Negli ultimi tre anni solari Marco Carta si è guadagnato parecchia attenzione, parecchie critiche, parecchi riconoscimenti. E, per certi versi, ha aperto le porte a molti altri. Di fatto è il primo ragazzo uscito dal tubo catodico dei talent ad aver vinto il Festival di Sanremo. A far supporre forse l’esistenza di un pubblico televisivo sempre più forte, sempre più incantato alla spettacolarizzazione. Il fatto che il primo giorno di vendita online del singolo Quello che dai sia subito schizzato al vertice dimostra che continua ad esserci.
Nel 2007 sei entrato nel talent ‘Amici’ vincendone l’edizione nel 2008. Nel 2009 hai partecipato a Sanremo e hai vinto nella categoria big… Per il 2010 qual è il buon proposito di Marco Carta?
“(Sorride, ndr) Guarda… io mi accontento che vada tutto bene. Questo lavoro è il frutto di tanto sacrificio e come è giusto che sia, ci abbiamo dovuto lavorare tanto per renderlo meritevole. Rischiando, perché ho rischiato non cavalcando il momento. Ma volevo e volevamo un lavoro pensato, lavorato e sofferto”.
Com’è stato il lavoro di ricerca che ha portato a “Il cuore muove” e come nasce la collaborazione con James Morrison?
“Abbiamo ascoltato tanti pezzi, tantissimi. E abbiamo cercato un filo che unisse tutte le canzoni. James Morrison ha reso disponibili attraverso la sua discografica, la Sony Music, alcune sue canzoni, con l’unico veto prima di dare piena disponibilità per l’utilizzo, di volerle sentire cantate. Ho inciso le canzoni e si è complimentato con me per il timbro di voce. Il testo in italiano è mio. Prima volevo personalizzarlo completamente, poi invece lui ha espresso la volontà che ne venisse fatta una traduzione fedele all’originale, un semplice riadattamento. Sai però… quando traduci un testo comunque lo adatti a quello che sei tu, metti enfasi a delle parole piuttosto che ad altre. Il testo è una questione di carattere, ci metti dentro il tuo modo di prendere la vita. Non è facile dall’inglese all’italiano perché devi trovare parole che rimangano dentro la metrica”.
Il risultato?
“Il risultato mi piace tantissimo. Ho lavorato su tutto il disco, anche nell’arrangiamento. Qui c’è Marco al 100%, sono molto presente”.
Mi sembra di percepire che anche in questo lavoro tu abbia trovato una famiglia. Come precedentemente l’avevi trovata in quella di ‘Amici’.
“Diciamo che mi faccio voler bene dalle persone. La famiglia Pausini è meravigliosa, gente normalissima e tanto accogliente. Sono stato un mese a Castel Bolognese e tutti i pomeriggi sono stati scanditi da un thè con Laura che mi ha dispensato un sacco di consigli. E poi i suoi genitori… persone meravigliose. È stato veramente un bel periodo”.
E a proposito, tu non fai parte di quella schiera di artisti emersi da un talent a rinnegare le origini…
“’Amici’ è stata un’esperienza importante, perché dovrei rinnegarla? Sono riconoscente a Maria De Filippi e alle persone che hanno creduto in me”.
C’è tanto amore in questo disco, o meglio non manca mai!
“L’amore anima le canzoni del disco così come muove i fili dell’esistenza umana. Io non ho l’innamoramento facile, ma ho vissuto un sentimento forte, quindi so che esiste, è possibile. Io ho fiducia nell’amore e credo nella mia futura felicità. Rispetto al precedente cd ‘La forza mia’, in questo disco canto sentimenti più maturi, che conosco meglio. Ho scelto ‘Il cuore muove’ come titolo dell’intero album perché è una canzone autobiografica. L’ha scritta Cheope, ma l’ho sentita mia fin dal primo ascolto: ci ritrovo i miei fallimenti prima della partecipazione ad Amici e le gioie dopo quella fantastica esperienza”.
E anche tanto cuore…
“Il cuore muove tutto, anche le idee perché è il motore di ricerca della nostra mente”.
Ti si sente spostarti dal pop, muovendoti nel soul e jazz, una nuova strada?
“Ci sono nuovi suoni in questo disco. Non mi sento unilaterale, non voglio eclissarmi in un unico genere. Sono sempre stato criticato durante ‘Amici’ perché poco versatile. Qui voglio dimostrare il contrario”.
Come te lo spieghi il successo ad ‘Amici’?
“È successo tutto per caso; nelle prime edizioni vigeva il pregiudizio soprattutto da parte dei discografici, e la facile etichetta ‘quello di Amici’. Sono arrivato nel talent dopo quattro eliminazioni ai provini, sono stato molto determinato e l’ho fatto con la follia che mi appartiene. E ora non potrei mai disprezzare o allontanarmi da ‘Amici’. Oggi senza talent per un ragazzo è difficile emergere”.
Cosa ti aspetti da questo disco?
“Non so, oggi è il primo giorno in cui è stato lanciato il singolo ed è primo in classifica tra i brani scaricati. Sono contento. È il disco di Marco Carta più maturo, che si è guadagnato tutto senza sconti”.
Come ti definisci?
“Sono genio e sregolatezza allo stesso tempo, pignolo ma molto impreciso. Sono ordinato ma posso essere disordinato. Anche se nel mio lavoro non sono mai discontinuo”.
Cosa ti manca?
“Sicuramente mi mancano gli affetti di famiglia e gli amici. Una famiglia sempre unita, mentre sulle amicizie è surreale… molte le ho perse nel tempo perché c’è gente che fa fatica a comprendere il mio ritmo di vita nuovo. Per quanto io comunque continui a credere che il mio sia un lavoro come tanti altri, fuori dal comune solo perché è privilegio non di molti, ma comunque un lavoro. E mi dispiaccio quando mi sento rimproverare: ‘ah, ti sei dimenticato di noi’. Non è assolutamente vero, ho solo ritmi diversi”.
Cosa rappresenta per te la musica?
“La musica per me è tutto, è la ragione della mia vita. Come anche l’amore è il sentimento più forte al mondo. Nessuna felicità arriva mai al pari dell’amore. Amore inteso in senso generale: pulito, vero, storia e fiaba. E la canzone che sento più mia, Il cuore muove, è amore per la musica”.
Al disco si accompagna un tour?
“Dai primi di giugno ci muoveremo in tutta Italia e staremo in giro per più di un anno”.
WEB: www.marcocartaofficialsite.com
Elena Ferraro
16 giugno 2010
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