“The E.N.D.” rappresenta un nuovo punto di partenza per la band da cui tutti si aspettano hits di successo, più un manifesto di intenti che una lista di ringraziamenti per ricordare che sulla scena, loro, ci sono da più di dieci anni.
Dieci anni fa i Black Eyed Peas esistevano già però, diciamolo fuori dai denti, non è che se li filassero proprio in tanti. Assestamenti oculati alla line up originale (will.i.am, Apl.De.Ap e Taboo introducono Stacy “Fergie” Ferguson, che prende il posto dell’uscente Kim Hill), una collaborazione con l’artista top del momento, Justin Timberlake (e Where Is The Love? che vola alla numero 1 in tutto il mondo) e un album destinato a segnare il passo dell’hip hop ‘glassato’ (“Elephunk”) fanno dei Black Eyed Peas il nuovo punto di riferimento per tutti coloro che vogliono far breccia nelle heavy rotation di tutto ciò che diffonde musica a livello planetario. Se Where Is The Love? rappresentava il lato ‘impegnato’ dei BEP, una canzone pacifista contro ogni forma di ingiustizia e pregiudizio che cavalcava l’onda delle emozioni del post 11 Settembre, a seguire arrivarono singoli dal sapore decisamente più spensierato come Shut Up, Hey Mama e Let’s Get It Started (così trasformata dall’originale Let’s Get Retarded contenuta sull’album in occasione dei playoff dell’NBA del 2004, di cui è stata inno ufficiale). Tutte canzoni accomunate da un ingrediente fondamentale: il senso innato del ritmo, dove le parole vengono scandite segnando il tempo e le basi funky fanno da tappeto a un’evoluzione dell’anima hip hop del gruppo verso un pop quadrangolare, dove ogni elemento dei BEP apporta il suo personale contributo senza sovrastare sugli altri. “Elephunk” rappresentava il terzo album per i BEP, ma soprattutto si ricorda come l’album della consacrazione con un break out da più di 8 milioni di copie vendute in tutto il mondo. Cifre alla mano, la portata del fenomeno Black Eyed Peas ha dato ragione a quel discografico che, alla vigilia di Where Is The Love? consigliò loro di abbandonare l’hip hop puro in nome di sfumature pop più decise.
Il 2005 è l’anno di “Monkey Business”. In molti li aspettavano al varco, convinti che non sarebbero stati in grado di ripetere le cifre e i consensi dell’exploit di “Elephunk” – e in un certo senso hanno avuto ragione, dato che “Monkey Business” riesce a bissare le vendite del suo predecessore con più di 9 milioni di copie in tutto il mondo. Don’t Phunk With My Heart, Don’t Lie, My Humps e Pump It lo dicono chiaramente: i Black Eyed Peas non sono destinati a mancare un solo colpo. Come non sbagliano la collaborazione e duettano con Sergio Mendes per registrare una nuova versione della ‘sua’ Mas Que Nada, da subito una delle hit dell’estate 2006. Quell’anno concludono il loro tour mondiale proprio a Rio de Janeiro, dove sulla spiaggia di Ipanema, il 31 dicembre, si esibiscono davanti a più di un milione di persone.
Nei due anni che seguono i Black Eyed Peas si concentrano sulle proprie carriere soliste.
Will.i.am si dà alla produzione di artisti come Sergio Mendes, Carlos Santana, Kelis, John Legend, Justin Timberlake, Nas, Nelly Furtado e, più di recente, Akon e Flo Rida; trova anche il tempo per pubblicare un disco molto autobiografico sugli alti e bassi dell’amore, “Songs About Girls”, di prestare la voce all’ippopotamo casanova Moto Moto in “Madagascar 2” e di recitare nel blockbuster “X-Men le origini: Wolverine”; e, ovviamente, come tanti suoi colleghi, di disegnare la propria linea di abbigliamento, la I.Am.
Apl.De.Ap, mentre si dedica alla registrazione di un album solista, ha aperto una fondazione che aiuta concretamente le comunità ed i bambini delle Filippine e dell´Asia a diventare economicamente autonome; la sua fama nelle Filippine (lui stesso lo è di origine) è consolidata dai singoli The Apl Song (contenuta su “Elephunk”) e Bebot (in “Monkey Business”), dove canta strofe nella sua lingua madre.
Taboo sta anche lui lavorando sul suo esordio solista, intervallando la registrazione di brani con comparsate in pellicole più o meno indipendenti, da “Dirty” di Wyclef Jean a “Street Fighter: The Legend Of Chun-Li”.
