Artisti: LATO BEAT BEAT ITALIANO

Non c’è bisogno neanche di cerimoniose presentazioni: sono alcuni tra gli esponenti che muovono la musica indipendente italiana. Sono Musica, e voglia di esprimerla. Roberto dell’Era – bassista degli Afterhours, i Calibro 35, Dente e Il Genio. E con grande energia ci propongono un nuovo progetto, “Il Lato Beat Vol. I”, che li coinvolge in prima persona e che li trasporta anche con malinconia verso un periodo musicale indimenticabile e (forse) indimenticato.

Presentateci questo nuovo progetto. Come nasce, con quale spirito e quale bisogno avete sentito di riportare il ´Beat´ oggi?
Roberto Dell’Era “Innanzitutto il progetto nasce dall´idea di unire musicisti, fare musica, creare una scena, sentirci parte di qualcosa o di inventarcelo, di sentirci vivi e veri rock n´rollers in un paese anti rock n’ roll dove il rapporto con la musica e l´arte è viziato e distorto. Lo spirito è quello dell´improvvisazione, del divertimento, della prestazione”.
Massimo Martellotta (Calibro 35) “Trattandosi di beat lo spirito del progetto non può che essere filologicamente scanzonato. Si tratta di un divertissement sul periodo più variopinto, leggero e caleidoscopico della produzione musicale italiana. Roberto è la persona più beat che conosciamo, irresistibile; è un performer, un freak ed un musicista teletrasportato dai migliori anni ‘60 ed era un bel po’ che cercavamo il tempo di realizzare un altro brano insieme. Così abbiam buttato giù in un paio d´ore Il beat cos´è, perfetta per il suo modo di cantare. La take di voce è la prima in assoluto, molto spontanea. Il brano de Il Genio e Dente è invece Precipitevolissimevolmente che trovo particolarmente azzeccato per la loro formazione”.
Gianluca De Rubertis (Il Genio) “Lo spirito che muove l´iniziativa è lo stesso che muove la musica. Se ci metti in più l´amicizia che lega le band, visto che c´è, non si può che fare ancora meglio. Più che un bisogno di riportare il beat oggi crediamo che ci sia stata una naturale e felice adesione ad un´idea che, in fondo, ci lega e ci appassiona ancora, il beat appunto”.
Dente “Per quel che mi riguarda nasce da una telefonata, una proposta, qualche chiacchierata. Lo spirito è scanzonato e ´bisogno´ è una parola grossa in questo caso”.

Quali aspettative avete rispetto a riproporre queste questo genere e questo pezzo di storia musicale?
RDE “A dir la verità di aspettative non ne ho, o se si hanno motivazioni sono troppo personali, introspettive e psichedeliche”.
MM Nessuna aspettativa in particolare, è veramente un progetto nato da qualche chiacchierata divertita e una session lampo. I pezzi sono forti di loro, noi ci abbiamo messo le risate in studio. Non ho idea di quale presa possano avere ma non ho dubbi che chiunque li ascolti avverta quanto ci siamo divertiti”.
GDR “Le aspettative sono quelle che prendono gli impiegati statali quando sono in malattia. Noi vogliamo solo divertirci e proporre della buona musica, in salute e in malattia...”.
D “Se dicessi divulgativo mi sentirei qualcun altro però un po´ è vero e un po´ no”.

Perché avete scelto di aderire a Lato Beat?
GDR “Abbiamo aderito a Lato Beat perché è un progetto adesivo”.
D “Ci piace aderire a noi stessi”.

