Dolores Mary Eileen O�Riordan (Ballybricken, 6 settembre 1971) è un personaggio atipico del music biz, una persona troppo fragile per reggere alle tensioni del successo, ma naturalmente dotata per non essere considerata. Lei è risuscita dopo una lunga battaglia a trovare il giusto compromesso, ovvero quello di fare musica, senza subire le pressioni dell�industria discografica. Cosa ha dovuto rinunciare? Primo alla sua band, i Cranberries (40 milioni di album venduti in tutto il mondo, nrd), che non rinnega, che elogia, ma che vuole tenere come una straordinaria esperienza nello scrigno dei suoi ricordi, per ora; tutto questo per dedicarsi integralmente alla sua espressione artistica, non solo musicale, come solista e alla famiglia (Dolores ha 4 figlio con il marito Don Burton). Una visione che esprime anche attraverso la pittura, sofisticato passatempo che la impegna nei pochi momenti di pausa della sua quotidianità.
Abbiamo incontrato Dolores in un bellissimo giardino di un hotel milanese, il tutto coronato da una splendida giornata di sole. La prima annotazione da fare e la sua ritrovata luminosità e gioia di stare in mezzo alle persone, una condiziona assente durante la presentazione del suo debutto solistico due anni fa, dove si era presentate vestita di nero, capelli lunghi neri, chiusa in una camera d�albergo illuminata dalla lampade. Adesso ha un taglio corto e biondo, ma soprattutto vive il rapporto con i giornalisti con una maggiore serenità.
Ti trovo più rilassata e disponibile al contatto umano. Cos�è cambiato rispetto all�ultima volta che ci siamo incontrati?
“E� vero, sono cambiate molte cose nella mia vita. Due anni fa all�epoca del mio primo solo album�Are You Listening?� stavo vivendo un momento molto difficile, percepibile anche attraverso le liriche del disco. Non ero a mio agio, il distacco dalla band dopo 13 anni di convivenza , il periodo trascorso lontano dai riflettori chiusa in casa, è stato traumatico, aveva generato un sentimento di angoscia. Era difficile vivere il confronto con il passato, quindi i Cranberries e tutto quello che era accaduto, è il mio esordio come solista. L�inevitabile accostamento tra le due dimensioni artistiche mi infastidiva. Anche nei rapporti con le persone e la stampa erano distaccata, se ti ricordo il mio atteggiamento era molto difensivo, avevo i capelli lunghi sul viso per evitare uno sguardo diretto con gli interlocutori. Uno stato di timidezza in parte superato. Fortunatamente questa fase è passata, ho vinto alcune paure e sono qui con uno spirito diverso. C�era la volontà e la necessità di fare qualcosa in merito. Adesso anche con la stampa sono semplicemente me stessa. Dopo l�ultimo tour ho vissuto diverse e importanti esperienze di vita, soprattutto di quella reale che mi hanno permesso di realizzare questo disco”.
Ti dividi ancora tra Canada e Irlanda?
“Si sempre. In Canada, Ontario, rimango nei mesi più caldi (l�estate), durante l�inverso le temperature sono veramente insopportabili, fino a – 25. Durante la bella stagione c�è un panorama straordinario, sono circondata da una sterminata foresta. Ho una casa lontana dalla società, una sorta di fuga dalla realtà caotica. Il resto dell�anno sono in Irlanda”.
Parli di vita reale. Ci puoi raccontare una giornata tipo di Dolores?
“Normalmente emerge la figura dell�artista, ma nella realtà noi siamo delle persone normali, che tentiamo di vivere una vita comune. Nel mio caso posso dirti che la maggior parte della giornata è dedicata ai figlio, quindi puoi capire che l�impegno è corposo. Ma una delle mie passione è la cucina. Adoro cucina, mi rilassa. E� un�arte che va approcciata con cura e meticolosità. Tra le specialità che prediligo preparare ci sono le insalate, ma anche i gamberi sono un alimento che mi affascina cucinare. Sono un�esperta del genere. Posso dirti che in Italia ci sono gamberi diversi da quelli francesi o irlandesi, e per ognuno di loro c�è un metodo per cucinarli”.
“No Baggage” un titolo con un significato ben preciso?
