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 CARMEN CONSOLI
CARMEN CONSOLI FACCIO PICCOLE COSE
FACCIO PICCOLE COSE

Minuta con la pelle di porcellana. Timida e ribelle. Si presenta così Carmen Consoli nella sede della Universal dove ad aspettarla ci sono tanti giornalisti, tanti da dover costringere a diversi incontri. Tanti da sorprenderla al suo ingresso. Tanti da non riuscire a chiederle tutto quello che si vorrebbe sapere in un unico incontro. E nonostante il suo ingresso in punta di piedi, una volta accomodatasi la padrona di casa non si risparmia di parole, con la delicatezza mista a grinta mischiata ad ironia che le confà.
“Volevo parlarvi di un´urgenza creativa. Io scrivo sempre canzoni, non solo quando devo comporre un disco. ´Elettra´ è un disco scritto in viaggio, portando la mia musica in Europa e in America. L´esperienza americana è stata molto stimolante, un laboratorio aperto per suonare nei locali e un´esigenza; quella di suonare per studiare. Io faccio piccole cose volendo crescere. E questo disco nasce come medicina con i ragazzi della mia band, sempre insieme a Puntalazzo, la mia città, sulle pendici dell´Etna”.
Raccontaci di “Elettra”.
“Il disco è stato registrato in due mesi e sono fierissima... Fierissima anche della canzone con Franco Battiato, uscita al 50% dalle nostre teste e che ha preso corpo. Un corpo stupendo. Sapete, io vado in giro con un 4 piste che mi serve per mettere insieme gli spunti che registro e poi magari cestino. Il disco ´Eva contro Eva´ traccia una linea che voglio seguire. Ma lì avevo una ricerca ossessiva verso gli strumenti acustici e i suoni africani; questo invece rimane un disco... definiamolo così: più nord europeo”.
Com´è lavorare con Battiato, un sodalizio artistico in perpetuo divenire?
“Dico sempre: per fortuna Franco ce l´ho a due passi da casa. È una persona che ha una immediatezza ad accostare frasi. È sempre d´avanguardia, anche sui dischi vecchi lo era. Lui scrive a frammenti e questa cosa è meravigliosa. I nostri incontri si consumano davanti ad un thè”.
Nel disco dedichi una canzone alla figura di tuo padre, recentemente scomparso.
“La canzone è Mandaci una cartolina e la storia è evidentemente dedicata a mio padre. Non c´è voglia di autocompiacimento del dolore. Questo atteggiamento l´ho preso da lui, dalla mia famiglia. Il brano è stato scritto in 4 ore e percorre una giornata che va dal tramonto all´alba. Il disco ha trasformato il dolore in medicina. La musica fa anche questo, fa anche il miracolo di trasformare il dolore in gioia e in questo senso non venderò mai la mia musica. Mio padre sosteneva che le cose dovessero durare. E ci diceva: alla fine la morte sarà una sorpresa... vi manderò una cartolina. È chiaro che io abbia dedicato al mio genitore questo disco. Nel senso che c´è una riscoperta del padre, non ovviamente dell´accoppiamento. L´amore paterno è più sottile, più maturo”.
C´è tanta sicilianità in questo tuo lavoro.
“Io vorrei trasmettere un´immagine della Sicilia generosa che mi ha sempre colpito per scenari contrastanti e meravigliosi come il fuoco e il mare... Se ci pensate è fenomenale; io vivo tra l´Etna e il mare. La passione è dei siciliani, come quella del leone davanti alla sua preda. Se fa una cosa, il siciliano la fa con una passione incredibile e carnale, che ci possa o meno guadagnare sopra. E forse è proprio una specificità di chi ha bisogno di arrangiarsi. In Sicilia sono molto energica e creativa”.
Una terra che in questo periodo ha vissuto la tragedia di Messina e la polemica sul ponte dello Stretto. Da siciliana, che pensi?
“Ma signori, si sapeva che prima o poi sarebbe successa una tragedia come quella di Messina... In Sicilia mancano infrastrutture, la situazione è drammatica. Il ponte sullo Stretto di Messina rappresenta una spesa incredibile e inutile; tutti quei soldi che venissero impiegati per sistemare le strade che sono in uno stato desolante. Per dirvene una, sapete che faccio prima ad andare in aereo a Parigi che raggiungere degli amici che abitano in altre città della mia isola? E poi aumentiamo il sistema di traffico di traghetti, rendiamolo più efficiente. Ma volete mettere anche il lato romantico dell´attraversata con la nave? È una mezzora di tempo. Con questo ponte si va a diminuire il tempo di percorrenza e poi? E poi arrivi in Sicilia e ti fermi. Le strade non sono adeguate. Per non parlare poi della Salerno-Reggio Calabria, superstrada che da anni è una piega della nostra Italia. La Sicilia è magia, da vivere anche grazie all´attraversata. In questa terra di sole e di mare, la poetica della lingua italiana è siciliana, non la forma. Il siciliano è una lingua a tutti gli effetti. È una lingua che non ha il tempo del futuro, non ha il senso della prospettiva. Il siciliano è godereccio e celebra la vita”.