Fergie è senz’altro la personalità più esposta, almeno al di qua dell’Atlantico. Un disco solista andato benissimo, “The Dutchess”, con i singoli London Bridge, Fergalicious, Glamorous; una carriera di attrice in erba avviata, con la partecipazione a “Be Cool” di “Poseidon”, “Planet Terror” di Rodriguez e il musical “Nine”; una linea di calzature che porta il suo nome per la Brown Shoes e – last but not least – il matrimonio con l’attore/modello Josh Duhamel.
Ed è così che arriviamo al 2009, l’anno del ritorno con l’album (il quinto) “The E.N.D.”, acronimo per “The Energy Never Dies”, l’energia non finisce mai. Arriva dopo 4 anni di digiuno BEP ma intensi sotto il profilo artistico, 4 anni che rappresentano un’eternità se si pensa a quante cose sono nel frattempo accadute: Obama presidente, Internet e i social network che sono divenuti più quotidiani del pane, i reality show come nuova forma dell’essere, epidemie che nascono e si debellano in un batter d’occhi e il passaggio repentino dal benessere opulento alla crisi-recessione. Tutta questa velocità mette il capogiro, e unita a una preminenza sempre più spiccata delle nuove tecnologie costituisce il modus operandi della società contemporanea; potevano i Black Eyed Peas ignorare la direzione verso cui ci stiamo muovendo tutti? Ovviamente no. E se nella musica l’ultimo trend è recuperare i suoni elettronici, ecco che “The E.N.D.” diventa un manifesto di electrofunk di chiara matrice BEP, come già constatato con il singolo Boom Boom Pow, un’adrenalina futuristica carica di energia, ritmo e irrequietudine.
“Una delle ragioni per cui abbiamo chiamato così questo lavoro è che tutto sta cambiando. Tutto sta subendo dei mutamenti epocali, la politica, le banche, l’industria discografica … Noi abbracciamo questo cambiamento e lo celebriamo con ‘The E.N.D.’, che rappresenta un nuovo inizio”. Will.i.am è perentorio nell’entusiasmo che lo coinvolge come anima del gruppo, e Fergie non è da meno: “Mentre ero impegnata nella mia esperienza solista i ragazzi andavano per club e lì le bpm diventavano sempre più veloci, fare questo tipo di musica è un po’ come tornare alle origini dei circuiti underground”.
La copertina dell’album, in accordo con i reticolati 3D già visti nel video di Boom Boom Pow, rappresenta un rendering dei volti dei 4 Black Eyed Peas sovrapposti: “Sarebbe così che il nostro flusso di energia di gruppo potrebbe venire raffigurato”, commenta will.i.am. “’The E.N.D. è come un diario musicale, che si può aggiornare in qualunque momento a seconda della propria ispirazione”: il processo creativo è quello di una fucina sperimentale, dove la suggestione comune è l’elettrofunk e su questa matrice si innestano diversi ritmi e stimoli. “Sto cercando di allontanarmi dal concetto di album classico: che cos’è un album se poi metti 12 canzoni di iTunes e la gente le può scaricare nell’ordine che più le piace? L’album non esiste più come entità immobile”.
Se tutto va veloce, ai Black Eyed Peas non resta che adeguarsi al flusso creativo della musica oggi e guardare da lontano chi rimane, insistentemente, irrimediabilmente, improbabilmente indietro: “I’m so 3008, you so 2000 and late”. E continuare a fare quello in cui ancora nessuno li ha eguagliati: incendiare le platee nel nome del ritmo.
COS'E'?
Newsic ? il portale dedicato al mondo della musica che abbraccia tutti
i
generi e tutte le preferenze. Artisti da classifica, nomi emergenti,
tendenze del momento e successi del passato: noi non facciamo
differenze, tutto quello che ? cool lo troverete nelle nostre pagine. CHI SIAMO?
Siamo una redazione attenta a dove si sta muovendo la musica oggi.
Crediamo nell'informazione e nell'arrivare prima di tutti a
darvi gli
stimoli giusti per essere sempre aggiornati su quanto succede in Italia
e nel resto del mondo. Ma prima di tutto siamo degli ascoltatori
appassionati. Tutto quello di cui vi parliamo ? stato 'testato'
da noi. PERCHE'?
Perch? siamo in prima linea. Perch? siamo pronti e preparati. Perch?
non
vi raccontiamo storie. Perch? crediamo nel rapporto di fiducia con i
nostri visitatori. QUANDO?
Sempre. 24 ore al giorno. 7 giorni su 7. 365 giorni all'anno.
Newsic non
vi lascer? mai da soli. DOVE?
Online, certo; non solo su newsic.it ma anche su tutti gli altri
siti del nostro circuito.