Qual è il criterio con cui sono state riprese e reinterpretate le canzoni?
RDE “Il criterio è stato quello di trovare un terreno comune e il beat, come puro spirito shake, dancy, sweaty e sperimentale ci ha trovato tutti d´accordo! Le canzoni son state proposte un po’ da tutti, compreso Tommaso Colliva produttore artistico e persona ancora una volta fondamentale per la gestione del progetto. Credo nessun altro possa far quel tipo di lavoro sonico per un disco del genere in Italia”.
MM “Come sempre: in parte seguendo istintivamente il gusto personale e in parte guardando ai brani più coerenti con le risorse musicali a disposizione”.
GDR “L´iter è stato molto semplice, e ha messo subito tutti d´accordo; questo ad ulteriore riprova che i gusti e le influenze musicali fluivano su di un territorio comune; siamo amici, siamo tutti della stessa generazione, troppo facile... Realizzare Precipitevolissimevolmente è stato facile, appunto, e divertente. Dente ha proposto il pezzo, lo abbiamo provato in tre, a casa, con il suo organo (quello a tastiera, ovvio) riverso sul pavimento, abbiamo abbozzato un primo arrangiamento; poi in fase di registrazione Paolo (Mongardi - nostro batterista nonché ellenico dio degli ZEUS!) e Tommaso Colliva (al mixer) ci hanno aiutato a completare il tutto; entrambi veri valori aggiunti”.
D “Nel mio caso c´erano alcune proposte che convincevano a turno qualcuno e qualcuno no, poi è uscita Precipitevolissimevolmente e siamo stati tutti concordi”.

Quali altre canzoni avreste voluto reinterpretare?
RDE “Io avevo proposto un paio di pezzi di Elvis sconosciuti incredibili, dello stesso periodo di A Little Less Conversation, che non vi dico se no qualcuno ci mette un finto rock steady all´italiana e fanno una hit!”.

MM “Ce ne sono un miliardo di bellissime, una su tutte La cocaina di Gianna, 1966. La protagonista del brano nasconde la polvere in mezzo alla farina e va a finire che la mamma ci fa una torta. Niente male per il periodo! La usavamo come intro nei concerti con i Calibro. Ma è pezzo equivoco, avrebbe pututo essere frainteso e abbiamo evitato”.
GDR “C´erano altre proposte, un pezzo di Celentano, poi uno dei Belle & Sebastian (una b-side poco conosciuta); ci piacerebbe, un giorno, reinterpretare Il Tango delle Capinere”.
D “Ce ne sono tante di quel periodo che mi piacerebbe fare ma tante tante...”.

Cosa significa per voi e cosa ha significato il Beat Italiano?
RDE “L´esperienza per me, fighissima e formativa, di andare in studio con i Calibro 35 senza aver pensato ad un arrangiamento, ed in 3 ore chiudere il lavoro tenendo la voce registrata in diretta durante le varie takes. Bellissimo, soddisfacente per chi fa sto lavoro...”.
MM “Ho conosciuto dei veri appassionati di beat (nel forlivese c´è il mitico Franco Beat, vero cultore e profeta beat), ed è molto interessante vedere come c´è chi viva intensamente nella vita di tutti giorni l´estetica ma soprattutto l´etica beat. Forse gli ultimi poeti romantici della cultura pop sono proprio loro. Per noi in realtà è stato soprattutto un viaggio in un modo di fare le cose e in un repertorio strepitoso. Un po’ come mettersi gli occhiali più sgargianti che hai per una sera e ammettere che tutto sommato ti stanno bene. Una sorta di outing sulla leggerezza nell´accezione migliore”.
GDR “Molto, è stato decisivo a trasformare e modernizzare il patrimonio melodico e romantico musicale italiano. Ora in Italia si fa anche - non sempre, magari raramente - dell´ottimo pop”.
D “È un movimento importante e importato, poco italiano ma pieno di splendore”.

Cosa manca oggi di quel ´beat´?
MM “La spudoratezza, la spontaneità, il saper giocare sulle cose, l´autoironia. Viviamo in tempi bui, lontani 50 anni luce da quelli che riproponiamo ed è molto difficile immaginarsi com´era”.
GDR “Troppe cose, a partire dagli abiti. Non ci sono più le sottoculture, le controculture, ma Facebook, intanto, fa tanta rapida pubblicità; Meglio? Peggio? Vattelapesca”.
D “Le acconciature prima di tutto”.