Nella canzone A´ finestra regali un´interpretazione dialettale molto forte.
“Io ho fatto un tour in siciliano, con la mano sul fianco ed elaborando canti popolari, la tarantella. La tarantella serviva a far socializzare i masculi con le fimmine. In Sicilia c´è molta narrazione, c´è molta raccolta delle storie: il Cunta! Dalla ricerca che ho fatto emerge proprio questo. E la Sicilia è un´isola che ha echi che arrivano da paesi arabi, turchi e greci. Che fa dialogare queste atmosfere diverse insieme anche al clima balcanico. E quando ho collaborato con Goran Bregovic nel brano Focu di raggia ho sentito tanta assonanza”.
Qual è la finestra vera, quella da cui t affacci tu per vedere il mondo?
“Io adoro andare in giro ed osservare le persone. Nel ´sugnu sempre alla finestra´, uso la metafora della finestra per dire che sono attenta a ciò che mi sta intorno, per strada succedono cose incredibili. E rido contro chi rifiuta le proprie radici, amando l´esterofilia.
Nel video di Non molto lontano da qui ti presenti nella veste di una prostituta, un´immagine molto dura.
“In realtà quella che io interpreto è una Buttana, con la B che ha un retrogusto ironico, mentre con la P ha del dispregiativo. La B ammorbidisce tutto! Il video è stato girato a Palazzo Biscari di Catania. Un palazzo meraviglioso. Vi racconto questo aneddoto. Durante la registrazione, ad un certo punto ci siamo sdraiate sul letto. In quel momento è passato il proprietario, un conte, che ci ha guardato e commentato: col dovuto rispetto, signore, l´ultima volta che ho visto una donna coricata su questo letto era mia nonna”.
Come vedi la figura della donna oggi?
“Oggi qualcuno la vorrebbe più bella che intelligente. Invece trovo molta dignità nelle donne. Ma non vuol dire dar loro posti di potere o coprirle di cose belle. Non stiamo parlando di Michelangelo, ma stiamo parlando di ´tAlavisione´. Una donna con la premiata latteria di fuori è volgare, anche se il capezzolo è coperto. Io sono inorridita e non voglio che i bambini si abiutino a questo modo di proporsi. L´abitudine in questo secolo è il male più assoluto. Le nostre bellezze, i nostri modelli d´esempio sono Anna Magnani, la Loren, Raffaella Carrà, Mina, Ornella Vanoni. Donne simbolo di eleganza senza bisogno del filo interdentale. Purtroppo c´è una generazione di mamme che educano le figlie al successo mostrando le proprie grazie. E mi fa paura questa cosa. Una volta le bottane, o escort, facevano filmetti di serie b, oggi il problema è che fanno politica”.
In tv si propongono anche i talent show, tu che ne pensi?
“Io li seguo. Seguo XFactor e mi ci trovo. Mi piace molto il lavoro di Tommassini e trovo Morgan di un´intelligenza e ironia rara. Io sono molto pacifica di indole per cui faccio fatica con i reality dove trovo l´inquieta aggressività dei ragazzi. Sono poco propensa alle polemiche ed evito la diatriba. Io, ragazza, non ce l´avrei fatta nella scuola di Amici. Io frequento poco la televisione perchè nella diatriba non rispondo o piango. Il reality, il talent show è comunque un modo per distribuire musica, non mi piace che diventi l´unico modo per sfornare talenti. Ricordatevi che c´erano i live in Italia, i tour, i locali... la gavetta! Non trovo democratico che possano uscire solo da lì i fenomeni da classifica. Battiato, Rino Gaetano e De Andrè con le loro genialità oggi non potrebbero mai fare carriera, esser capiti. C´è una decadenza italiana anche nella semplificazione di tutto. Non brillerò per tecnica e voce, ma studio e cerco sempre di conquistare tutto piano piano. Oggi si brucia tutto subito. Bisogna creare contenuto, rischiare”.
Rimanendo in televisione, ma spostandosi un po´: cosa pensi di Sanremo?
“Sono molto fiera. È un festival senza precedenti nel mondo come tradizione musicale. È un contenitore e ognuno lo può riempiere diversamente. Lo amo e vorrei che fosse riempito con qualcosa che possa essere di qualità. Che vi fossero tutti i generi, ci fosse più coraggio. E il senso è che se dovessi andare a Sanremo porterei me stessa”.
E la politica?
“Sono molto impressionabile, mi viene la tachicardia nell´ascoltare i derby politici”.
E il tour?
“Da febbraio sarò impegnata ad attraversare tutto lo stivale! E devo sentire il viaggio, altrimenti non porto sul palco Catania a Roma, ho tutta una lunga teoria sul viaggio e sul tempo... ma la racconterò un´altra volta”.

WEB: www.carmenconsoli.org

Elena Ferraro
12 gennaio 2010

 TUTTO SU CARMEN CONSOLI

2009
Elettra

2006
Eva contro Eva

2003
Un sorso in più

2002
L´eccezione

2000
Stato di necessità
1998 Mediamente isterica 1997 Confusa e felice 1996 Due parole in più
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