Beach Boys?! Dimmelo, voglio saperlo...”.

Non saprei... Forse con un singolo come Let´s Go Surfing è ovvio, o forse più semplice, fare il nome di quella band.
Jonathan “Ma perché parla di surf o perché suona come i Beach Boys?”.

Beh, qualcosa nel suono c´è e non sono il primo a dirlo... Mi spiace, non volevo indispettirvi!
Jonathan “No, sono solo curioso proprio perché questa cosa salta fuori spesso e vorrei capire!”.

Forse mi sbaglio, e in tanti che hanno avuto quest´impressione si sbagliano: se è una cosa che nasce da un equivoco non c´è modo migliore che spiegarmi qual´è il vostro punto di vista!
Jacob “Credo che il nostro sound sia veramente semplice e diretto, e che possa confondere alcune persone: noi siamo molto ispirati da tante band inglesi degli anni ´80 e dei primi ´90, e credo che scatti qualcosa di strano nel cervello delle persone quando sentono questo genere di musica cantato con un accento americano e non inglese. Agli inizi spesso ci siamo sentiti definire tipo ´i Joy Division che incontrano i Beach Boys´, che sono due band che credo nessuno di noi ascolti da almeno dieci anni, quindi ci sembra molto strano”.
Jonathan “Secondo me è molto più semplice: le persone sentono la parola ´surfing´ e ci identificano come una surf band, ma Let´s Go Surfing è veramente solo in una canzone su almeno 35 che abbiamo fatto. Non ascoltiamo i Beach Boys, e non lo abbiamo mai fatto, per questo ci suona sempre molto strano, ed è anche abbastanza frustrante”.

Parlatemi un po´ dell´album: come mai avete deciso di fare prima un EP, “Summertime!”, e poco dopo un LP? Avete scritto tutto assieme, oppure uno ha seguito l´altro?
Jonathan “Abbiamo scritto l´EP e metà dell´album più o meno nello stesso periodo, in Florida, dove io e Jacob stavamo scrivendo; poi ci siamo spostati a New York per formare la band, e lì abbiamo incontrato Connor e finito il disco assieme. Abbiamo deciso di fare in questo modo perché avevamo delle canzoni che ci piacevano ma che non avevano nulla a che fare con l´atmosfera dell´album: in verità non pensavamo nemmeno che a qualcuno sarebbe importato dell´EP, ma poi all´improvviso ha avuto successo in tutto il mondo e l´album è diventato l´opportunità per mostrare cosa siamo veramente come band e qual´è la musica che ci rappresenta meglio”.

A proposito del successo: tutto per voi è successo molto in fretta, ma avete avuto un grande successo soprattutto in Europa e Inghilterra. Com´è stata invece la reazione a casa vostra, negli Stati Uniti?
Jonathan “E´ vero, siamo diventati famosi molto più in fretta in U.K., Europa e Giappone, e noi stessi ci chiedevamo come gli americani avrebbero preso la nostra musica: poi qualche mese fa abbiamo fatto il nostro primo tour in America ed è stata una bella esperienza, ci ha aperto gli occhi su quello che stava succedendo. Credo che gli U.S.A. in generale trattino le band in maniera diversa che nel resto del mondo, mi sembra che in Europa le band siano trattate come delle celebrità mentre in America i ragazzi di solito mettono insieme una band solo per essere in un gruppo. Ho notato questa differenza specialmente in Inghilterra, con tutta l´attenzione e il gossip che c´è attorno alle band”.