“Si. �No Baggage� (nessun bagaglio, nrd) rappresenta il senso di libertà, l�assenza di bagagli da portarsi appresso, un fardello difficile da gestire. Con questo disco mi sono liberata della zavorra in eccesso, ho riacquistato maggiore consapevolezza e sicurezza in me stessa; anche se i momenti di sconforto non mancano, ma meno che in passato. Un disco che parla di emozioni, di esperienze che a volte ti portano a guardare al passo e al futuro simultaneamente. E� veramente incredibile vedere come la vita si evolve rapidamente. Io sto vivendo quella che definisco �middle generation� a metà tra i miei genitori e i miei figli. La vita è realmente come un viaggio, non c�è nulla di perfetto. Ho appreso quanto è importante accettare le sfide e le incertezze come parte integrante dell�esistenza. I brani di questo set sono tutti ispirati da ciò che mi circonda. Imparare ad accettare le proprie esperienze è qualcosa di molto costruttivo”.
Come hai definito la tracklist finale. 11 pezzi?
“La mia teoria di selezione punta sulla qualità e non sulla quantità. Un disco deve avere delle caratteristiche ben precise, tra cui il pregio di non annoiare, soprattutto in un�epoca come la nostra dove la tecnologia ti permette di baypassare questo ostacolo con un semplice click. La scelta di inserire in scaletta 11 pezzi segue questa logica. Ho puntato sulle composizioni migliori. Un parallelismo che può essere fatto con il cinema. Quando un film è troppo lungo, inevitabilmente perde interesse e diminuisce anche la qualità e perde in personalità e passionalità”.
Mi racconti il processo creativo del disco e il rapporto con il produttore Dan Brodbeck?
“Con Dan c�è un rapporto molto forte e un�intesa che ci ha permesso di dare sfogo alle mie sperimentazioni. Durante la lavorazione in studio ho sovvertito le normale regole di costruzione di un brano che seguono semplici accorgimenti: verso-coro-verso-brigde (ponte), in questo caso il making of non ha rispettato le regole, puntando molto si alcuni elementi innovativi, con ampio spazio alla sperimentazione. Per quanto riguarda la creazione di un brano vero e proprio l�ispirazione può avvenire in qualsiasi momento, le melodie sono nella mia testa, mi metto al pianoforte e tento di sviluppare le idee. Da qui parte la fase lirica. Oppure può avvenire anche un procedimento inverso, dove ho in mente le parole e un secondo momento fluisce la musica”.
Cosa differenzia “No Baggage” da “Are You Listening?”?
“Il mio debut album come solista si muoveva su binai più tradizionali e legati al mio passato musicale. Il nuovo lavoro è molto più dinamico in termini di melodia e ritmo, nell�essenza più sperimentale”.
Parlando della tua carriera artistica cosa ti manca del periodo con i Cranberries e cosa invece No?
“Ti posso assicurare che non rinnego nulla, tutto quello che ho vissuto e costruito con la band è stato fantastico Ma ora sto bene con me stessa e va bene così. C�è un aspetto che prima non potevo vivere per i ritmi di lavoro pressanti imposti dal sistema, che adesso mi sto godendo: il relax. Ora sono io che decido tempi e metodi di lavorazione, piccoli vantaggi che ti cambiano la vita, anche se dovendo gestire 4 figli il termine �relax� mi sembra al quanto presuntuoso, ma almeno ogni tanto ci provo”.
Dove è stata scatta la foto della copertina del disco?
“Quella foto ti da un�idea di dove vivo quando sono in Canada. E� stata scattata su un lago ghiacciato e ti posso assicurare che faceva molto freddo. M ala cosa più curiosa è che qualche giorno dopo la lastra di ghiaccio che ricopriva lo specchio d�acqua ha cominciato a sciogliersi. Abbiamo corso un bel rischi. Per fortuna è andato tutto bene”.
In che maniera desideri venga recepito il nuovo disco? “Prima di tutto spero si un disco interessante, che possa dare conforto alle persone che lo ascoltano. La chiave di lettura e nel realizzare che c�è sempre un filo di speranza...”
Perchè hai inserito una nuova versione del brano Apple Of My Eye (presente nel disco precedente)?
“Rappresenta qualcosa di importante per me. Volevo pubblicarla come singolo del precedente lavoro, ma c�è stato uno �scontro� con la vecchia label che non ho apprezzato. Quindi ho deciso di inserila ma con una nuova veste”.
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