“This Is Us”: questi siamo noi. Punto e basta, che vi piaccia o no. Già dal titolo del loro nuovo album si capisce come i Backstreet Boys abbiano intenzione di ridefinire la propria identità e il proprio sound, per tornare sulla cresta dell’onda dopo il periodo di crisi seguito all’abbandono del gruppo da parte di Kevin Richardson. Ci racconta qualcosa a proposito del disco e della loro carriera proprio uno dei Boys, Alexander James McLean, meglio noto come AJ.
Sembra ieri, ma sono passati già due anni dall’uscita di “Unbreakable”, e il nuovo album sembra molto più maturo: che cosa è cambiato per voi in questo lasso di tempo tempo?
“Effettivamente sono cambiate molte cose, per fortuna in meglio: in questi due anni abbiamo raggiunto una maggiore consapevolezza, siamo giunti ad una conclusione più chiara su cosa vogliamo essere e cosa vogliamo diventare. E quest�album è esattamente quello che volevamo, è proprio come speravamo che fosse il nuovo lavoro dei Backstreet Boys”.
Per scrivere e registrare “This is Us” avete lavorato con una miriade di produttori, praticamente uno diverso per ogni brano. Qual è quello con cui vi siete trovati meglio?
“I produttori con cui abbiamo lavorato sono tutti molto diversi tra loro e ci sono piaciuti tutti, possiedono tutti delle qualità e un gusto unici, e hanno tutti fatto un lavoro splendido con il nostro album. La cosa che li accomuna più di tutto è che sono stati tutti molto professionali, e hanno fatto un gran lavoro: T-Pain è molto fresco e alla mano, RedOne è stato bravissimo a catturare il sound che volevamo ottenere in Straight Through My Heart, mentre con Max Martin ci troviamo sempre benissimo e ci conosce alla perfezione, anche perché ha contribuito ad alcuni dei nostri più grandi successi come I Want It That Way e Lager Than Life”.
Qual�è la tua canzone preferita dell’album?
“Di sicuro è Undone. Eravamo ancora in tour, abbiamo fatto una piccola pausa e ci siamo trovati in studio di registrazione a Manchester assieme a Ryan Tedder degli OneRepublic, con cui abbiamo scritto e prodotto la canzone. E’ la prima su cui abbiamo lavorato, ed è anche quella che ha dato l�impronta al resto del disco: è la prima volta che abbiamo registrato un disco così vicino al tour, senza mettere del tempo tra le due cose, e questo ci ha permesso di catturare ancora meglio nelle registrazioni l’elettricità e l’energia dei nostri spettacoli dal vivo”.
Con la vostra musica, negli anni, siete diventati un punto di riferimento per tutta un generazione di nuovi artisti pop. Tra i musicisti che hanno iniziato ora la loro carriera, quali sono quelli che sentite più vicini a voi, più simili a come eravate voi quando avete iniziato?
“Ce ne sarebbero molti da nominare, e non posso parlare a nome di tutta la band, ma se dovessi farti dei nomi direi Jason Derulo, oppure i Jonas Brothers: loro hanno quel modo di fare molto genuino e pulito che mi ricorda un po’ come eravamo noi. Quando cominciammo un sound pop come il nostro non era ancora molto diffuso, e abbiamo aperto la strada a molti altri: ora che la musica si sta movendo a ritroso tornando a quella direzione, con grandi canzoni pop, forse non tanti capiscono quanti sia stato difficile e faticoso uscire fuori, quando lo abbiamo fatto noi”.
Nel panorama pop non sono mai mancati casi di gruppi che in breve tempo sono scomparsi. Voi invece no: che cosa vi rende diversi da altre band?
“Sicuramente il fatto che siamo sulla scena da quasi vent�anni e siamo sempre rimasti uniti. Nonostante le difficoltà non ci siamo mai divisi, mentre tanti gruppi hanno preferito sciogliersi e ora tornano insieme solo perché non hanno trovato altre vie. Siamo legati da una profonda amicizia, una sintonia talmente forte da renderci quasi una famiglia: penso che questo si trasmetta al pubblico e che si senta anche nel modo che abbiamo di cantare quando siamo assieme”.
In tutti questi anni voi siete riusciti a rimanere compatti: e il vostro pubblico, è stato altrettanto compatto? E’ cresciuto con voi, o si sono aggiunte nuove persone?
“Beh, è una combinazione delle due cose: qualcuno è cresciuto con noi e ci è rimasto fedele, qualcuno ci ha scoperto per caso con gli ultimi dischi e poi è andato a ricercare le cose vecchie, qualcuno che ci ascoltava da ragazzino probabilmente negherà di averci mai ascoltati e qualcuno avrà passato questa sua passione ai suoi figli”.
La vostra carriera è stata costellata di successi, ma anche di momenti bui e di tragedie. Se poteste cambiare qualcosa, cosa sarebbe?
“Ad essere sincero, credo proprio che non cambieremmo nulla. Questo è il modo in cui dovevano andare le cose, siamo stati molto fortunati a poter vivere facendo quello che ci piace e ad avere tante persone che ci amano e ci seguono. Siamo contenti così”.
“This Is Us” è il secondo disco senza Kevin, che ha lasciato il gruppo nel 2006. Pensate che i vostri fan torneranno mai a vedervi assieme sul palco? Se lui cambiasse idea lo riprendereste?
“Con Kevin abbiamo mantenuto un buon rapporto e ci sentiamo ancora: non abbiamo chiuso nessuna porta, quindi le possibilità sono infinite. Per ora non ne abbiamo mai parlato ma non escludo che, se lui volesse tornare con noi, non si possa riformare il vecchio gruppo”.
Il 24 novebre sarete a suonare al Mediolanum Forum di Assago e sicuramente i vostri fan italiani saranno in trepidazione nell’attesa del vostro concerto, anche perché è un bel po’ che non vi esibite nel nostro paese.
“Amiamo l�Italia e non vediamo l’ora di suonare dalle vostre parti. E ai fan voglio dire grazie, grazie e ancora grazie per averci sempre supportato, esserci stati così fedeli e per averci dedicato così tanto tempo!”.
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