Questo in qualche modo vi spaventa? Ho letto critiche che dicevano che il vostro era solo un fenomeno di moda e comparavano ad una boyband o cose del genere, il che è abbastanza strano visto il genere di musica che fate. Per fare un esempio: in una situazione in cui il mondo indie e quello mainstream sono così distanti, come vi sentite ad essere stati portati al successo da NME, che è un po´ una bibbia della musica indie, e contemporaneamente a ritrovarvi candidati agli MTV EMA´s 2010 nella categoria Best Push Act accanto ad artisti come Justin Bieber e Ke$ha?
Jonathan “Credo che entrambe le cose siano eccitanti. Purtroppo come band noi possiamo controllare solo quello che succede al nostro interno, ma ci sono cose che invece non possiamo controllare e una di queste, fin dall´inizio, è stata la moda. Non abbiamo fatto nulla per cercare di seguire qualche moda, non avevamo la pressione di dover fare colpo su qualcuno o che dovesse avere successo: abbiamo solo messo fuori nostra musica, fatto quello che amiamo, ed è venuto tutto da sé, quando tutta quest´attenzione è arrivata su di noi il disco era già fatto. Non è mai stata una nostra preoccupazione, non pensavamo che qualcuno guardasse la nostra carriera e il fatto che sia successo è una cosa collaterale, volevamo solo fare un bell´album. Poi essere nominati da MTV per me è emozionante perché crediamo di fare buona musica, possono anche esserci delle ragazzine che ascoltano sia noi che Justin Bieber, a noi non importa: preferiamo che più gente possibile ascolti buona musica piuttosto che cattiva musica! L´idea di trovare una buona band e nasconderla, tenerla per te, è molto romantica e suona bene, ma non sarebbe meglio poter mettere qualsiasi radio e sentire sempre grande musica? Finché la gente continuerà a nascondere la buona musica e a non condividerla con gli altri allora le cose schifose saranno sempre al top”.
Jacob “E di solito quelle sono le stesse persone che poi si lamentano di quello che c´è in classifica! Il fatto è che non ha senso preoccuparsi per cose che non puoi controllare, oppure diventi pazzo: noi non possiamo dire ad MTV di non nominarci, se vogliono posso persino mettere in nomination un barbone con la chitarra che trovano fuori dai loro studi... Insomma, è MTV!”.

 

E adesso, state già lavorando al prossimo album? Sentite della pressione, visto che avete già avuto tanto successo e gli occhi sono puntati su di voi?
Jonathan “Sentiamo un po´ di pressione ora, ma sappiamo gestirla. Da quando siamo nati abbiamo sempre avuto gli occhi puntati addosso, con l´impressione che ogni nostra mossa avrebbe potuto farci amare oppure odiare, quindi abbiamo subito imparato che dobbiamo tenere la testa bassa e non curarci di quello che pensa la gente. Perché nulla dura in eterno giusto? Le persone vanno e vengono, e i critici vanno e vengono, e i fan vanno e vengono... Quindi l´unica cosa sensata è cercate di fare un buon lavoro di cui puoi essere fiero, e questo è il modo in cui abbiamo deciso di lavorare. E´ per questo che registriamo e produciamo i nostri dischi da soli e dirigiamo persino i nostri video: siamo un po´ dei maniaci del controllo perché la vita è troppo corta ed è troppo rischioso lasciar fare a qualcun altro. Comunque sì, stiamo lavorando al nuovo album e abbiamo un paio di canzoni finite. Credo uscirà verso l´autunno del prossimo anno”.

Ultima cosa: poco tempo fa avete annunciato trami la vostra pagina Facebook che Adam (Kessler – il chitarrista, ndr) ha lasciato la band. Che cos´è successo?
Jacob “Sai, abbiamo iniziato questa band senza sapere cosa sarebbe successo... Poi siamo stati in strada senza sosta per un anno e mezzo, costantemente. Credo che non fosse la vita che voleva e che abbia semplicemente realizzato come sarebbe stato impegnativo. E questo è quanto, veramente. Nessuno di noi ha alcun tipo di rimorso, non abbiamo litigato o rotto i rapporti. Stiamo cercando di andare oltre e qualsiasi cosa succeda cerchiamo di affrontarla”.
Jonathan “Quando abbiamo formato la band eravamo noi quattro, e tutto sembrava molto naturale: allo stesso modo il fatto che Adam se ne sia andato è sembrato altrettanto naturale. Non c´è stato panico quando è andato via, in qualche modo ci è sembrato ok. C´è stata un po´ di tensione, perché dovevamo andare tour, tutto qui. E´ il percorso naturale di quello che stanno diventando i The Drums”.

web: thedrums.com

Alberto Lepri
(10 dicembre 2010)

 TUTTO SU THE DRUMS

2010
The Drums

2009
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